Esteri
Dazi, Usa-Cina: s'infiamma la guerra commerciale. Pechino convoca un vertice d'urgenza
Le tariffe contro il dragone sono salite del 104%

La Cina prepara "misure risolute" contro i dazi di Trump. Xi: "Rafforzare i legami coi paesi vicini"
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è entrata ufficialmente nel vivo. I dazi voluti dal presidente americano Donald Trump su decine di economie sono entrati in vigore, intensificando la temuta guerra commerciale globale, alle 00:01 di Washington (6:01 in Italia). La Cina, il principale rivale economico e strategico Usa ma anche un importante partner commerciale, è la più colpita con aliquote aggregate salite al 104%, frutto del 20% precedentemente imposto, di un ulteriore 34% e di un aumento dell'ultimo minuto del 50% firmato da Trump martedì sera dopo che Pechino non ha ritirato le sue controtariffe al 34% in vigore da domani.
Il tycoon ha dichiarato martedì di lavorare a "accordi su misura" con i partner commerciali, e la Casa Bianca ha affermato che avrebbe dato priorità ad alleati come Giappone e Corea del Sud. Argentina, Vietnam e Israele sono altri Paesi che si sono offerti di negoziare in tempi rapidi. Ma Pechino non ha mostrato segnali di cedimento, promettendo di combattere una guerra commerciale "fino alla fine" anche con le relative contromisure pur di difendere i propri interessi. L'inquilino della Casa Bianca ha insistito sul fatto che la palla fosse nel campo della Cina, affermando che Pechino "vuole assolutamente raggiungere un accordo, ma non sa come avviarlo". Parlando martedì sera, Trump ha anche anticipato che gli Stati Uniti avrebbero annunciato un'importante tariffa sui prodotti farmaceutici "a breve". Il tycoon è convinto di poter in questo modo rivitalizzare la base manifatturiera americana, costringendo le aziende a trasferirsi negli Stati Uniti.
Pechino riunisce un vertice d'emergenza
Ma quale tipo di risposta sta preparando la Cina? La leadership cinese prevede di tenere un incontro di alto livello, possibile già oggi, per definire le misure volte a rilanciare l'economia e a stabilizzare i mercati dei capitali, nel mezzo dell'impennata delle tensioni nella guerra commerciale con gli Usa. Lo riporta la Reuters sul suo sito, ricordando i timori degli economisti su uno scenario di minor crescita del Dragone nel 2025 pari anche all'1-2% del Pil. L'incontro è il primo essere reso pubblico da quando il presidente Usa Donald Trump ha imposto dazi "reciproci" sulla Cina e segue l'entrata in vigore di tariffe aggregate al 104% sull'import di beni made in China.
Tra i partecipanti previsti all'incontro, inoltre, figurano alti funzionari del governo centrale, nonché diversi enti governativi e di regolamentazione - ad esempio, la Banca centrale, il ministero delle Finanze e la China Securities Regulatory Commission (Csrc) -, che dovranno anche valutare le opzioni per risollevare la domanda e i consumi interni. In agenda, anche iniziative su come rendere sconti sulle tasse all'esportazione più attraenti per le aziende nazionali, proprio in funzione anti-dazi americani. Per la Cina, la guerra commerciale arriva in un momento in cui la sua economia sta cedendo terreno a causa di una prolungata crisi immobiliare e di elevati livelli di debito pubblico locale, incrinando la fiducia di imprese e consumatori. Mentre Pechino ha annunciato la scorsa settimana controdazi sul made in Usa come una risposta ai "ricatti" Usa, gli analisti hanno rimarcato l'impazienza di Pechino di fronte a possibili attacchi tariffari di Trump al Dragone e a qualsiasi Paese che acquisti o assembli prodotti cinesi.
Usa-Cina, dialogo solo alla pari e rispettoso
Cina e Usa possono risolvere le loro controversie commerciali ed economiche "attraverso un dialogo rispettoso e alla pari, e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa". Lo afferma il libro bianco sul commercio bilaterale diffuso oggi da Pechino, nel resoconto della Xinhua. "È normale che le parti abbiano differenze e nella cooperazione: la Cina è disposta a comunicare su quesioni importanti in materia di economia e commercio", ma gli Usa "non risolveranno i loro problemi con i dazi". Che sono pratiche a cui Pechino "si oppone con forza", convinta che "l'essenza dei legami economici e commerciali sia nel reciproco beneficio".
La Cina prepara "misure risolute" contro i dazi di Trump. Xi: "Rafforzare i legami coi paesi vicini"
Pechino promette di adottare tutte le misure "ferme e incisive" per proteggere i propri interessi in risposta all'entrata in vigore dei dazi americani al 104% sulle importazioni dei beni made in China, rivendicando "il legittimo diritto del popolo cinese allo sviluppo" che "è inalienabile". Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, nel briefing quotidiano, ha aggiunto che "la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina sono assolutamente inviolabili". Pertanto, "continueremo ad adottare misure ferme e incisive per salvaguardare i nostri diritti e interessi legittimi", ha notato il portavoce.
La Cina rafforzerà "i legami strategici con i Paesi vicini" al fine di gestire "in modo appropriato" le divergenze e "di rafforzare le catene di approvvigionamento". Il presidente Xi Jinping, nelle sue prime dichiarazioni pubbliche dopo l'escalation della guerra commerciale con gli Usa, ha invitato "a costruire una comunità con un futuro condiviso" nella regione e a impegnarsi "ad aprire nuove strade per il lavoro di buon vicinato". Intervenendo a una conferenza di due giorni sulle relazioni regionali, Xi ha rimarcato la necessità di "consolidare la fiducia reciproca" cone le altre nazioni, nel resoconto diffuso dalla Xinhua.
La Cina ha "una ferma volontà e mezzi abbondanti" per adottare contromisure se gli Stati Uniti dovessero intensificare ulteriormente le misure restrittive e punitive. E' la posizione del ministero del Commercio, nel giorno dell'entrata in vigore dei dazi Usa al 104% sui beni made in China e nel giorno della diffusione del libro biancio di Pechino sulle relazioni commerciali Cina-Usa.