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Esteri
Guerra Ucraina, no illusioni: Putin al tavolo della pace solo se "costretto"

Guerra Russia Ucraina, nessuna prospettiva di pace a breve o medio periodo

La guerra in Ucraina è entrata nel secondo anno con il tragico peso di morti e distruzioni, senza nessuna prospettiva di pace a breve o medio periodo. C’è il rischio che il conflitto si estenda e si aggravi per le minacce russe dell’uso di bombe atomiche tattiche. Il bilancio, già pesantissimo con 500 mila tra morti, feriti e dispersi e la distruzione di una nazione che dista dall’Italia meno di 2000 Km a due ore e mezzo di volo, solleva interrogativi allarmanti sul futuro dell’Europa e del mondo.

Guerra Russia Ucraina, illusorio pensare che Putin si fermi qui

La sensazione è quella di essere entrati in un buco nero, con il rischio di una catastrofe generale, comunque di una svolta epocale dove niente sarà più come prima. Tutte le guerre, prima o poi, finiscono. Ma è falso dire che non ci saranno né vinti né vincitori.

Ed è illusorio pensare che Putin si fermi qui, con in mano una manciata di foglie secche. Se Putin non viene fermato, gli artigli dell’orso, il totem con cui da sempre s’identifica il popolo russo, s’allungheranno a Occidente, fino a ripristinare i confini dell’Urss dopo la seconda guerra mondiale e anche oltre. Non è fantapolitica. E’ esattamente quanto detto il 22 febbraio allo stadio di Mosca nella Festa nazionalista dal capo del Movimento di liberazione nazionale (Nod) Sergey accanto a Putin: “Ritorneremo ai confini del 1945 mediante annessione di tutte le Repubbliche ex sovietiche, nessuna esclusa, ripristino della sovranità russa, liberazione da ogni tipo di dipendenza coloniale dagli Usa, con qualsiasi metodo”. E’ anche quanto detto e ridetto dal “Rasputin di Putin”, il filosofo ed ideologo Aleksandr Dugin considerato l’autore de facto della strategia del rais russo, con l’aggressione all’Ucraina quale prima tappa nell’ambito della “Grande guerra dei continenti” in cui si vede la Russia come “una Roma eterna” in lotta contro l’individualismo e materialistico Occidente “eterna Cartagine”. “Noi siamo la terza Roma e distruggeremo Cartagine”.

Guerra Russia Ucraina, l'obiettivo di Putin

L’obiettivo è quello di creare una super potenza attraverso l’integrazione dell’ex repubbliche sovietiche in un’unione euroasiatica. Fantapolitica? Sentendo anche l’ultimo discorso di Putin dell’altro giorno allo stadio Lushniki di Mosca per la “festa dei difensori della patria” con minacce per nulla velate all’Occidente e guardando quel che succede da un anno in Ucraina non pare proprio che la Russia possa oggi ritirarsi come se nulla fosse accaduto.

Per Putin è stata l’Ucraina a scatenare la guerra come se non fosse l’esercito russo con 500 mila uomini, missili e carri armati, a tentare di occuparla. Per Putin la colpa è dell’Occidente che sostiene l’Ucraina “nazista” che è un pezzo di Russia non considerando la carta dell’ONU secondo la quale l’Ucraina (tutta, anche con la Crimea) è un paese indipendente. Sul piano politico, nelle ultime ore, oltre ai significativi incontri a Kiev di Zelensky con Biden e Meloni, ci sono stati quattro fatti importanti: gli arresti a Mosca e San Pietroburgo di persone che protestavano contro la guerra depositando fiori sulle tombe di scrittori ucraini (in un anno oltre 20.000 persone fermate e almeno 5000 persone arrestate); l’intesa sul decimo pacchetto di sanzioni Ue nei confronti della Russia (“Le sanzioni più energiche e di vasta portata di sempre per aiutare l’Ucraina a vincere la guerra. Continueremo a sostenere l’Ucraina finchè sarà necessario”, il commento del presidente semestrale svedese dell’Ue Ulf Kristersson); la bocciatura da parte dell’Occidente del piano cinese sulla pace (“Quello di Pechino non è un piano di pace, è un documento di intenzioni” ha detto l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri Ue Josep Borrell); l’approvazione, due giorni fa, della risoluzione Onu per il “ritiro immediato” della Russia dall’Ucraina: non un fatto burocratico, ma un significativo atto politico.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto il ritiro “immediato, completo e incondizionato” di tutte le forze russe, auspicando una pace “giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite”. La risoluzione ha ricevuto 141 voti a favore, sette contrari (Russia, Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua, Mali) e 32 Paesi si sono astenuti, tra cui Cina, India, Cuba, Pakistan, Angola, Etiopia, Algeria, Sudafrica, Zimbabwe, Iran, Armenia, Kazakistan e Uzbekistan. In poche parole la stragrande maggioranza del mondo si è espressa in modo netto: “Russia go home!”. Putin fa la voce grossa ma la Russia arranca subendo gli effetti delle sanzioni economiche dell’Occidente. Ma ciò vale anche per i Paesi europei, in primis per l’Italia, al secondo posto in Europa e al quarto nel mondo tra i partner commerciali della Russia e i volumi dello scambio tra le due Nazioni, molto sopra a 60 miliardi di dollari, sono oggi crollati con danni pesanti per la nostra economia, specie per il comparto agro-alimentare, la cantieristica navale, l’industria della moda e dell’arredamento, quella dell’auto e del turismo, delle “Grandi opere”.

Guerra Russia Ucraina, il discorso di Putin in cui nomina l'Italia

Nel suo ultimo discorso Putin non ha mai nominato l’Europa, considerandola un pezzo degli USA. Ma ha nominato l’Italia, ricordando gli inviati russi nel periodo Covid (in sostanza, solo spie) di fatto minacciando il Belpaese dove sa di avere “amici” politici e imprenditori di primo piano. Qui siamo. Che fare? Sa di fantascientifico pensare a una detronizzazione di Putin attraverso una “Rivoluzione di palazzo” sostituendolo con una leadership filo-occidentale. Al momento non c’è nessuno spiraglio di pace. L’”Operazione speciale” ha fallito il suo obiettivo di occupare l’Ucraina in pochi giorni. La Russia ha dimostrato tutta l’inadeguatezza della sua forza militare sottovalutando la resistenza degli ucraini a difesa della propria indipendenza e liberà e, soprattutto, la capacità dell’occidente di fare muro, tutti insieme e su tutti i fronti, per l’alt a Putin. Solo se messo alle corde sul piano militare ed economico, se isolato politicamente dal mondo che conta, Putin siederà al tavolo della pace.

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