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Economia
PwC Italia “Italia 2021”: banche e finanza al centro del sesto appuntamento

Il sistema finanziario protagonista del sesto digital event organizzato da PwC Italia “Italia 2021–Competenze per riavviare il futuro- La Finanza” dove Istituzioni, banche e imprese finanziare si sono confrontate sulle 10 azioni da intraprendere per il rilancio dell’economia del Paese.

L’incontro ha visto la partecipazione  del Viceministro dell’Economia e delle Finanze Antonio Misiani, Alessandro Grandinetti, Partner PwC Italia, Clients and Markets Leader, Stefano Barrese, Responsabile della Divisione Banca dei Territori, Intesa Sanpaolo; Maria Bianca Farina, Presidente ANIA e Poste Italiane; Elena Lavezzi, Head of Southern Europe Revolut; Pier Paolo Masenza, Partner PwC Italia, Territory Financial Services Leader, Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato e Direttore Generale Banca Generali; Roberto Parazzini, Chief Country Officer Deutsche Bank Italy, CEO Deutsche Bank S.p.A.; Corrado Passera, Founder and CEO Illimity, Giovanni Sabatini, Direttore Generale ABI. L’evento è stato moderato come di consueto da Alessandro De Angelis, Vicedirettore di HuffPost.

Il sistema finanziario è stato fortemente coinvolto nella gestione dell'emergenza e lo sarà nella spinta alla ripresa essendo chiamato a immettere “benzina” nel motore dell'economia.

Tra metà febbraio 2020 e marzo le istituzioni finanziarie italiane quotate hanno perso fino al 50% del valore di Borsa, segnando nei mesi successivi un «recupero» fino al 30%. Nelle prime semestrali del 2020 le principali banche italiane hanno effettuato rettifiche di valore sui crediti per circa €6 miliardi con una crescita di oltre il 50% rispetto ai valori del primo semestre 2019.

Secondo Pier Paolo Masenza, Partner PwC Italia e Territory Financial Services Leader, “Banche, asset manager e assicurazioni devono fare da catena di trasmissione delle politiche dei Governi per garantire supporto finanziario e operativo alle imprese meritevoli, attrarre risorse private verso l’economia reale e rispondere alle maggiori esigenze di protezione di famiglie e imprese. Devono ripensare l’interazione con i clienti puntando sulla digitalizzazione e la razionalizzazione dei costi. In futuro avremo pochi grandi campioni dimensionali e operatori «specialisti» per prodotto o segmento di business”.

Misiani: “No a proroga blocco dei licenziamenti e cassa di integrazione. Siamo in una fase diversa, servono finanziamenti strategici e strutturali”

Antonio Misiani, Viceministro dell’Economia e delle Finanze ha messo in evidenza: “tutte le economie avanzate così come l’Italia, hanno risposto all’emergenza ricorrendo massicciamente al deficit e al debito. È chiaro che dobbiamo progressivamente cambiare il mix della politica economica. Il debito è previsto in discesa. Non pensiamo a derubricare il problema del debito come se non esistesse. Stiamo costruendo la manovra di bilancio in una condizione di oggettiva incertezza che condiziona le scelte, bisognerà continuare a finanziare il sistema degli ammortizzatori sociali. Avremo un terzo semestre id robusta ripresa, e speriamo che questa ripresa continui”.

Sulla proroga dello stato d’emergenza: “Il tema del blocco dei licenziamenti e della cassa di integrazione non verrà affrontato perché siamo in una fase diversa. Dobbiamo costruire un pacchetto settoriale. porre più enfasi sull’utilizzo delle risorse europee e mobilitare le risorse nazionale. All’ inizio lo sforzo espansivo della manovra sarà caricato sul bilancio nazionale e progressivamente sulle risorse europee. Vogliamo un cambio di passo radicale rispetto all’esperienza del passato”.

Passera, Illimity: “Recovery Plan, fondamentale scatenare energia delle imprese e rafforzare infrastrutture e sanità”

Corrado Passera, Founder and CEO illimity ha affermato:” Il Coronavirus è stato un acceleratore, ma le banche si stavano già trasformando perché le tecnologie digitali stanno offrendo moltissime possibilità. Ormai i confini tra banche e altri settori stanno diventando molto più labili, dobbiamo partire dall’idea che tutti i modelli tradizionali sono venuti meno. Le reazioni possono essere diverse, con Illimity abbiamo scelto di specializzarsi su alcuni bisogni che non sono ancora stati soddisfatti. Per esempio quelle delle PMI hanno un grande potenziale ancora non espresso, poi ci sono quelle che hanno avuto problemi ma possono essere riportate nel binario”

Sull’operato del governo nella gestione dell’emergenza: “è stata attuata una politica di emergenza inevitabile e si sono attuati dei meccanismi per far arrivare dei finanziamenti. Penso che sia stato fatto un buon lavoro sul tema delle garanzie, perché al di là della finanza d’emergenza, il meccanismo delle garanzie statali oggettivamente sta svolgendo un ruolo importante. Se aggiungiamo il tema delle moratorie la combinazione ha permesso di affrontare la situazione”.

