Poste Italiane in calo dopo i conti. Gli analisti temono spread e tassi - Affaritaliani.it

Economia

Poste Italiane in calo dopo i conti. Gli analisti temono spread e tassi

Luca Spoldi

Poste Italiane in calo: giudizi contrastanti degli analisti dopo la trimestrale, Equita Sim teme sensibilità a spread e tassi

Poste Italiane sottotono il giorno dopo una trimestrale che non pare aver convinto appieno analisti e investitori. Il titolo perde l'1% complice il taglio del rating da “buy” (acquistare) a “hold” (mantenere) deciso dagli esperti di Equita Sim che hanno anche ridotto da 8,6 a 7,1 euro il prezzo obiettivo, rimuovendo inoltre il titolo dall’elenco delle azioni di cui è consigliato l’acquisto.

Secondo gli esperti il trimestre, chiuso con un utile netto di 351 milioni di euro, apparso di una ventina di milioni superiore alle attese di consensus grazie a minori tasse, a fronte di ricavi per 9,5 miliardi, anche in questo caso leggermente superiori alle attese, sono stati positivi, ma l’impatto degli spread sovrani sul portafoglio di investimenti BancoPosta è risultato superiore al previsto.

I capital gain potenziali si sono infatti ridotti da 2,9 miliardi a soli 953 milioni, con una sensibilità all’incremento dei tassi e degli spread “ben superiore al previsto (circa 30 milioni per ogni punto base di allargamento)”. Anche se dopo il primo trimestre il portafoglio ha recuperato il 40% delle perdite (con un valore mark to market risalito a 1,6 miliardi, notano gli esperti), l’utile di Poste Italiane si è dimostrato “più vulnerabile di quanto immaginavamo alla volatilità dei tassi di mercato e mettendo quindi a rischio le nostre stime”.

Inoltre la remunerazione della raccolta postale da parte di Cassa depositi e prestiti (Cdp) è stato più bassa delle attese (353 milioni, in calo del 13% su base annua, contro attese per 406 milioni) a causa di commissioni più modeste (44 punti base contro i 50 punti base attesi) per via delle minori masse medie e dell’attività di marketing di Poste Italiane. Gli analisti si attendono ora un recupero nella parte restante dell’esercizio, ma avvertono: “secondo noi è difficile ipotizzare che nel secondo trimestre possa essere recuperato interamente il minor contributo registrato” nei primi tre mesi dell’anno.

Visto che la presentazione del nuovo piano industriale non avverrà prima delle fine dell’anno o degli inizi del 2018, a breve secondo gli esperti di Equita Sim “non c’è visibilità sulle azioni strategiche per rilanciare i ricavi”. Di parere quasi opposto gli analisti di Banca Akros, che sempre stamane hanno alzato da “hold” ad “accumulate” il rating sul titolo, confermando il prezzo obiettivo di 7,1 euro per azione.

I conti del trimestre, hanno sottolineato gli esperti, sono stati “leggermente migliori delle attese”, mentre nella successiva conference call si è notato un “mood positivo” che, assieme ai bassi multipli a cui quota il titolo a questi livelli, dovrebbe facilitare il raggiungimento del target price che esprime un potenziale rialzista implicito dell’11%-12% rispetto alle quotazioni correnti.

A dare almeno in parte una mano a Poste Italiane, indirettamente, sono oggi i risultati delle aste dei titoli di stato a medio-lungo termine. In tutto sono stati collocati 7,194 miliardi di euro, appena sotto l'obiettivo massimo dell’operazione (7,25 miliardi), con una domanda in crescita che i trader interpretano come una conferma del fatto che la propensione al rischio non è per ora influenzata dall’avvicinarsi della fine del programma di quantitative easing da parte della Bce.

Ciò nonostante sul mercato secondario il rendimento del Btp decennale guida risale sul 2,288%, rispetto allo 0,445% del Bund tedesco. Lo spread Btp-Bund sale così sull’1,843% dall’1,83% della chiusura di ieri. Una variazione minima (poco più di un punto base), che però rischia di pesare nuovamente sui capital gain del portafoglio di BancoPosta e che pertanto contribuisce a far ripartire, almeno oggi, le prese di profitto su un titolo che negli ultimi sei mesi ha comunque recuperato circa l’8% (ma che resta di un 4% abbondante al di sotto dei valori di 12 mesi or sono).