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Esteri
Attentato Mosca, il mondo trema. Putin vuole vendetta e ufficializza la guerra
Attentato a Mosca

Attentato Mosca, teorie del complotto incrociate e negoziati più lontani

E ora che succede? La domanda è più che legittima e non ha una risposta chiara, né rassicurante. A prescindere da chi sono davvero i colpevoli dell'attentato al Crocus City Hall di Mosca, le prime reazioni e la contingenza in cui è avvenuto rischiano seriamente di radicalizzare ulteriormente il confronto tra Russia e Ucraina, ma anche tra Russia e Stati Uniti. Aumentando così i rischi che la guerra faccia un ultreriore e pericolosissimo salto di qualità.

Facciamo un piccolo salto indietro alle ore immediatamente precedenti all'attentato per capire in che contesto la strage è avvenuta. "Quella in Ucraina continua a essere una operazione militare speciale, in termini legali. Ma di fatto si è trasformata in una guerra per noi, con l'Occidente collettivo che rafforza sempre di più e sempre più direttamente il suo coinvolgimento nel conflitto". Parola di Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino. Si tratta della prima volta che viene riconosciuto ufficialmente il termine "guerra", alimentando dunque le voci della possibile imminente mobilitazione generale.

Ritorniamo all'attentato. In particolare alle immediate reazioni. Mentre ancora i cadaveri sono caldi, iniziano a diffondersi voci (almeno sin qui) non verificate sulle possibili ipotesi. Dmitri Medvedev, vicepresidente russo, avvisa subito che in caso verrà provato il coinvolgimento dell'Ucraina, i leader ucraini verranno uccisi. Da Kiev non ci si limita a respingere le ipotesi di qualche collegamento con l'azione terroristica, ma si accusa proprio Mosca di aver messo in piedi un'operazione "false flag".

"Questa è una consapevole provocazione dei servizi speciali di Putin per la quale eravamo stati avvertiti dalla comunità internazionale. Il tiranno del Cremlino ha cominciato così la sua carriera e ora vuole concluderla nello stesso modo: commettendo crimini verso i suoi cittadini", ha detto Andrii Yusov, rappresentante dell'intelligence militare ucraina, a Ukrainska Pravda. 

Mosca ha controrisposto subito dopo la presunta rivendicazione dell'Isis, che secondo diversi media russi non sarebbe provata, per alcuni addiruttura non sarebbe attendibile o persino un falso. Mentre sui social in tanti avanzano l'ipotesi del coinvolgimento nientemeno della Cia, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova avanza qualche sospetto: "Ci sono reazioni a ciò che è accaduto al Crocus che sollevano più interrogativi. Questo riguarda certamente i commenti di Washington, che ha affermato di non aver visto segni di un coinvolgimento degli ucraini nell'attacco terroristico", incalza Zakharova. "Cosa spinga i funzionari di Washington a trarre conclusioni nel bel mezzo della tragedia sul mancato coinvolgimento di qualcuno è una bella domanda".

Dalla legge marziale all'allargamento della guerra: rischi maggiori dopo l'attentato

Al di là delle responsabilità reali, ci saranno in ogni caso delle conseguenze concrete dall'attentato. Sul fronte interno, innanzitutto, Putin dovrà mostrare di essere forte e dovrà mostrare che la Russia otterrà la sua vendetta. Prima ancora di capire contro chi, è presumibile che verrà rafforzato il sistema di sicurezza interno. C'è persino chi, come Andrei Nechaev, ex ministro e uomo di Boris Eltsin, pensa che il Cremlino possa introdurre la legge marziale. L'anticamera della mobilitazione generale, che è stata da molti ipotizzata nelle scorse settimane insieme a una possibile nuova vasta offesiva contro l'Ucraina in primavera.

Sul fronte esterno, per misurare i possibili accadimenti e quanto sarà alto il rischio di un conflitto ancora più esteso e pericoloso, sarà innanzitutto cruciale capire su chi verrà addossata la colpa dell'attentato. Mosca crederà alla pista dell'Isis oppure no? O per i più maligni, userà questa vicenda per giustificare la nuova offensiva, che qualcuno immagina anche più estesa delle precedenti, contro l'Ucraina?

Non si può certo escludere, anche perché la polarizzazione delle teorie del complotto diffuse mentre ancora si contavano i cadaveri di Mosca aiutano semplicemente a radicalizzare un contrasto che sembra destinato a impedire qualsiasi tipo di riappacificazione. Come ha riconosciuto l'inviato speciale cinese Li Hui, di ritorno dal suo tour tra Russia, Ucraina e Unione europea, le posizioni di Mosca e Kiev sembrano inconciliabili e non si sono sostanzialmente mosse di un millimetro. Anzi, i recenti avvenimenti mostrano semmai che stanno diventando ancora più calcificate e immutabili.

Anche solo mantenere e diffondere i reciproci dubbi, serve a estremizzare un'opposizione che si fa col passare del tempo sempre più pericolosa. E che alza il rischio che la guerra travalichi i confini che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi due anni.






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