Esteri
Guerra Ucraina, la chiesa si spacca. E Bergoglio paga le posizioni anti Usa

Scisma tra i cristiani ortodossi. Scontro totale tra Papa Francesco e il patriarca Kirill. Ma il pontefice non convince per la sua postura lontana da Usa e Nato
Guerra in Ucraina, rottura totale e scisma nella chiesa ortodossa
La guerra in Ucraina sta ampliando le crepe presenti nella chiesa cristiana. Soprattutto tra Mosca e Kiev, con Costantinopoli pronta a approfittarne, ma anche quelle presso la Santa Sede, con qualche imbarazzo per la postura che contraddistingue da sempre il pontificato di Papa Francesco e il suo rapporto fatto di alti e bassi (a dir poco) con Washington. Bergoglio ha ricevuto il sindaco di Kiev, dopo che il pontefice domenica scorsa durante la preghiera dell'Angelus aveva dichiarato: "Davanti alla barbarie dell'uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c'è solo da cessare l'inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri".
La chiesa ortodossa intanto è già lacerata. Il patriarca di Mosca Kirill ha appoggiato completamente l'invasione di Vladimir Putin in Ucraina concentrandosi solo sulle sofferenze degli ortodossi del Donbass e parlando di battaglia contro il peccato. Dall'altra parte il metropolita di Kiev, cioè il capo della chiesa ucraina che è dipendente da quella di Mosca, ha definito "peccato di Caino" l'invasione russa. Sostenendo a sua volta l'esercito ucraino.
Guerra in Ucraina, lotte intestine tra gli ortodossi
Uno scontro senza precedenti che, come spiega Matteo Matzuzzi, può creare un'opportunità fondamentale per il patriarcato di Costantinopoli. Il nome del leader del patriarcato di Costantinopoli potrebbe presto sostituira quello del patriarca Kirill nelle liturgie ucraine, sancendo l'ufficialità della separazione all'interno della chiesa ortodossa con il completamento di un lento scisma già in atto da tempo. Già dopo la guerra in Crimea, infatti, un pezzo di chiesa ortodossa ucraina se n'è andata da quella di Mosca staccandosi. Circa settemila parrocchie in tutto, mentre altre dodicimila sono rimaste con Mosca.
Ora però gli equilibri potrebbero ribaltarsi. Sarebbe un duro colpo per Putin, che basa molta della sua retorica sulla protezione dell'identità cristiana europea. E Kirill lo appoggia anche fino all'invasione militare di un altro paese. Ma ciò sta forzando il resto della cristianità a operare una separazione. Non è sfuggito l'attacco frontale di Kirill sui valori progressisti, per esempio le unioni omosessuali, che hanno come bersaglio implicito anche Bergoglio che di recente ha operato molte aperture.
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