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Economia
Spread ai minimi da 2 anni, ma non c'è da esultare. Possibili danni all'Italia
Giorgia Meloni

Spread ai minimi da due anni, più ombre che luci dietro la presunta buona notizia

Dunque la Ducetta aveva ragione? Nel momento in cui viene scritto questo articolo, lo spread registra il dato più basso degli ultimi due anni fermandosi all’inattesa quota di 138 punti. Un numero che non si vedeva dal marzo 2022, momento in cui l’Esecutivo era capitanato dal Mario Draghi, vero e proprio fiore all’occhiello nostrano per quel che riguarda la finanza.

Sarà contenta Giorgia Meloni che, da quando è stata “incoronata” presidente del Consiglio, fa grande vanto dei buoni risultati ottenuti ogni qual volta ce n’è l’occasione. “La sinistra sperava che lo spread salisse per avere un altro governo tecnico (ed ecco la frecciatina a Draghi, ndr) ma non è successo. La differenza è stabilmente sotto i 150 punti, anche qui un record. Come ci siamo riusciti? Abbiamo smesso di buttare i soldi della gente dalla finestra”, si compiaceva solo un paio di settimane fa la premier.

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Dunque, tornando a noi, uno spread così basso è una buona notizia, in quanto testimonia la fiducia dei cittadini italiani e soprattutto dei mercati finanziari verso il nostro governo. Giusto? Ebbene, seppur all’apparenza possa sembrare che non ci sia nulla che non vada, non è esattamente così. E i motivi sono molteplici.

“Uno spread così basso a grandi linee è una buona notizia, ma non c’è da esultare”, esordisce Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione di Corporate Family Office (società che offre servizi di investimento). “Innanzitutto, lo spread è la differenza di rendimento tra un certo tipo di titoli di Stato italiani e il loro corrispondente tedesco. Dunque la Germania gioca un ruolo molto incisivo sul risultato”, spiega.

“Essendo la Germania in recessione, la nostra economia sta viaggiando più veloce di quella tedesca. E in parole povere, se lo spread oggi presenta livelli così bassi, non è solo merito della nostra ‘bravura’, ma anche della crisi economica che ha, appunto, investito la Germania”, conclude Tognoli.

Ambrogio (FdI): "Btp Valore un successo clamoroso. L'Italia torna artefice del proprio destino"

“Sta accadendo qualcosa di storico, che però fatica ad essere compreso e veicolato nel modo corretto: l’Italia sta riacquistando il proprio debito, e questo significa riprendersi in mano il futuro. Significa tornare ad essere artefici del proprio destino. Il BTP Valore non solo ha registrato numeri record, con 18,3 miliardi di euro di raccolta e oltre 656mila contratti retail quasi esclusivamente italiani, ma ha anche confermato la solidità del sistema-Italia, facendo scendere lo spread ai valori più bassi degli ultimi anni: questo, stante una proiezione di 120 miliardi di euro di bond collocati al retail sul 2024, permetterà di coprire in modo autonomo gran parte del fabbisogno netto del Tesoro e finirà inevitabilmente per puntellare i giudizi delle agenzie di rating internazionali attirando, quindi, nuovi investitori. Il debito made in Italy, peraltro in significativa contrazione in rapporto al PIL, stabilizza l’Italia e spiana la strada per investimenti e crescita: non ci aspettiamo che i padri politici del superbonus e del reddito di cittadinanza, due dei buchi più clamorosi della nostra storia, ci riconoscano qualche merito, ma è sicuramente qualcosa che infonde coraggio e nuovo slancio. Da sempre orgogliosi dell’Italia, ora l’Italia torna orgogliosa di se stessa”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Bilancio del Senato.

In sintesi, i nostri buoni risultati sorgono proprio sul forte calo dei nostri "vicini" di confine. Ma oltre all’origine non esattamente meritoria del nostro successo, c’è da dire anche che i tedeschi sono tra i nostri partner commerciali più prolifici. Dunque, se l’economia della Germania soffre, non c’è da essere contenti.

Così, la dipendenza dell'Italia dall'economia tedesca per le esportazioni e il commercio rende il nostro paese vulnerabile agli alti e bassi dell'economia teutonica. Quindi, se la Germania non dovesse riuscire a invertire la sua tendenza negativa, potrebbero esserci ripercussioni non idilliache anche sull'Italia nonostante il momento positivo dello spread.






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