Esteri

Guerra Ucraina e le colpe di Putin: ecco perchè Mattarella evoca il 1939

Di Massimo Falcioni

Dopo quasi venti mesi dall’invasione militare russa dell’Ucraina non c’è ancora la piena consapevolezza che la difesa dell’Ucraina è la difesa dell’Europa

Guerra in Ucraina, la difesa dell'Europa e il monito di Mattarella: commento 

Dopo quasi venti mesi dall’invasione militare russa dell’Ucraina non c’è ancora la piena consapevolezza che la difesa dell’Ucraina è la difesa dell’ Europa, dell’ Occidente, della sua democrazia e del suo sviluppo sociale ed economico. Ha fatto bene il presidente Sergio Mattarella nel suo intervento a Porto in Portogallo a ribadire: “Il sostegno militare e politico a Zelensky rimane necessario, altrimenti si rischierebbe un nuovo conflitto mondiale: assisteremmo a una nuova deriva di aggressioni ad altri Paesi al confino con la Russia e questo – come già accadde nel ’38 e nel ’39 – condurrebbe a uno scontro totale e devastante”. Ciò non significa che l’Occidente non abbia commesso errori, su questa vicenda e ancor prima, specie in tema di allargamento della Nato nell’Europa dell’Est. Tuttavia niente può giustificare l’aggressione della Russia di uno stato sovrano.

E’ la Russia di Putin che sta devastando un intero Paese democratico, che è unica responsabile di questa immane tragedia riportando indietro l’orologio della storia e provocando nel mondo, per i prossimi anni, incalcolabili crisi economiche, sociali, politiche.

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L’Occidente non può che difendere la democrazia. In Russia chi dissente paga con la propria libertà e con la propria vita. Da quando Putin è al potere ai russi è stata imposta la mordicchia: la Russia imperialista annette territori, si prende basi militari e navali, compie spregiudicatezze di ogni tipo, senza fine. L’invasione militare russa dell’Ucraina è avvenuta perché a Putin è stata concessa, prima, ogni nefandezza. In scenari già “acquisiti” da Mosca – nel Caucaso, in Donbass, in Transnistria (Moldavia), Siria, Libia, Africa sahariana – e che rischiano tra non molto di diventarlo in Bosnia e Erzegovina, a un passo dall’Italia. Putin è andato avanti come un rullo compressore, con metodo, con una architettura premeditata e dichiarata che l’Occidente non ha voluto vedere.

Addirittura, anche in Italia, c’è chi oggi non è più convinto che bisogna ancora sostenere politicamente e militarmente l’Ucraina democratica e pensa che la soluzione sia quella di porre fine alle ostilità, comunque, anche se l’Ucraina dovesse diventare di fatto l’”agnello sacrificale” per rabbonire l’”orso russo”.

Come non tornare indietro di 84 anni quando il primo settembre 1949 la Germania nazista invadeva la Polonia, pretesto per innescare la seconda guerra mondiale che causerà almeno 70 milioni di morti e distruzioni immani? Anche in Usa c’è chi chiede di scaricare Zelensky nonostante Biden ribadisca: “Non ci tireremo indietro”. In vista delle elezioni europee del 6-9 giugno 2024 e di quelle presidenziali americane del 5 novembre 2024 lo scontro politico fra le parti sulla guerra in Ucraina è sempre più accentuato. Addirittura politici italiani ed europei, da sempre avversari di Donald Trump, adesso sostengono il Tycoon che attacca il presidente: “Perché Joe Biden non fa contribuire l’Europa alle spese per la guerra in Ucraina?” ricordando come Bruxelles sia “indietro di 175 miliardi di dollari rispetto agli Stati Uniti negli aiuti a Kiev. Neanche un dollaro in più dovrebbe essere speso fino a quando l’Europa non avrà eguagliato l’America nelle spese per difendere l’Ucraina”.

Un ragionamento che se fosse stato fatto dal presidente Roosvelt nella seconda guerra mondiale non avrebbe portato allo sbarco degli americani in Normandia del 6 giugno 1944 con le conseguenze che forse ancora oggi il simbolo dell’Occidente sarebbe la svastica nazista. Così, mentre l’inverno è vicino, l’Occidente si rigira sui propri bla-bla non sapendo più che pesci prendere sull’aggressione della Russia in Ucraina con Putin che alza la voce facendosi forte anche del nuovo supermissile a propulsione nucleare Burevestnik, con capacità di azione e di volo illimitata.

Anche chi in Occidente sta nel mezzo, né con Putin né con Zelensky, vista anche la scarsa incisività dell’ultima controffensiva ucraina e quindi lo status quo di una guerra infinita, pensa che oggi l’obiettivo immediato principale sia la fine delle ostilità belliche, “sic et simpliciter”. Come non comprendere che Putin, una volta chiusa la partita dell’Ucraina a totale proprio vantaggio, una volta preso atto che l’Occidente non difende i suoi alleati, muoverà le sue forze militari verso Ovest, puntando i suoi missili sull’occidente? Non è fantapolitica.

E’ la logica politica di ogni aggressore, da sempre. Questo è il motivo per cui la “pace giusta” è una chimera, dato che Putin insiste nel suo refrain: “L’Ucraina è roba mia!”. L’obiettivo dichiarato è la formazione del “nuovo impero russo” che comprende anche l’Europa. Il filosofo e politologo russo Aleksandr Dugin, mentore di Putin, ha già tracciato la linea: “L’Occidente è Cartagine, la Russia è la nuova Roma che annienterà Cartagine”. Questo non è allarmismo. E’ realismo.