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Esteri
Galapagos, armata di navi cinesi non se ne va. Ecuador in allarme

L'Ecuador chiede aiuto alla comunità internazionale: una flotta straniera, più di 300 pescherecci in gran parte sotto bandiera cinese, staziona da settimane nelle acque internazionali vicino alla riserva marina delle Galapagos. Le autorità ecuadoriane chiedono di raddoppiare gli sforzi di controllo della pesca vicino all'arcipelago; e oggi un gruppo di attivisti ha protestato dinanzi all'ambasciata cinese a Quito denunciando la presenza della flotta asiatica vicino alle Islas Encantadas, le Isole Incantate.   

Già a metà luglio la Marina di Quito aveva notificato la presenza delle imbarcazioni e il ministero degli Esteri aveva protestato con il governo cinese "in maniera cordiale ma ferma". A fine luglio il presidente Lenin Moreno era tornato alla carica: "Le Galapagos non sono solo una delle zone di pesca più ricche del pianeta, ma un focolaio di vita, non solo per l'Ecuador, ma per l'intero pianeta, per la biodiversità e la sicurezza alimentare". Adesso l'appello è alla comunità internazionale.

Il governo dell'Ecuador, nel quadro di una riunione virtuale del corridoio marino del Pacifico tropicale orientale (CMAR), ha chiesto alla comunità internazionale una maggiore vigilanza e un più attento controllo delle attività di pesca che si svolgono vicino la regione insulare delle Galapagos. Il ministro dell'Ambiente, Paulo Proaño, che ha partecipato all'incontro, a cui hanno preso parte anche le autorità di Colombia, Panama e Costa Rica, ha espresso la preoccupazione per il fatto che la grande flotta peschereccia straniera sia troppo vicina alla sua Zona Economica Esclusiva (Zeei). Il timore è che la flottapossa influenzare il fragile ecosistema della riserva marina dell'arcipelago ecuadoriano.   

Non è la prima volta che accade: già nel 2017 una grande flotta da pesca illegale si era avvicinata alla Riserva Marina delle Galapagos: 297 navi, una delle quali, il Fu Yuan Yu Leng 999 - 99 metri di lunghezza, una capacità di navigazione fino a sessanta giorni- quando fu fermata, aveva nella stiva 300 tonnellate di pesca vietata, in gran parte squali.      

La vicinanza della flotta peschereccia asiatica alle Galapagos ha destato allarme anche nelle organizzazioni ambientaliste dell'Ecuador, che oggi hanno tenuto una protesta davanti all'ambasciata cinese a Quito. Un gruppo di attivisti si è piazzato in una strada vicino alla legazione diplomatica per protestare contro la pesca intensiva in settori sensibili: gli ambientalisti hanno avvertito che, nonostante il fatto che la flotta straniera stia pescando al di fuori della Zeei, le specie pelagiche migratorie che vanno alle Galapagos sono comunque minacciate; e hanno ricordato chela difesa delle tartarughe marine o delle specie di squali che abbondano in quella regione "non ha confini o bandiere".      

I governi di Cina ed Ecuador hanno in realtà avvviato i contatti per evitare che la pesca nell'area colpisca gli ecosistemi delle Galapagos, per questo Pechino ha accettato i controlli sulle attività della sua flotta; e la forza navale ecuadoriana svolge un'attività di controllo almeno per impedire ai pescherecci di entrare nella Riserva marina delle Galapagos, dove è vietata la pesca di molte specie.

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