TASSE E WEB: I like ai giganti del web adesso li mette il fisco europeo - Affaritaliani.it

Economia

TASSE E WEB: I like ai giganti del web adesso li mette il fisco europeo

Daniele Rosa

Ue stima perdita di 5,4 miliardi per mancate entrate fiscali da Google e Facebook

E adesso i ‘like’ agli imperi di Facebook, Amazon, Twitter, Instagram e di tutta la ‘compagnia cantante’ del web che per anni ha fatto utili giganteschi evitando di pagare tasse dove avrebbero dovuto essere pagate, li sta cominciando a mettere l’Unione Europea.

Tra il 2013 e il 2015 l’Unione Europea ha stimato di aver perso la considerevole cifra di 5,4 miliardi di euro in termini di mancate entrate fiscali da parte di Google e Facebook.

TASSE E WEB. DA APPLE 13MILIARDI DI TASSE ARRETRATE

Sempre la stessa Commissione ha chiesto all’Irlanda di recuperare da Apple la cifra record di 13 miliardi di euro di tasse arretrate dal 2005.

Fino ad ora con l’occhio benevolo di paesi tra cui Irlanda, Olanda, Lussemburgo le multinazionali del web hanno surfato tranquille fatturando in ‘paradisi fiscali’ anche quello che producevano in paesi con regimi fiscali meno favorevoli.

E non e’ un caso se adesso Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Europea ha chiaramente dichiarato che ’ le società’ del web dovrebbero pagare le tasse dove svolgono la loro effettiva attività’ economica’.

TASSE E WEB. SI PAGA DOVE SI PRODUCE

Semplice semplice come suggerimento ma , fino a poco tempo fa, assolutamente inascoltato.

Utili a dismisura, tasse al minimo e capitalizzazione impressionante cosi’ da stravolgere completamente il ranking delle società’ mondiali a maggiore capitalizzazione.
Nell’elenco infatti non ci trovi più’ realtà’ imprenditoriali cosiddette tradizionali ma colossi come Apple, Google, Microsoft, Facebook e Amazon.

Soltanto cinque anni fa sarebbe statuto inimmaginabile il solo pensarlo.

TASSE E WEB. LA CUCCAGNA E’ FINITA

Ma la cuccagna sembra essere destinata a finire sia a livello europeo che mondiale.
Nonostante si cerchi di trattarle con la dovuta cautela , considerato il fatto che la maggior parte di queste società’ sono americane, il fisco europeo e pure quello italiano hanno cominciato a fare seria pressione.

Ed allora alcuni accertamenti della Procura di Milano hanno portato l’Agenzia delle Entrate ha portare a conclusione un accordo di patteggiamento con Google e Apple di circa 600 milioni per chiudere una parte di contenzioso con il fisco.

I numeri sono davvero alti. Nel 2016 le imposte versate al fisco italiano da Google, compresa la rata accordo con l’Agenzia delle Entrate, hanno raggiunto i 47 milioni di euro.

Mentre nello stesso anno Facebook, Apple , Amazon, Airbnb, Twitter e TripAdvisor hanno dato al nostro erario quasi 12 milioni di euro.

Probabilmente per i giganti del web la pacchia fiscale e’ finita.
Ora si tratta di dare, a livello europeo, una regolamentazione fiscale chiara, cosi’ come vige da tempo, nelle società’ tradizionali.

In fondo i consumatori che hanno garantito il successo e lo sviluppo delle multinazionali della rete hanno il diritto di sapere che il concetto di virtuale ha valore se si parla di informazioni, condivisioni, like, ma diventa una presa in giro se non gli si affianca una regolamentazione precisa per pagare le giuste tasse sui guadagni che di virtuale proprio non hanno nulla.

Ed allora un po’ meno like ma un po’ più’ di soldi al fisco.