Per quanto concerne il Recovery Plan: “Abbiamo a disposizione 300 miliardi dall’Europa per ridisegnare il nostro futuro. È chiaro che nell’immediato dobbiamo scatenare l’energia delle imprese, premiando chi investe, chi assume, chi si aggrega e chi immette soldi nel patrimonio dell’azienda. Poi c’è il grande mondo delle infrastrutture. I soldi del MES servirebbero invece per rafforzare la sanità.

Barrese, Intesa Sanpaolo: “Investire su riqualificazione ambientale, energia e infrastrutture per dare una spinta al nostro Paese”

Stefano Barrese, concordando con Passera sulla visione di scenario e sulla ricetta per la ripartenza aggiunge: “è stata molto dura, e i numeri lo dicono in modo chiaro. Devo dire che in questo momento l’elemento che sta supportando l’economia sono le manovre di liquidità e le sospensioni. Nel 2021 occorre proseguire con questo accompagnamento, perché parliamo di una crisi di “sospensione”.  La sospensione serve di fatto a rilasciare liquidità a beneficio delle aziende è di sicuro è uno strumento fondamentale che va mantenuto, pur non essendo sostitutivo.

Dal punto di vista della liquidità si è fatto tanto e il decreto è costruito bene. Noi siamo riusciti a far arrivare liquidità a circa 200 mila unità”. 

Barrese offre poi un’analisi diversificata sui settori produttivi “Siamo davanti a una crisi profondamente diversa rispetto a quella del 2008. Quella della manifattura è stata una ripartenza accelerata, mentre di sicuro il mondo dei servizi sta soffrendo. È importante accompagnare questi settori, perché sono aziende che nel momento in cui si potrà ripristinare la domanda torneranno a guadagnare come prima. Quindi separerei molto il tema della manifattura da quello dei servizi”.

Specialmente per quanto riguarda il settore manifatturiero, sottolinea il manager, non va sprecata la grande opportunità dei fondi europei: “Cruciale la ridefinizione delle filiere rendendole più prossime alle grandi manifatture europee, che può rappresentare una situazione di rilancio per il nostro paese”.

Farina, ANIA-Poste Italiane: “Sfida del risparmio assicurativo è sul fronte dell’offerta e della diffusione di cultura assicurativa”      

Maria Bianca Farina, Presidente ANIA e Poste Italiane ha evidenziato: “Il cambiamento era già in atto. Stavamo già innovando in grande dimensione perché il mondo intorno a noi stava cambiando. Pensiamo ai grandi mega trend globali come l’avanzamento della tecnologia, l’invecchiamento demografico, i cambiamenti climatici e così via. In questo contesto, nel quale il settore stava cambiando pelle, è arrivato lo tsunami della pandemia. Il Pil ha fatto un passo all’indietro di 30 anni e i bisogni di protezione si sono acuiti. Innovazione è diventata la parola chiave per affrontare al meglio le sfide che ci attendono, le vecchie e le nuove.

Le nostre compagnie stanno affrontando questi temi in termini di open innovation. Il cliente è sempre più vicino attraverso lo smartphone”.

“Nel momento dell’emergenza anche il nostro settore ha avuto un grande impatto. Nel dicembre del 2019 le compagnie assicurative detenevano un 18% dei risparmi delle famiglie italiane. Oggi la sfida del risparmio assicurativo è sul fronte dell’offerta, qui devono cambiare le regole e bisogna adeguarsi al mutato contesto perché questo tipo di risparmio va assolutamente preservato perché influisce direttamente sull’economia reale”

Accanto a questo problema, continua la Presidente: “C’è una sottoassicurazione storica in Italia che rende il paese più fragile. Forse gli italiani abituati a un welfare pubblico che, soprattutto in passato, copriva i fabbisogni delle famiglie, hanno sottovalutato il valore della mutualità assicurativa. I rischi sarebbero infatti più sostenibili. Pensiamo anche ai grandi rischi come le calamità naturali o le pandemie, dove la soluzione può essere una partnership tra pubblico e privato. Bisogna incentivare questa forma di tutela. Le case e le abitazioni assicurate per le calamità naturali non arriva al 4%. Come si può continuare a vivere sempre pensando ad operare dopo? “

