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Economia
Stellantis, spending review in Italia. Tagli alle spese di pulizia e mensa

Nel visitare gli stabilimenti di Mirafiori e di Grugliasco che furono di Fca, a fine febbraio il Ceo di Stellantis Carlos Tavares era stato chiaro: produrre auto in Italia costa sino a quattro volte di più che in Francia e in Spagna, altre province dell’impero delle quattroruote illuminato di stelle. Non tanto per il costo del lavoro, inferiore addirittura a quello transalpino, ma per l’incapacità dei volumi e delle vendite di automobili che escono dai siti ex Fca di coprire i costi industriali legati all’energia, alle spese per ricerca e sviluppo e per l’ammortamento delle tecnologie e delle strutture degli impianti. 

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Il presidente di Stellantis John Elkann

Dunque, visto che per il momento il mercato automotive europeo continua a contrarsi (-27% a gennaio, -12,3% a febbraio), l’unica leva da azionare in era Covid è quella dei savings. Bisogna rendere i siti più competitivi, intervenendo sul costo dei servizi e delle forniture. Razionalizzazioni  oltretutto facilitate da smart working e minore presenza in fabbrica. 

Detto, fatto. Secondo quanto riferiscono ad Affaritaliani.it alcune fonti interne, Tavares ha avviato una spending review negli stabilimenti tricolori. Iniziando a tagliare alcune spese sui servizi (riduzione di servizi esterni). Risparmi da realizzare per ora in particolare sui costi di pulizia delle fabbriche, per cui il gruppo automobilistico si serve di appalti esterni e nelle spese per le mense aziendali. Sforbiciate, a quanto pare, già operative su Melfi e Sevel. La stretta generale però verrà applicata a tutti i siti italiani.

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Accanto alle ottimizzazioni su alcune voci di spesa sui servizi, confermate da alcune fonti aziendali, il gruppo sta portando poi avanti la cassa integrazione sugli stabilimenti italiani in maniera abbastanza generalizzata, da Nord a Sud: continua a Melfi, a Cassino, a Mirafiori e a Grugliasco.

L’ex Fca è entrata nel quattordicesimo anno consecutivo di utilizzo di Cig.  Anche se Tavares lo ha escluso più volte, l’ovvio timore dei sindacati è che la sforbiciata al costo del lavoro negli stabilimenti possa diventare strutturale con il varo del nuovo piano industriale dell’era Stellantis. Strategie che, contrariamente a quanto atteso all’inizio (i due produttori hanno iniziato ad operare insieme sotto lo stesso marchio il 16 gennaio), vedranno la luce non in autunno, ma a fine 2021 e inizio 2022. 

(Segue...)

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