Stellantis, Elkann sceglie Filosa per avere un uomo italiano nel board nel caso lui lasciasse. Lo stipendio? Non d'oro come quello di Tavares, ma... - Affaritaliani.it

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Stellantis, Elkann sceglie Filosa per avere un uomo italiano nel board nel caso lui lasciasse. Lo stipendio? Non d'oro come quello di Tavares, ma...

Il manager napoletano Filosa è il nuovo Ceo di Stellantis, ma che cosa c'è dietro questa scelta? La questione dell’italianità, il processo legale di Elkann con la madre e il confronto con lo stipendio di Tavares: tutti i retroscena

di Rosa Nasti

Stellantis, Filosa nuovo ad: che cosa c'è dietro la mossa di Elkann 

È ufficiale: Antonio Filosa sarà il nuovo amministratore delegato di Stellantis. Il manager napoletano, 52 anni, prenderà il posto di Carlos Tavares a partire dal 23 giugno, al termine di un processo di selezione durato settimane e conclusosi con un voto unanime del Consiglio di Amministrazione, presieduto da John Elkann.

Un passaggio di testimone che arriva in un momento delicato per il gruppo automobilistico perchè le difficoltà non mancano: vendite in calo, rating finanziari rivisti al ribasso e redditività in discesa, soprattutto nel mercato nordamericano. Filosa non è però un outsider. È un veterano del gruppo Fiat-Chrysler prima e Stellantis poi, con oltre 25 anni di esperienza, gran parte dei quali maturati tra America Latina e Stati Uniti.

Ha guidato le attività in Argentina, coordinato i marchi Alfa Romeo e Maserati in Sudamerica, e diretto l’intera area latinoamericana dal 2018. Nel 2023 è diventato il primo italiano a capo del marchio Jeep, ottenendo risultati brillanti, soprattutto in Brasile, dove ha contribuito a far diventare il Paese il secondo mercato mondiale del brand dopo gli Usa, grazie anche alla creazione del polo produttivo di Pernambuco.

Ufficialmente, la nomina di Filosa è stata accolta senza dissensi. Ma dietro le quinte, forse qualche tensione c’è stata. Il nome di Filosa circolava già da tempo, certo, insieme a quello di altri candidati di peso come Maxime Picat, Mike Manley, Jose Munoz e Jean-Philippe Imparato, ex Ceo di Alfa Romeo. Tuttavia, secondo la stampa francese, dopo essere stato escluso dal testa a testa finale con Filosa, Imparato avrebbe manifestato l’intenzione di andare presto in pensione. A quel punto, il suo incarico dovrebbe passare a Luca Napolitano, attuale Ceo di Lancia.

In ogni caso, tra i nomi scartati c’era anche quello di Luca De Meo, l’italiano che da anni guida con successo Renault. Un profilo perfetto, ma nei fatti, mai davvero in corsa. Probabilmente perchè De Meo è anche fortemente voluto dal presidente Macron, e il governo francese detiene il 15% di Renault e il 6,2% di Stellantis, quindi un’eventuale sua nomina avrebbe forse alterato gli equilibri azionari.

C’era anche chi, in Francia, avrebbe voluto un volto meno "italiano". Non tanto per antipatia verso Filosa, quanto, presumibilmente, per un certo fastidio nel vedere troppi ruoli chiave in mani italiane: Elkann alla presidenza e ora anche un Ceo napoletano. Filosa è però diventato il compromesso ideale (forse anche per "compiacere" Elkann): uomo del gruppo, italiano ma anche internazionale, pragmatico e figura di fiducia per John. Un "personaggio" con cui anche i francesi possono convivere. Per ora.

La scelta del manager partenopeo potrebbe però avere anche una lettura più profonda. Va ricordato che John Elkann è ancora coinvolto in un delicato conflitto legale con la madre Margherita Agnelli per la gestione dell’eredità di famiglia. Un processo che dovrebbe arrivare a una conclusione a breve, proprio nel mese di giugno, ma che rischia anche di rimettere in discussione ruoli e partecipazioni, compresa la sua presidenza in Stellantis. 

In quest'ottica la scelta di Filosa ha ancora più senso perchè, laddove Elkann dovesse uscire ridimensionato dal confronto legale, avere un "suo uomo" alla guida operativa del gruppo garantirebbe stabilità gestionale e una linea coerente con l’attuale strategia, oltre a mantenere una certa presenza italiana all’interno del gruppo.  In caso di cambiamenti anche al vertice del consiglio, non è da escludere che si apra la strada a Edouard Peugeot, figlio di Robert Peugeot e oggi presidente di Peugeot Invest: un nome che circola da tempo e che alimenta le voci su un possibile riequilibrio del potere in favore dei francesi.

Infine, un’altra domanda inevitabile riguarda il compenso del nuovo Ceo. Dopo le forti critiche ai super-stipendi di Carlos Tavares, che ha guadagnato 36,5 milioni di euro nel 2023 e 23 milioni nel 2024, gli occhi sono ora puntati sul pacchetto retributivo di Filosa. Al momento non ci sono cifre ufficiali, ma si ipotizza un salario base intorno ai 10 milioni di euro l’anno, ma che potrebbe decisamente lievitare considerando bonus, premi etc. Tuttavia, Filosa, a differenza di Tavares è un membro interno al gruppo, quindi non è così scontato che riceva lo stesso compenso del manager lusitano.

Insomma, si apre una nuova fase per il colosso italo-francese: la sfida è quella di rilanciare il gruppo in Europa, rafforzare la leadership nei mercati americani e colmare il gap con i giganti cinesi e statunitensi. Non sarà semplice. Intanto, il mercato osserva. E la Borsa, per ora, resta cauta. Come a dire: "Vediamo cosa succede, prima di brindare".

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