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Esteri
Huawei, 5g, tecnologia e via della Seta: la missione cinese di Wang Yi in Ue
Wang Yi

Wang Yi, ministro degli esteri cinese, sta continuando il suo viaggio nel cuore d’Europa per verificare il livello dei rapporti diplomatici tra alcuni stati del Vecchio Continente e Pechino, soprattutto dopo le vicissitudini legate alla pandemia del Covid-19.

Cina-Italia

La prima tappa, simbolicamente importante, è stata il 25 agosto a Roma, dove è stato ricevuto dal ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio alla Farnesina. Non si può definire un caso, visto che l’Italia è stato il primo paese del G7 a firmare con la Cina un ‘memorandum’ d’intesa all’interno del progetto strategico cinese “Belt and Road”.

In Italia Wang ha ribadito il forte rapporto che lega Roma e Pechino e l’importanza del multilateralismo, perno fondamentale per la realizzazione della Nuova Via della Seta. Wang si è poi soffermato sull’importanza dell’Unione Europea per il mondo intero, sottolineando come la Cina sostenga l’integrazione europea e sia amica affidabile dell’UE. Il ministro Di Maio ha definito prioritario il partenariato con la Cina, riaffermando allo stesso tempo la solidità delle alleanze tradizionali con UE e NATO. Un rapporto, quello italo-cinese, portato alla ribalta durante la pandemia con le immagini dei massicci aiuti e atti di propaganda provenienti da Pechino circolate nei mesi più intensi della crisi sanitaria.

A Roma il ministro Wang ha incontrato anche il suo corrispettivo canadese, Francois-Philippe Champagne, con cui ha parlato del rilascio di due cittadini canadesi arrestati recentemente in Cina come risposta all’arresto nel 2018, voluto dagli USA ed effettuato in Canada, di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria di Huawei. Inoltre il 25 a Roma, fuori dalla Farnesina, era presente anche Nathan Law, giovane dissidente di Hong Kong, invitato dall’Alleanza interparlamentare sulla Cina e da membri del Partito Radicale. In una conferenza stampa ha domandato al governo italiano una risposta più dura nei confronti di Pechino per la repressione nell’ex isola britannica.

Cina-Europa e il 5G

Il tour di Wang Yi durerà fino all’1 settembre, andando a toccare Olanda, Norvegia, Francia e Germania, dove chiuderà il suo viaggio ripartendo per la Cina. Arriva in un momento particolare, dopo la crisi del Covid-19 e dopo i due viaggi in Europa del Segretario di Stato americano Mike Pompeo, che hanno avuto come obiettivo quello di convincere più stati europei possibili a difendersi dalle penetrazioni cinesi, soprattutto nel campo del 5G, e allinearsi alla linea statunitense. L’Italia non ha preso una posizione netta sul 5G cinese, nonostante la recente esclusione di Huawei da parte di Telecom in una gara di fornitura delle reti. Le parole di Di Maio, durante la conferenza stampa finale, hanno sottolineato l’appartenenza anche sulla questione 5G alle politiche euro-atlantiche, ma hanno  comunque lasciato un alone di vaghezza.

Proprio la costruzione della rete 5G sarà sul tavolo delle discussioni nelle capitali europee interessate dal viaggio di Wang. Il ministro cinese infatti cercherà di impedire la creazione di un fronte europeo contro la Cina e contro il colosso Huawei nonostante la pressione proveniente da Washington sia forte e spesso decisiva, come dimostra il caso britannico. In Norvegia Wang Yi ha incontrato la premier Erna Solberg, con cui ha parlato delle relazioni bilaterali tra Pechino e Oslo e della volontà reciproca di concludere negoziati di libero scambio tra i due paesi. La tappa che probabilmente desterà più preoccupazione oltreoceano è quella a Berlino, visti i rapporti incrinati tra Germania e Stati Uniti. Angela Merkel ha dichiarato che la decisione sul 5G sarà presa in autunno, anche dopo l’importante incontro in video fissato per metà settembre tra la cancelliera tedesca, Macron e Xi Jinping. Un possibile scivolamente tedesco (e/o francese) verso Pechino sul tema 5G potrebbe favorire un effetto a catena, tra altri paesi UE, difficile da digerire per Washington.

Il fattore tecnologico e l’importanza dei chip

Uno dei principali obiettivi cinesi è quello di rafforzare la cooperazione con i paesi europei nel settore dell’economia e dell’industria digitale, e il viaggio di Wang Yi si inserisce anche in questo filone. Olanda, Norvegia, Francia e Germania sono tra i primi produttori europei nel mondo delle telecomunicazioni. La Cina si porta avanti da anni il problema di una carente produzione nazionale di semiconduttori (microchip), fondamentali per qualsiasi industria digitale, dovendo ricorrere a importazioni estere. La visita di Wang a l’Aia è stata particolarmente significativa in questo senso visto che il paese olandese è sede di ‘Asml’, tra le più importanti compagnie mondiali di fabbricazione dei materiali per i chip. Non a caso il ministro cinese ha sottolineato la volontà di collaborare con i Paesi Bassi in settori tradizionali come agricoltura e istruzione ma anche su commercio elettronico e ricerca scientifica.

La Cina quindi, tramite il tour di Wang Yi, sta dimostrando nuovamente la centralità del continente europeo, anche nell’ottica dell’avvicinamento di uno scontro con gli Stati Uniti. Trovare alleanze, sponde o quantomeno segnali di apertura e non di chiusura da parte di paesi europei potrebbe avere un’importanza notevole per Pechino.

 

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