Esteri
"Gaza, diritto internazionale distrutto. Ora una nuova stagione. Trump? Inquietante. L'Europa ha sbagliato a non negoziare con Putin"
Parla Alfredo D'Attorre, membro della segreteria del Pd

"Certi comportamenti di Trump preoccupano, specie nei confronti dei media e di chi esprime critiche. Gli Usa sono una democrazia in crisi"
"A Gaza il diritto internazionale è stato distrutto e oltraggiato. Serve una nuova stagione del diritto internazionale per recuperare la sua efficacia: ciò può accadere solo se si supera la degenerazione del doppio standard, cioè se si riafferma un diritto fondato su regole che tutti si impegnano a rispettare, a prescindere da chi si applichino, se a nemici o ad amici". Alfredo D'Attorre, professore di Filosofia del diritto all'Università di Salerno, responsabile Università e Ricerca della segreteria nazionale del Partito Democratico, già parlamentare dal 2013 al 2018, risponde così alla domanda di Affaritaliani se il diritto internazionale esista ancora visto ciò che sta accadendo a Gaza City e in generale in Palestina. "Il diritto internazionale non si può applicare a corrente alterna, non può valere per i nemici e non valere per gli amici. Così il diritto internazionale diventa una mera espressione verbale e la negazione stessa del diritto".
Alla domanda se il presidente Donald Trump stia trasformando gli Stati Uniti d'America da una democrazia a un'autocrazia, D'Attorre risponde: "Trump non nasce dal nulla. E' l'esito più che la causa della crisi della democrazia americana, la quale tuttavia dispone ancora di contrappesi importanti, sia sul piano giudiziario, sia per l’assetto federale, sia per per la stampa libera. Ma certi comportamenti di Trump sono preoccupanti, specie nei confronti dei media e di chi esprime posizioni critiche. Gli Usa sono una democrazia in crisi, ma pur sempre una democrazia. Tuttavia certi atteggiamenti di Trump iniziano a essere davvero inquietanti. Ho visto di recente un tentativo di intervista da parte di un reporter australiano: Trump gli ha risposto che avrebbe riferito al premier del suo Paese che un giornalista australiano gli aveva fatto una domanda sgradevole. La preoccupazione c'è, dobbiamo sperare che si attivino gli anticorpi della democrazia Usa".
E infine la guerra in Ucraina, come arrivare alla pace? "E' stato sacrosanto impedire a Putin di arrivare con i carri armati a Kiev, annettere l'Ucraina e instaurare un governo fantoccio, ma l'errore dell'Europa è stato quello di non aprire un canale di dialogo diretto con la Russia quando le posizioni sul campo erano più equilibrate. Giusto fornire la possibilità all'Ucraina di difendersi, ma l'errore è stato pensare che potesse esserci una vittoria totale su Mosca. Così si è lasciato il campo aperto a Trump che si è intestato la trattativa. L'Europa dovrebbe ora recuperare il proprio ruolo non per la prosecuzione a oltranza della guerra, ma per un negoziato con la Russia. Sostenere Zelensky non per arrivare alla impossibile vittoria totale sulla Russia, ma per aprire un negoziato realistico. Questo lo si fa solo parlando con il nemico, non rendendo le trattative impossibili o addirittura illegali, come per troppo tempo diversi in Occidente hanno incoraggiato Zelensky a fare", conclude D'Attorre.
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