Poste Italiane, gli analisti scommettono sulla crescita di utili e ricavi - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 19:27

Poste Italiane, gli analisti scommettono sulla crescita di utili e ricavi

Nulla di fatto sulla questione dell'ok dell'Antitrust sull'acquisizione della quota del 24,81% di Tim

di Maddalena Camera

Poste Italiane, gli analisti scommettono sulla crescita di utili e ricavi

Dovrebbero migliorare, secondo il consensus raccolto, i ricavi di Poste Italiane nel secondo trimestre 2025 rispetto al primo che si era concluso con un più 5% anno su anno. Poste comunicherà i risultati domani, martedì 22 luglio.

Secondo le previsioni dei principali broker domestici e internazionali che seguono il titolo, i ricavi trimestrali del gruppo avrebbero raggiunto i 3,21 miliardi di euro, con un minimo di 3,18 miliardi e un massimo di 3,25 miliardi. I ricavi maggiori sono previsti dai servizi finanziari e ammontano, sempre secondo il consensus, a 1 miliardo e 388 mila euro, superiori dunque a quelli per la distribuzione di posta e pacchi pari a 968 mila euro, a Postepay (406 mila euro) e servizi assicurativi pari a 444 mila euro.

Il risultato operativo adjusted è previsto a 790 milioni di euro, con un minimo di 756 milioni e un massimo di 827 milioni di euro con un margine indicato al 24,6%. Bene anche l'utile netto stimato a 540 milioni con un minimo di 520 milioni e un massimo di 577 milioni.

Per l'intero anno 2025 gli analisti prevedono ricavi per quasi 13 miliardi di euro e dunque in crescita rispetto al 2024 dove avevano raggiunto i 12,6 miliardi, +5% rispetto al 2023. Bene anche l'utile netto previsto a 2,239 miliardi anche questo in aumento rispetto al 2024 quando aveva raggiunto i 2 miliardi.  

Nulla di fatto invece sulla questione dell'ok dell'Antitrust sull'acquisizione della quota del 24,81% di Tim. Al momento Poste non ha ancora ricevuto da Antitrust una richiesta di supplemento di documentazione per ottenere il via libera. Il punto non sarebbe tanto la quota di partecipazione ma le sinergie sui servizi che, secondo l'ad dell'ex monopolista Pietro Labriola, potrebbero valere fino a 1,5 miliardi che Tim intende sviluppare grazie a Poste e ai suoi uffici postali sparsi ovunque in Italia che sono circa 12mila.  

Una situazione del genere si era verificata quando Poste lanciò i servizi di vendita per luce e gas e nel 2015 quando divenne gestore virtuale di telefonia mobile. I ricorrenti, che erano H3G, oggi Wind, e A2a e Iren chiesero di poter usare gli uffici postali. L'Antitrust aprì loro le porte di questi ultimi ma i gestori continuarono con le loro normali politiche di vendita senza usufruirne.