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Economia
Salone CSR 2020: stakeholders engagement e come finanziare SDGs

Salone CSR 2020: l'importanza degli stakeholders engagement e la visione delle aziende sugli SDGs

Al Salone CSR 2020 si è discusso dell'importanza degli stakeholders engagement, del dialogo sinergico che le aziende stanno mettendo in campo per soddisfare tutti gli attori impegnati nella transizione economica e industriale verso i piani della sostenibilità e del green. Si è colta l'occasione di ricordare l’attività della CFO Taskforce for SDG e capire come le diverse società stanno inserendo nei propri piani industriali gli SDGs per puntare al 2030, grazie al lavoro sinergico tra tutte le parti, ad un mercato che favorisca economia, ambiente, e società.

Salone CSR 2020: il panel "CSRnatives vs CSR pioneers: stakeholders engagement tra evoluzione e rivoluzione"

Nel panel "CSRnatives vs CSR pioneers: stakeholders engagement tra evoluzione e rivoluzione" i player hanno discusso sulla differenza tra i pioneers, coloro che venti anni fa cominciavano ad approccairsi ai temi della sostenibilità, e i giovani come i CSRnatives, coloro che stanno muovendo i primi passi e hanno potuto avere la possibilità di assorbire stimoli e suggerimenti, che si preparano a raccoglierne il testimone. Si è analizzato cosa va sviluppato e cosa va cambiato nell’approccio finora usato dai pioneers per fare in modo che si abbia il necessario “cambio di marcia” nelle imprese e nella società. Un confronto sul futuro delle strategie di sostenibilità con un focus su uno strumento importante come lo stakeholder engagement.  Un' analisi critica dei 20 anni in termine di avanzamento della cultura sostenibile e uno sguardo al futuro prevedendo quello che potrà essere importante per il salto alla sostenibilità nei prossimi 20 anni.
Questi gli interventi di  Eleonora Giada Pessina  (Pirelli) e Lucia Silva (Assicurazioni Generali)

Eleonora Giada Pessina Group Sustainability, Pirelli & C., ha dichiarato nel suo intervento: “Ciò che ha aiutato a unire cultura industriale settorializzata con elementi di sostenibilità è stato l’approccio integrato che identificava la materialità d’impatti e che portava l’identificazione dei rischi per unire due mondi che erano coesistenti ma non integrati. Fare CSR era necessario, dovevamo essere strategici nel portare le notizie nell’azienda. Quello che non ha funzionato è stato l’atteggiamento qualunquista di chi si attaccava solamente agli ideali, nelle aziende non è questo il modo per convincere il management a spostarsi sulla sostenibilità. Oggi le cose sono diverse, la normativa dal Green Deal agli obiettivi europei aiutano a creare connessioni da parte delle aziende sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, al tempo era difficile collegare tutto ciò al business.
La difficoltà sta sempre nella ratio economica, il business deve resistere nel tempo, per resistere deve conciliare impatti economici, ambientali e sociali per far comprendere all’impresa la connessione materiale tra sostenibilità ed economia.L’obiettivo per essere sostenibili nel tempo è la soddisfazione di tutti gli stakeholder, che vanno interrogati per conoscere i loro interessi e portarli allo stesso tavolo. La forza dell’opinione degli stakeholder e della condivisione dei prossimi passi permette un lavoro finale concreto e giusto"
.

Lucia Silva, Group Head of Sustainability and Social Responsibility Assicurazioni Generali, è intervenuta dicendo: “La parte della concretezza sarà uno dei tratti dei CSR del futuro. Credo che la visione dei leader sia importante, il nostro Amministratore Delegato è convinto che la sostenibilità sia il futuro, questo dà una visione strategica nel piano industriale dei prossimi 5-10 anni, ma anche quella parte umana di cui abbiamo bisogno: crediamo in quello che facciamo. Il problema in questi anni è stato il tema delle definizioni: la sostenibilità è guardare a lungo termine, quando la devi inserire in decisioni strategiche diventa più complesso, per quello è importante il pensiero allineato in azienda. Si stanno pensando partnership pubblico-privato per adempiere a questi rischi. Sarà sempre più importante avere un occhio sul rischio e stiamo capendo come per queste definizioni influiscono sul portafoglio, la sfida è quella di concretizzare le proposte. Sugli stakeholder c’è stato un’accelerazione di importanza nella consapevolezza del loro impatto da parte dei vertici. Sono diventati più visibili e più influenti. C’è bisogno di creare della partnership. Quando si parla di sostenibilità le persone ancora esattamente di cosa si parla, c’è un gap nella comunicazione, lavorerei prima sul saper comunicare in modo efficace, non bisogna solo sapere ma anche saper comunicare”.

Salone CSR 2020: il panel  "come finanziare gli SDGs"

Il panel "come finanziare gli SDGs", ha dato slancio alle iniziative che servono a raggiungere i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 e la necessità di un sistema finanziario sempre più sostenibile. L’incontroè stata l’occasione per ricordare l’attività della CFO Taskforce for SDG, che pubblicherà i Principles for SDG-aligned Corporate Finance dopo la 75° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e per fare il punto sull’attività del gruppo di lavoro ASviS che sta definendo il ruolo della finanza per creare valore nel lungo periodo e assicurare la sostenibilità dello sviluppo al centro delle politiche delle istituzioni finanziarie. Un argomento importante perché sia dagli accordi internazionali sia dalla pratica finanziare la sostenibilità e gli SDGs sono noti, per vedere l’agenda del 2030. 
Di seguito i punti di vista di Vincenzo De Cesaris (Pirelli), Nicole Della Vedova (Enel) e Chantal Hamende (Terna).

