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Esteri
Guerra Ucraina, Kiev sotto assedio. Sì di Putin ai negoziati a Gerusalemme

Guerra Ucraina: cresce pressione Mosca su Kiev, città è sotto assedio

Cresce la pressione delle forze russe su Kiev. Il ministero della Difesa di Mosca parla di "incessante spinta sul campo", riferendo che le forze russe sono avanzate di 12 chilometri (sette miglia) su "un ampio fronte" durante la giornata di ieri, ma senza specificare esattamente dove. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko ha affermato che la capitale, descritta venerdì da un alto funzionario ucraino come una "città sotto assedio", sta rafforzando le difese e accumulando cibo e medicine. "Non ci arrenderemo", ha aggiunto il sindaco della capitale ucraina in un videomessaggio.  

Sia i funzionari ucraini che quelli russi sabato hanno descritto il rapido peggioramento della situazione umanitaria definendola "catastrofica". Gli attacchi russi hanno distrutto l'aeroporto nella città di Vasylkiv, a sud di Kiev, ha affermato il sindaco della città. I sobborghi nord-occidentali della capitale, tra cui Irpin e Bucha, nei giorni scorsi erano state oggetto di pesanti bombardamenti mentre i veicoli corazzati russi avanzano sul confine nord-orientale della capitale ucraina. 

Ucraina: media, ok Russia a negoziati a Gerusalemme

Intanto, però, la Russia è pronta a svolgere nuovi negoziati con l'Ucraina a Gerusalemme: lo riporta il Jerusalem Post citando una fonte diplomatica di alto livello. La presunta apertura della Russia arriva dopo una telefonata tra il primo ministro israeliano Naftali Bennett e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La Russia non ha rifiutato l'idea di negoziati a Gerusalemme, ha affermato la fonte diplomatica, ma Israele "non è sicura di voler ospitare i colloqui". "Sappiamo dalla nostra esperienza che i negoziati che non hanno possibilità portano a una situazione peggiore sul campo", ha aggiunto la fonte diplomatica citata dal Jerusalem Post. "Dobbiamo vedere se possiamo davvero essere utili, se ci può essere una svolta, faremo qualsiasi cosa".   

La fonte citata dal quotidiano precisa che Israele non vuole esercitare nessuna pressione su Zelensky: "è la cosa sbagliata da fare, il presidente dell'Ucraina e gli ucraini devono prendere la loro decisione e avranno il nostro sostegno". "Questa non è un'iniziativa di Bennett", ha aggiunto la fonte, dicendo che Zelensky ha chiesto di parlare con Bennett sabato e ha cercato a lungo Israele come mediatore con la Russia.

Putin preoccupato da esercito inefficiente, 007 e dirigenti in fuga

La spinta al negoziarto potrebbe arrivare anche dalle preoccupazioni di Putin, riassunte dal Corriere della Sera: "Militari inefficienti, servizi segreti incapaci di fornire notizie esatte, un fronte interno difficile da tenere con oligarchi che osano criticare il capo e manager che si dimettono. La guerra che non è guerra si sta rivelando un incubo per il Cremlino da quasi tutti i punti di vista, e perfino il controllo sulle fonti d’informazione all’interno della Russia fa acqua da tutte le parti. Bloccati Eco di Mosca, Meduza, Mediazona, Bumaga, Facebook, Twitter, le notizie spuntano da altre parti e chi vuole sapere quello che accade veramente, lo può ancora fare. Putin ha già decapitato il Servizio informazioni dell’Fsb, principale successore del Kgb, ed è probabile che la stessa sorte subiranno a breve diversi generali".

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