 

PWC, ITALIA 2021: Le 10 priorità per le istituzioni finanziarie nella fase post COVID-19:

 

  1. Agevolare le politiche fiscali ed economiche dei governi

 

Negli ultimi mesi il sistema finanziario ha attuato uno sforzo imponente per sostenere la ripresa: le domande di moratoria hanno superato i 320 miliardi di euro; circa 88 miliardi il valore delle richieste al Fondo di Garanzia PMI; 13,5 miliardi di euro le garanzie emesse da SACE a inizio ottobre (Fonte: Task Force per le misure a sostegno della liquidità).

 

Con il Recovery Fund l’Italia beneficerà nei prossimi anni di oltre 208 miliardi di euro da investire. Lo Stato non avrà la «forza» di agire in autonomia: bisogna creare le condizioni perché banche, assicurazioni, investitori, privati partecipino al rilancio dell’economia reale. È necessario che lo Stato intervenga con nuove garanzie, parziali o totali, che permettano di creare un circolo virtuoso; e che introduca meccanismi in grado di creare un effetto leva per gli investimenti strutturali che verranno finanziati tramite i fondi europei.

 

  1. Garantire sostegno alle imprese ad alto potenziale

 

È necessaria un’alleanza tra banche, operatori specializzati, investitori e stakeholder locali perché il sistema finanziario fornisca supporto alle aziende ad alto potenziale, creando valore sostenibile nel medio-lungo periodo e aiutando le imprese nell’internazionalizzazione, ricerca e sviluppo, sul digitale e sulla sostenibilità.

 

È importante che le banche supportino sia le imprese in bonis che quelle in crisi per la pandemia. Il COVID genererà nuovi flussi di UtP- Unlikely to Pay (€60-100bn di nuovi crediti deteriorati attesi nei prossimi dodici mesi) che dovranno essere adeguatamente sostenuti; inoltre, l’incremento dell’indebitamento di molte imprese richiederà soluzioni innovative per ricapitalizzare e sostenere dal punto di vista finanziario le imprese meritevoli.

 

  1. Privati e patrimoni istituzionali in supporto all'economia reale

 

Un punto di forza dell’Italia nel confronto internazionale è senza dubbio la ricchezza del settore privato. A fine 2019 la ricchezza netta delle famiglie italiane ammontava a oltre 9.000 miliardi di euro, di questi circa 1.460 miliardi era detenuto in depositi e circolante.

 

L’obiettivo del sistema finanziario deve essere quello di fornire servizi sempre più adatti al profilo demografico ed economico delle famiglie italiane, per riuscire a condurre questa massa di risparmio verso investimenti in economia reale. Servono sicuramente interventi regolamentari e fiscali che incoraggino la partecipazione del settore privato ai mercati dei capitali. L’introduzione con il Decreto Rilancio dei PIR alternativi è un primo intervento in questa direzione.

 

  1. Rafforzare le reti di protezione per imprese e famiglie

 

L’Italia e gli italiani mostrano una “cronica sotto assicurazione”, che va affrontata mediante un processo di “alfabetizzazione assicurativa” da portare avanti a tutti i livelli. Nel settore danni l’incidenza dei premi sul PIL risultava nel 2018 pari all’1,9%, stesso valore del 2017, un valore decisamente inferiore alla media dei Paesi OCSE (4,5%). (Fonte OCSE)

 

Le compagnie di assicurazione devono sviluppare un’offerta sempre più raffinata e attuare un sistema integrato fra pubblico e privato, che consenta una gestione più equa ed efficiente dei vari tipi di rischio, in particolare per il lavoro, i patrimoni, le catastrofi naturali e la salute.

 

Un sistema in cui famiglie e imprese sono più «sicure» creerebbe un effetto volano permettendo di liberare risorse che oggi sono mantenute per prudenza in liquidità/titoli di Stato a favore di investimenti nell’economia reale.

