Unipol, Bper e Cariparma su Carige.In arrivo l'accordo sulle esternalizzazioni - Affaritaliani.it

Economia

Unipol, Bper e Cariparma su Carige.In arrivo l'accordo sulle esternalizzazioni

I rumors su Banca Carige

di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni


Tensioni in calo in casa Banca Carige tra l’azionista di controllo, Vittorio Malacalza (salito sopra il 20% dopo l’aumento da 500 milioni di euro dello scorso dicembre), e l’amministratore delegato, Paolo Fiorentino, ex Chief operating officer di Unicredit che lo stesso Malacalza ha voluto da giugno quale sucessore di Guido Bastianini, sfiduciato assieme all’ex Cfo Arturo Betugno per aver deciso a suo tempo di convertire il bond Generali prima dell’aumento di capitale senza approfondire “minimamente” in Cda quali fossero rischi, vantaggi e svantaggi dell’operazione che portò Trieste tra gli azionisti (attualmente con una quota dell’1,6%). Malacalza ha chiesto al Cda (che si riunisce domani, 2 febbraio) un “franco chiarimento” sull’aumento, muovendo nuove critiche alla “complessiva conduzione gestionale, legale e comunicativa dell’operazione” da parte “delle banche garanti, di Carige, dei consulenti legali di questa e dei suoi incaricati della comunicazione”. Un incontro con Fiorentino avrebbe tuttavia stemperato le tensioni, dopo che il top manager si p impegnato ad accelerare il turnaround dell’istituto ligure.

carige

 

Un passaggio fondamentale per essere pronti ad un’operazione di aggregazione già l’anno venturo che potrebbe riguardare secondo un’ipotesi rilanciata da Equita Sim, un “maxi polo” con a capo Mps e in cui parteciperebbero anche Banco Bpm, Bper Banca e Creval, oltre all’istituto ligure. Uno scenario che piacerebbe al ministero del Tesoro, attuale azionista di controllo del Monte dei Paschi di Siena e socio di Carige col 5,4%, ma che non trova eccessivo credito rispetto alcuni rumors interni alla banca ligure raccolti da Affaritaliani.it.

Secondo alcune fonti interne al gruppo, infatti, proprio Vittorio Malacalza, avvicinatosi a Carige fin dal 2010-2011, sarebbe stato tra le voci dissenzienti all’ipotesi di un matrimonio con l’allora Banca popolare di Milano, sponsorizzata (inutilmente) da Mediobanca a cavallo del 2012-2013. Malacalza poi è un imprenditore dal carattere duro, con una ferrea convinzione nei propri mezzi e la voglia di comandare in prima persona (ne sanno qualcosa proprio gli amministratori delegati di Carige, nominati e “sfiduciati” anno dopo anno).

malacalza
 

Difficile dunque che cambi idea ora: più facile che si lasci convincere a dare il proprio assenso alla francese Credit Agricole (che si muoverebbe attraverso la controllata italiana Cariparma, che lo scorso anno ha già rilevato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, le casse di risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato), come ipotizzato qualche giorno fa anche da un report di Mediobanca Securities. O che vada a vedere le carte di Unipol (col 3,6%), anche se tra Carlo Cimbri e Vittorio Malacalza era calato il gelo lo scorso novembre, dopo che il gruppo bolognese, contattato da una delle banche del consorzio di collocamento, si era tirato indietro rispetto all’ipotesi di sottoscrivere ulteriori titoli dopo aver già convertito le proprie obbligazioni subordinate.

Non spiacerebbe a Malacalza, secondo le fonti, anche un matrimonio “a due” con Banca Bper, purché si possa arrivare ad un’Opas che valorizzi adeguatamente i titoli genovesi, che ormai in Borsa valgono meno del centesimo a cui è stato lanciato l’ultimo aumento di capitale, cosa che implica per Malacalza (che nell’aumento ha investito 25 milioni di euro) ulteriori perdite rispetto ai 230 milioni “bruciati” fino a prima della ricapitalizzazione.

Intanto, è partito oggi il confronto interno fra azienda, sindacati e Credito Fondiario, entrato nel capitale con il 5,4% in occasione dell'aumento di capitale, per l'esternalizzazione della struttura degli Npl (accordo per 1,2 miliardi). Confronto che dovrebbe durare due giorni e che disegnerà la cornice contrattuale con cui circa 50 dipendenti della banca confluiranno nell'operatore specializzato nel settore degli investimenti e servicing di portafogli di crediti deteriorati.

Stando a quanto risulta ad Affari, gli unici nodi (il Credito Fondiario è iscritto all'Abi e quindi adotta il contratto del credito) riguardano il mantenimento di tutti i 50 dipendenti che gestiranno il pacchetto degli Npl e un eventuale loro rientro in Carige fra alcuni anni (le condizioni del fondo pensione e delle polizze sanitarie infatti sono migliorative). Il confronto verterà anche sulla sede lavorativa visto che dopo un periodo iniziale di utilizzo degli uffici di Carige, i dipendenti potrebbero dover trasferirsi a Milano e soprattutto a Roma, sedi del Credito Fondiario.