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Economia

Trump e dazi, quando tagliare i tassi d'interesse non basta più

L'inflazione è scesa e la crescita rischia fortemente di risentire dell'incertezza sui dazi

a cura di Martin Van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco

Trump e dazi, quando tagliare i tassi d'interesse non basta più

I titoli dei giornali sulle tariffe doganali USA hanno mantenuto elevata la volatilità dei mercati. Le condizioni economiche sono diventate più incerte, indipendentemente dall'esito delle attuali trattative commerciali. Ciò pone la Fed in una situazione in cui sarà costretta a scegliere tra un aumento dell'inflazione indotto dalle tariffe doganali e un rallentamento della crescita.  

La BCE si trova di fronte a un dilemma diverso. Per ora, con tassi di politica monetaria non ancora espansivi, vi sono chiari motivi per continuare a tagliare i tassi. L'inflazione è scesa e la crescita rischia fortemente di risentire dell'incertezza sui dazi. Guardando oltre i prossimi uno o due trimestri, la situazione potrebbe essere diversa. Con l'avvicinarsi della fine dell'anno, il consistente stimolo fiscale annunciato dalla Germania e la spesa per la difesa potrebbero svolgere un ruolo più importante nel sostenere la crescita. A quel punto, la BCE potrebbe trovarsi di fronte a un compromesso tra l'attuazione di ulteriori stimoli monetari o il proseguimento degli stimoli fiscali.

La BCE ha mantenuto un ritmo costante di tagli dei tassi da ottobre. Riteniamo che i tassi saranno nuovamente ridotti di 25 punti base nella riunione di giugno, portando il tasso di deposito (depo) al 2,0%. 

Dopo questo passo atteso, qualsiasi ulteriore riduzione dei tassi dovrebbe essere meno meccanica. La politica della BCE non è più restrittiva, ma ciò non significa che la BCE non sia in grado di agire se necessario. La presidente della BCE Lagarde ha recentemente sottolineato che non essere restrittivi è “insensato” perché non viviamo in un “mondo privo di shock”. Gli annunci sui dazi degli Stati Uniti hanno chiaramente rappresentato uno shock di questo tipo. Di conseguenza, la BCE può essere “agile” e Lagarde si sente libera di ridurre ulteriormente i tassi se necessario. La necessità di farlo dipenderà in gran parte dall'esito degli attuali negoziati commerciali tra l'UE e gli Stati Uniti e dal danno economico già causato dalla guerra commerciale. 

Le attuali condizioni di inflazione offrono margini per un ulteriore taglio dei tassi, ma per il momento la situazione economica sembra reggere abbastanza bene. Gli indicatori anticipatori, quali l'indice PMI composito dell'Eurozona e l'indice Ifo sulle aspettative, sono rimasti su livelli modesti, senza registrare ulteriori cali. Ciò suggerisce che non è imminente la necessità di un allentamento al di sotto del livello neutrale. Lo staff della BCE stima che il tasso di deposito neutrale sia compreso tra l'1,75% e il 2,25%.

Il mercato ha prezzato un tasso di deposito di circa l'1,75% a fine anno, il che implica due ulteriori tagli di 25 punti base. Riteniamo che ciò non sia lontano dal livello al quale i titoli a breve termine appaiono convenienti. Con il passare del tempo e dopo un taglio dei tassi di giugno, il mercato continuerà probabilmente a ritenere che potrebbero seguire ulteriori allentamenti.

È più difficile immaginare uno scenario in cui venga prezzato un ritorno a una politica più restrittiva. Nei prossimi mesi, riteniamo che i rischi siano orientati verso tassi inferiori a quelli attualmente prezzati. Dopo l'estate, la situazione potrebbe cambiare. A quel punto, un fattore positivo per la crescita potrebbe attirare maggiore attenzione: l'ampio stimolo fiscale tedesco.

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