Economia
Se Trump taglia i contratti, quanto perde Musk? Buco da quasi 40 miliardi per Tesla e SpaceX. Tutti i numeri
Trump minaccia di tagliare tutti i fondi alle aziende di Musk. Solo SpaceX potrebbe perdere più di 20 miliardi. Tesla crolla in Borsa

Trump pronto a chiudere i rubinetti a Musk: i contratti pubblici in ballo valgono 38 miliardi
Elon Musk sta forse scherzando col fuoco. E dall’altra parte della miccia c’è Donald Trump, uno che quando si sente tradito, non perdona. Dopo settimane di frecciate, il tycoon ha affilato i coltelli: "Il modo più semplice per risparmiare miliardi è tagliare sussidi e contratti a Elon". Detto, fatto? Non ancora. Ma se lo facesse, sarebbe un terremoto da miliardi di dollari, potenzialmente il colpo più duro mai inferto all’impero dell'uomo più ricco del mondo.
Secondo un’approfondita analisi del Washington Post, le aziende di Musk hanno ricevuto almeno 38 miliardi di dollari in contratti, prestiti, crediti d’imposta e sussidi federali. Non un aiuto da poco insomma, ma una vera impalcatura su cui poggia gran parte del successo del suo ecosistema industriale. Cominciamo da SpaceX, il gioiello spaziale di Musk valutato 350 miliardi di dollari. Difficile quantificare con precisione cosa perderebbe, dato che molti contratti sono coperti da segreto militare.
Ma qualcosa trapela. Secondo quanto riporta il Sole24 Ore, ci sarebbero circa 22 miliardi di dollari in contratti governativi in essere, come dichiarato dalla presidente Gwynne Shotwell, almeno 15 miliardi da NASA, 3,8 miliardi solo nel 2024. Inoltre il Dipartimento della Difesa ha affidato a SpaceX contratti per oltre 3,6 miliardi, incluso un singolo deal da 733 milioni per il lancio di satelliti militari. Alcuni progetti coperti da riservatezza (come i satelliti spia per la National Reconnaissance Office) valgono da soli 1,8 miliardi.
E non è finita qui. Musk rischia anche di perdere l’autorizzazione top secret che gli consente di accedere a informazioni classificate. Senza quella, niente collaborazioni con NASA e Pentagono. Tesla però è forse quella che pagherebbe il prezzo più alto. La "big, beautiful bill", battezzata da Trump, è una legge di bilancio che, secondo le proiezioni governative, andrebbe ad aggiungere fino 2.400 miliardi di dollari al deficit federale americano nei prossimi 10 anni. Tuttavia è diventata anche il pomo della discordia tra il tycoon e Musk perchè andrebbe contro gli interessi del magnate sudafricano, prevedendo la conclusione del programma di incentivi per gli acquisti di veicoli elettrici. Tesla, infatti, è tra le principali beneficiarie dei crediti d’imposta per veicoli elettrici e appena si è sparsa la voce dei tagli, la reazione è stata brutale: il colosso di Musk ha perso oltre il 4% in borsa in poche ore, e sono andati in fumo decine di miliardi di dollari di capitalizzazione.
I numeri dicono quindi che il mercato sa benissimo quanto Tesla dipenda anche oggi da quegli incentivi che hanno reso l’elettrico più "attraente" e sostenibile. E poi ci sono le grane legali e regolatorie. Musk era un consigliere informale della Casa Bianca (e di fatto influente sul Dipartimento dell’Efficienza). Da lì poteva, per esempio, frenare una norma ambientale che limitava l’uso d’acqua nelle rampe di lancio. Ora è fuori dal Doge, senza accesso diretto, e lo Stato è diventato ostile. D'altra parte però disincentivare aziende come SpaceX potrebbe rivelarsi un boomerang, perchè non è come chiudere un rubinetto, ma tagliare un’arteria dell’industria aerospaziale americana.
Insoma il rapporto tra Musk e Trump è diventato una partita di poker. Il miliardario ribelle ha insultato la legge di bilancio, ha lasciato il consiglio del Doge, ha criticato i dazi e preso le distanze. Trump ha reagito colpendo nel punto più vulnerabile: gli incentivi. Musk sa che senza lo Stato il suo impero può perdere pezzi. Ma Trump sa che toccare SpaceX e Tesla può significare scatenare una tempesta. Nessuno può davvero vincere, ma entrambi possono perdere.