Esteri
Grecia, verso il via libera al prestito ponte
La proposta di accordo per liberare il terzo piano di salvataggio verso la Grecia, da 82-86 miliardi, è passata al Parlamento di Atene. Un voto che la Commissione Ue definisce un "passo importante", fatto "in tempo e in modo soddisfacente"; un via libera che è costato ad Alexis Tsipras lo sfaldamento di Syriza, con una quarantina di defezioni tra i suoi parlamentari. Il passaggio delle riforme greche ha però agevolato il compito dei ministri delle Finanze dell'area euro, che oggi hanno concordato in linea di principio l'erogazione di un prestito ponte alla Grecia, del valore di 7 miliardi di euro. La formalizzazione dovrebbe avvenire nella giornata di domani, una volta ultimato il lavoro tecnico degli sherpa, riferisce Bloomberg. I denari sono fondamentali perché Atene riesca a far fronte alle esigenze finanziarie più vicine, a partire dalla scadenza del 20 luglio quando deve rimborsare 4,2 miliardi di bond e interessi alla Bce. Proprio il board dell'Eurotower - che non toccherà i tassi d'interesse - si riunsice per affrontare la questione dell'Ela (Emergency liquidity assistance), la linea di liquidità straordinaria erogata alle banche elleniche. Probabile che a Mario Draghi, impegnato nella consueta conferenza stampa, si chiedano anche rassicurazioni sulla disponibilità di Francoforte a fare tutto il possibile per normalizzare la situazione.
Il prestito ponte. Per quanto riguarda l'Eurogruppo, sul tavolo ci sono i 7 miliardi di finanziamenti da sbloccare immediatamente perché la Grecia possa ripagare - già lunedì prossimo, 20 luglio - i 4,2 miliardi dovuti alla Bce tra bond in scadenza e interessi, oltre che i 2 miliardi di arretrati con il Fmi e affrontare le esigenze di cassa per la normale amministrazione. La Commissione Ue ha proposto di usare il vecchio fondo Efsm, instaurato nel 2010 per limitare il contagio greco che stava travolgendo Portogallo e Irlanda. E' una sorta di 'fratello minore' del fondo salva-Stati Efsf, nato insieme a lui e con una potenza di fuoco ben maggiore, che però ha meccanismi di governance molto più complessi. Per questo, si punta ad attingere dai 13 miliardi di capienza ancora presenti nell'Efsm. Entrambi i fondi sono poi stati sostituiti dall'attuale Esm, il meccanismo di stabilità europeo, che è nato nel 2012 e ha erogato i soldi per la ristrutturazione del sistema bancario spagnolo e per il salvataggio di Cipro. Sarà quest'ultimo a fornire il pacchetto completo da oltre 80 miliardi ad Atene.
Sull'uso dell'Efsm grava ancora una volta un peso politico. Formalmente, infatti, è sotto la responsabilità della Commissione, ma visto che vive delle garanzie del bilancio Ue le decisioni sugli stanziamenti vanno prese (a maggioranza) nell'ambito di discussioni estese a tutti i membri Ue. E già la Gran Bretagna ha espresso la sua contrarietà. Un modo per provare a frenare il malcontento di David Cameron, che dovrà pure affrontare il referendum sulla Brexit, potrebbe esser quello di mettere a garanzia del rimborso parte dei fondi Ue destinati alla Grecia: 35 miliardi, la cui distribuzione avverrà con una procedura accelerata che porterà ad Atene già 3 miliardi nel giro dei prossimi mesi. In ogni caso, il prestito ponte (che potrebbe salire a 12 miliardi in agosto) dovrà esser restituito in tempi rapidi (3 mesi), con i soldi che arriveranno dal programma definitivo dell'Esm. Domani, dopo il lavoro dei tecnici, è atteso il via libera formale dell'Ecofin a 28 membri a questa iniziativa.
Il ruolo della Bce. Mentre i ministri finanziari hanno parlato del prestito ponte, i governatori si sono confrontati sulla situazione delle banche greche. In agenda c'è un board che tocca tutti i temi dell'Eurozona: non si attendono novità sui tassi, ma gli analisti sono 'curiosi' di vedere come Mario Draghi affronterà le richieste di 'tranquillizzare' i mercati di fronte alle recenti turbolenze. Quanto alla questione greca in senso stretto, si attendono novità sul programma Ela (Emergency liquidiy assistance), attraverso il quale la Bce ha girato quasi 90 miliardi di liquidità alle banche elleniche - tramite la Banca nazionale - per far fronte alla crisi di cash. Da quando Tsipras ha indetto il referendum sull'accordo, il tetto a quei canali straordinari non è mai stato alzato in attesa dell'evoluzione politica. L'esito è che - nonostante la chiusura delle banche e i limiti a 60 euro per i prelievi dai bancomat - le banconote nei caveaux del sistema del credito ellenico sono quasi finite. Alcuni analisti sottolineano che, secondo gli scenari interni alla Bce, ce ne sono a sufficienza fino a lunedì: Draghi potrebbe usare ancora una politica attendista per aspettare il rimborso greco, subordinato all'erogazione del prestito ponte, e quindi tornare ad allargare i cordoni della borsa, una volta che saranno stati compiuti altri passi verso il lancio del terzo piano di salvataggio.
I voti dei Parlamenti nazionali. La Francia e la Spagna, pur non obbligate a farlo, hanno già affrontato la questione. Domani toccherà alla Germania, che deve dare il via libera al percorso di accordo: il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, presenterà la richiesta al Parlamento nazionale per il terzo salvataggio con "piena convinzione", ma ancora ritiene che una temporanea Grexit sarebbe forse l'opzione migliore. "Abbiamo fatto un passo in piu", ha detto intervistato dalla radio tedesca Deutschlandfunk, all'indomani del voto del Parlamento di Atene al primo pacchetto di riforme imposto dall'Unione Europea. "E' un passo importante", ha aggiunto. Anche la Finlandia ha anticipato il voto dando il via libera all'avvio di negoziati "con severe condizioni". In precedenza, il ministro delle Finanze, Aexander Stubb, aveva detto che il paese bocciava la proposta di un taglio del debito ma era aperto ad altre opzioni.
Il Fmi e il taglio del debito. L'organizzazione di Washington è tornata a mettere sul tavolo il tema dell'insostenibilità del debito greco, ora al 177% del Pil e proiettato oltre il 200% quando verrà erogato il nuovo prestito. La direttrice del Fondo, Christine Lagarde ha detto alla Cnn di avere "un po' di speranza" sulla possibilità che i Paesi europei accettino una ristrutturazione del debito della Grecia perché nelle ultime ore sono arrivati alle sue orecchie "commenti più positivi sul principio della ristrutturazione del debito". Per il numero uno dell'Esm, Klaus Regling, senza un terzo salvataggio "il sistema bancario greco collasserà" con conseguenze "per l'intera zona euro".