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Economia
Whirlpool rifiuta le 13 settimane di cassa Covid. Tutti licenziati a Napoli
Lapresse

Niente da fare: al via i licenziamenti anche per i 359 operai della fabbrica Whirlpool di via Argine a Napoli. Il colosso americano degli elettrodomestici ha rifiutato le 13 settimane di cassa integrazione del decreto fisco e lavoro messe a disposizione dal Governo per il sito chiuso il 30 ottobre 2020, stop a seguito del quale solo il blocco normativo emergenziale durante la pandemia aveva impedito i licenziamenti che il gruppo aveva poi annunciato per il primo luglio. Una volta cioè scaduto il divieto generalizzato in vigore da febbraio 2020. Le 13 settimane di cassa integrazione, che non comportano ulteriori costi per gli americani, avrebbero dato ulteriore tempo alla controllata del Mef Invitalia per la ricerca di un nuovo investitore (si fa il nome di Hitachi) con cui costruire un piano di rilancio per lo stabilimento e le maestranze. 

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La viceministra dello Sviluppo economico Alessandra Todde

"Dopo lunga riflessione abbiamo deciso di avviare la procedura di licenziamento collettivo. Siamo consapevoli della nostra scelta. Restiamo il più grande investitore e produttore di elettrodomestici in Italia", ha gelato la viceministra dello Sviluppo economico, Alessandra Todde e le parti sociali l’amministratore delegato di Whirlpool per l’Italia Luigi La Morgia al tavolo al Mise. Una vertenza che va avanti da maggio 2019 e in cui nell’ultimo incontro di una settimana fa l’azienda a stelle e strisce aveva chiesto un'altra settimana di tempo per decidere se utilizzare o meno le 13 settimane aggiuntive di cassa integrazione, impegnandosi a non prendere iniziative unilaterali fino all’incontro di oggi, avviando i licenziamenti collettivi.

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La procedura, resa necessaria per il gruppo che non riesce a spostare su Napoli la domanda produttiva proveniente da altre aree, però "dal nostro punto di vista non deve essere una pregiudiziale" per l'individuazione di un'alternativa per il sito ha aggiunto il numero uno di Whirlpool Italia La Morgia. "Nel caso in cui l'alternativa venisse individuata nei 75 giorni - ha proseguito il top manager - siamo pronti a discuterne. Nell'ambito della procedura vogliamo confermare la nostra intenzione di prolungare la possibilità di accedere a un pacchetto di incentivazione, che già oggi stiamo offrendo nel piano sociale in essere e pari a 75 mila euro a persona (per gli esodi, ndr), e in parte stiamo già eseguendo dando l'opportunità a persone che lavorano nel sito di Napoli di trasferirsi nel sito di Cassinetta. Confermiamo la nostra disponibilità proporre trasferimenti all'interno del gruppo” che in Italia, dopo l’acquisizione del gruppo Indesit nel 2014 dalla famiglia Merloni, conta circa 6 mila dipendenti.

(Segue...)

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