 

  1. Digitalizzare l’interazione con il cliente

 

L’Italia ha uno dei più alti rapporti tra numero di filiali e numero di abitanti: 42 filiali ogni 100.000 abitanti vs. 32 della media EU; uno tra i più bassi livelli di penetrazione dell’online banking nei paesi europei: 36% degli individui utilizza l’internet banking nel 2019 vs. una media del 58% a livello europeo con picchi superiori al 90% nei Paesi nordici. Gli investimenti IT previsti nei piani delle principali banche tradizionali italiane in rapporto al totale attivo sono circa la metà di quelli delle principali banche europee e pari a un quarto delle banche americane. Una parte consistente di queste spese in IT sarà destinata al mantenimento dei sistemi esistenti.

 

L’adozione e integrazione di tecnologie emergenti (quali cloud, blockchain, RPA e cognitive technology) sarà uno dei fattori chiave in questo percorso di trasformazione digitale. La creazione di consorzi e/o accordi tra intermediari, come suggerito recentemente dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, potrebbe essere una strada percorribile anche dai piccoli e medi player italiani per realizzare gli investimenti necessari e non perdere le opportunità e i benefici legati all’accesso a nuove tecnologie e competenze.

 

  1. Trasformazione e innovazione aziendale per ridurre i costi

 

La bassa profittabilità del settore finanziario europeo rimane un elemento di preoccupazione e in un contesto di tassi destinati a restare sottozero ancora a lungo l’attenzione alla riduzione dei costi deve rimanere alta. Le aggregazioni tra intermediari possono generare notevoli risparmi sui costi, grazie ad economie di scala, minori spese amministrative e razionalizzazione delle filiali. Le banche medie italiane hanno un gap di circa 10 p.p. rispetto ai peer europei di simile dimensione. 

 

Banche, assicurazioni e asset manager dovranno rivedere e innovare il proprio modello operativo per disegnare un nuovo modello che permetta di essere più lean e meno costosi nel lungo periodo.

In parallelo dovranno ottimizzare l’allocazione del capitale focalizzandosi sui segmenti/ business che generano maggior valore.

 

  1. Sviluppare strategie di ecosistema con player finanziari e non

 

Fintech e Big Tech stanno trasformando il modo di fare banca e assicurazione sia con la tecnologia sia con un diverso modello di interazione con i consumatori e le aziende. La banca/ l’assicurazione del futuro è un ecosistema aperto, che collabora con fintech/ insurtech e integra servizi di terzi.

 

  1. Adottare un percorso chiaro verso consolidamento o specializzazione

 

Il numero di banche in Italia si è ridotto da 760 unità nel 2011 a 485 a fine 2019 (- 36%). Tale numero è pari a 226 unità, se escludiamo le 259 banche di credito cooperativo che fanno ora riferimento ai 3 gruppi bancari cooperativi. Riteniamo che la massa critica del sistema finanziario italiano debba aumentare per sostenere la sfida posta dalla compressione dei margini e dalla rivoluzione digitale che sta investendo l’industria. In futuro avremo pochi grandi campioni dimensionali, fornitori «globali» di prodotti e servizi e, dall’altro, operatori (anche di medio-piccole dimensioni) «specialisti» di prodotto/ segmento di business.

 

  1. Diventare protagonisti nelle sfide sociali e ambientali

 

Sono 34 milioni gli italiani interessati al tema della sostenibilità. Gli ultimi 18 mesi hanno visto un rapido aumento della creazione di strumenti di debito e di capitale relativi all’economia circolare: sono oggi presenti sul mercato 10 fondi di «public equity» incentrati parzialmente o interamente sull'economia circolare lanciati da operatori leader come BlackRock, Credit Suisse e Goldman Sachs; 10+ corporate bond per finanziare l'attività dell'economia circolare sono stati emessi con l'aiuto di Barclays, BNP Paribas, HSBC, ING, Morgan Stanley e altri. Banche, assicurazioni e asset manager dovranno definire percorsi strutturati di evoluzione e di adozione dei principi di sostenibilità, attraverso la rilettura di tutti i loro aspetti strategici e operativi e dei propri rapporti con tutti gli stakeholders.

 

  1. Ripensare la gestione del capitale umano

 

Le stime suggeriscono che i posti di lavoro negli Stati Uniti legati al software stanno crescendo del 6,5% all'anno, quasi il doppio del tasso di posti di lavoro in generale, e che in Europa ci sarà un divario di competenze high-tech di oltre 500.000 posizioni vacanti entro il 2020.

 

Occorre accelerare l’upskilling e il reskilling dell'attuale base di dipendenti, riprogettare il lavoro secondo il potenziale umano e affrontare la carenza di competenze specifiche studiando soluzioni di lungo termine, come per esempio partnership tra pubblico e privato in grado di dare vita a specifici programmi di formazione.

 

 

 

 

 

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