Vincenzo De Cesaris, Group Head of Finance and Risk Management Pirelli, ha affermato: “Pirelli integra nel piano industriale gli obbiettivi SDGs. A febbraio scorso abbiamo annunciato il piano 2020-2022 e individuato dei 17 SDGs, undici che riguardavano i processi, e per ciascuno individuato dei target sulla base degli anni del piano, oltre all'incremento dello stesso fino al 2025 per arrivare agli obiettivi del 2030. Pirelli ha una forte tradizione legata alla sostenibilità. Abbiamo trovato gran valore legato alla sinergia attraverso il coinvolgimento di altri attori per il CFO Taskforce delle Nazioni Unite, abbiamo altre aziende e altri investitori con i quali è necessario attivare rapporti. L’economia vissuta fino alla pandemia ha bisogno di ripartire. È importante che il mercato non solo sia liquido ma anche credibile, per questo è necessario individuare non solo gli investimenti ma anche la misurazione che deve essere certificabile da terze parti affinché possano essere valutati sul mercato. Come Pirelli abbiamo spinto questo processo di integrazione in maniera importante; riteniamo rilevante la sinergia della cooperazione con attori aderenti al CFO task force.Il trend è chiaro, Pirelli nel piano industriale annunciato a febbraio ha dichiarato che il 100% del nostro funding sarebbe stato green. Il trend non può che consolidarsi ulteriormente e le aziende non possono che seguirlo. Uno dei parametri, guardando al futuro, è ritenere che nel post Covid. ci sia un ulteriore sviluppo dei profitti legati alle auto elettriche. Riduciamo non solo l’impatto ambientale ma agevoliamo, con lo pneumatico ottimizzato per le auto elettriche, quello che sarà il veicolo. Siamo già in un chiaro trend e credo che le società abbiano ben chiaro il percorso che devono fare".

Gli SDGs sono parte integrante della strategia sostenibile di Enel. Il 90% degli investimenti vengono utilizzati nel business sostenibile. La nostra strategia ha 4 SDGs in piano: In particolare SDGs7 (energia pulita e sostenibile), SDGs9 (Industria, Innovazione e Infrastruttura), SDGs11 (Città e comunità sostenibili) e SDGs13 (I cambiamenti del clima).
Siamo parte attiva del CFO Taskforce delle Nazioni Unite: i pilastri principali sono gli investimenti sostenibili, identificare target per far si che gli investimenti siano all’interno del piano strategico e che la sostenibilità entri nella strategia. Noi abbiamo sempre piano industriale e piano sostenibile integrati. Fondamentale è la finanza sostenibile, gli investitori chiedono sempre più riguardo alle strategie sostenibili. Abbiamo poi emesso dei Sustainability Bonds per spostare il focus non sui singoli progetti ma sulla strategia. Il reporting è fondamentale perché bisogna imparare a comunicare meglio le informazioni dell’azienda. Standardizzazione parola chiave, sia dal punto di vista finanziario che dal punto di vista del mercato per rendere tutto più chiaro. L’idea è di raccogliere al tavolo più attori possibili per cercare di mettere a fattori comune le esperienze di tutti. La pandemia ha confermato che le aziende sostenibili sono anche le più resilienti. Il tema della finanza sostenibile è un tema di valore: sostenibilità uguale valore economico, facciamo le cose da un punto di vista finanziario, perché porta valore all’investitore e alla corporateNext generation Eu ha una tempistica più a breve raggio, come Enel le corporate devono supportare il governo nell’identificare progetti che possono essere portati avanti al di fuori del nostro piano. Questi fondi servono per rifondare un modello di business in ottica sostenibile per andare avanti in maniera unita a livello europeo”. H
a parlato così Nicole Della Vedova, Head of Corporate Finance Enel. 

Chantal Hamende, Sostenibilità - Responsabile Piani, Progetti e Reporting Terna, ha sostenuto: “Terna è nel Global Compact e ormai 5 anni fa abbiamo colto la grande novità di questa sfida condensata in 17 SGDs. Le aziende sono chiamate in causa in prima persona. Abbiamo fatto ricognizione sugli SGDs e trovati alcuni coincidenti con il nostro business: SDGs7, SDGs9, SDGs13. Anche noi integriamo il piano di sostenibilità nel piano strategico.  Un aiuto l’ha dato la reportistica, dall’esercizio 2017 le aziende che sono a questo tavolo hanno obbligo di produrre una dichiarazione di carattere non finanziario che coincide con il rapporto di sostenibilità. Comincia ad esserci una contaminazione di questi mondi che non possono esistere l’uno senza l’altro. La pandemia ha evidenziato che la sostenibilità è uno dei motori della ripresa, perché senza non c’è futuro. Un altro aiuto è il gran lavoro della Commissione Europea sulla tassonomia: abbiamo una definizione nuova di cos’è un investimento verde, tutto concorre a creare una nuova cultura. Questo contribuisce a far crescere la quota degli investimenti. Si può fare tutto prima e meglio se si attiva un partenariato pubblico-privato. Uno strumento che mettiamo in campo da due anni sono i Green Bond. Auspico che finanziare gli SGDs sia effettivamente la strada da percorrere”.

 

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