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Esteri
Germania, "590 morti in un giorno. Sono troppi". Merkel spinge per il lockdown
lapresse Angela Merkel

In Germania la curva epidemica non si abbassa e le morti hanno raggiunto un nuovo record di vittime: 590 quelle di oggi, 9 dicembre, segnalate dal Robert Koch Institut, "il numero più alto dall'inizio della pandemia". Angela Merkel non esita a correre ai ripari. La cancelliera, a 14 giorni dal Natale, rivolge un nuovo appello ai tedeschi, spianando la strada a un nuovo lockdown 'duro' dopo le feste natalizie, mentre alcuni Laender già varano nuove misure restrittive. Parte la Sassonia, dove lunedì scatta un nuovo blocco con la chiusura di scuola e asili e limitazioni ai contatti sociali fino al 10 gennaio, mentre la Baviera dichiara lo "stato di catastrofe" al fine di favorire il coordinamento delle misure anti-Covid. Parlando al Bundestag, in occasione del dibattito generale sul bilancio, Merkel si è richiamata ancora una volta alle ragioni della scienza e al senso di responsabilità collettivo: "Ora gli scienziati ci pregano in ginocchio di ridurre tutti i contatti che non sono assolutamente necessari", incalza. E riferendosi alla discussione molto accesa dei giorni scorsi su come salvare le tradizioni natalizie, la scienziata datasi alla politica sull'onda della caduta del Muro scandisce: "So quant'è dura, lo so quanto amore ci sia quando si mettono su degli stand di vin brulè, e mi dispiace di cuore: ma se dobbiamo pagare un prezzo di 590 morti al giorno, è inaccettabile e dobbiamo agire".

Merkel cita esplicitamente le raccomandazioni dell'Accademia scientifica della Leopoldina, che chiede la chiusura dei negozi e l'allungamento delle ferie natalizie fino al 10 gennaio. Un colpo anche a negazionisti e cospirazionisti di ogni sorta e genere: "Ai tempi della Ddr avevo scelto lo studio della fisica perché sapevo con certezza che si può mettere in discussione tutto, ma non la legge di gravità, non la velocità della luce, in generale non i fatti. E questo varrà ancora", ripete tra gli applausi. L'unica cosa che ci permetterà di superare questa pandemia, aggiunge Merkel, "è il comportamento responsabile di ciascuno e la disponibilità a partecipare insieme a questo sforzo".

Insiste sulla cruda forza dei numeri, la cancelliera: "A settembre avevamo 1.827 casi al giorno, 352 posti occupati in terapia intensiva e 12 morti. Oggi abbiamo 20.815 casi, 3.500 più della settimana scorsa, 4.757 pazienti in terapia intensiva e 590 morti. La conclusione è semplice: il numero dei contatti è troppo alto, la riduzione dei contatti non è sufficiente". E ancora: "Se adesso, prima di Natale, abbiamo ancora troppi contatti e dopo scopriremo che sarà stato l'ultimo Natale con i nostri nonni, capiremo che abbiamo sbagliato qualcosa". Certo, sono in arrivo i vaccini, grazie ai quali "vediamo la luce in fondo al tunnel", ma ci vorrà tempo prima di vedere significativi risultati, secondo Merkel, almeno il primo trimestre del nuovo anno, che sarà dedicato ai gruppi a rischio, agli anziani, al personale medico, alle strutture sanitarie. E allora lo sforzo decisivo deve essere messo in atto adesso. A tutti i livelli. "Siamo in una situazione straordinaria, e questo appare chiaro anche con questo bilancio", spiega  la cancelliera, difendendo con decisione la scelta del governo tedesco di ammettere un ulteriore indebitamento pubblico per sostenere l'impatto della pandemia. "In una situazione straordinaria bisogna anche agire in modo straordinario", conclude. 

Insomma, dopo mesi di incertezza e dopo un lockdown 'soft' in vigore dallo scorso 2 novembre che non sembra aver dato i risultati sperati (il plateau dei contagi da settimane non si scosta dai 20 mila contagi giornalieri, mentre il numero delle vittime - pur inferiore, in proporzione, alla media europea - continua a crescere), intanto sono i singoli Laender ad annunciare i primi giri di vite: scuole e asili chiusi, limitazioni forti agli spostamenti e al commercio da lunedì in Sassonia, il primo Land tedesco a tornare a un lockdown 'duro' per contrastare la diffusione della pandemia. Ieri era stata la Baviera a dichiarare nuovamente e fino al 9 gennaio lo "stato di catastrofe", con lo scopo di "coordinare tutte le procedure delle autorità e delle organizzazioni interessate".

Tra le misure, la riduzione delle lezioni in presenza nelle scuole a partire dall'ottava classe, mentre in aree nelle quali sia stata superata un'incidenza di contagio superiore alle 200 nuove infezioni su 100 mila abitanti nei sette giorni scatterà la didattica a distanza completa. E mentre il Saarland ha deciso per Natale e Capodanno un divieto della vendita di alcol nelle piazze più frequentate, anche i governatori del Nord-Reno Vestfalia, Armin Laschet, e dello Schleswig Holstein, Daniel Guenther, chiedono un blocco generalizzato dopo le feste.

Questo anche sulla scorta della relazione dell'Accademia Leopoldina, secondo la quale "solo misure rapide e severe in un lasso di tempo ristretto contribuiscono a ridurre decisamente e a tenere basso il numero delle infezioni", motivo per cui, a detta degli esperti, "dal 24 dicembre fino ad almeno il 10 gennaio sarebbe necessario che la vita pubblica in Germania sia ridotta al minimo". Sulla stessa linea il ministro alla Sanità Jens Spahn, che ha chiesto ai tedeschi di rinunciare ai viaggi interni alla Germania durante le vacanze di Natale. Con un rafforzamento drastico delle misure è d'accordo anche Christian Drosten, il più ascoltato virologo tedesco: "Dobbiamo assolutamente agire adesso. La probabilità che il numero dei contagi cresca rapidamente a Natale è molto alta. E se non si interviene adesso, rischiamo un lockdown vero fino alla fine di febbraio. Con conseguenze pesanti per l'economia". 

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