Esteri
Israele, 75 anni fa la nascita dello Stato. Una storia scritta con il sangue

Dalla dichiarazione d'indipendenza, passando per i venti insurrezionali sul fronte dell'impero Ottomano fino al conflitto con la Palestina
Nel 1915, infatti, i britannici erano entrati in contatto con lo sceriffo della Mecca al-Husain-ibn-Ali, al quale avevano chiesto di scatenare la ribellione contro l'Impero Ottomano offrendogli in cambio non solo oro e armi, ma “il diritto di creare uno Stato Arabo o Stati Arabi, entro confini vagamente definiti, nei territori a prevalenza araba dell'Impero, inclusa la Palestina”.
La ribellione araba esplose, così come stabilito, guidata dal celeberrimo archeologo spia Lawrence d'Arabia, al secolo Thomas Edward Lawrence. Gli arabi che vi aderirono credevano sarebbe stato lo strumento per realizzare l'unità e l'indipendenza dalla Sublime Porta. Come ricorda David Hirst nel suo libro “Senza pace. Un secolo di conflitti in Medio Oriente”, gli inglesi per alimentare il sogno di una Palestina araba e libera, arrivarono al punto di lanciare dagli aerei dei volantini nei quali era scritto a lettere cubitali “unitevi a noi per la liberazione di tutti gli arabi dal dominio turco, così che il regno arabo possa tornare a ciò che era al tempo dei vostri padri”.
La storia ci ha insegnato che le cose sono andate diversamente e che la speranze arabe furono vane o, dovremmo forse dire, riposte nelle mani sbagliate. La Gran Bretagna non aveva il diritto, né morale né politico, di promettere la terra che apparteneva agli arabi ad altre popolazioni. Letta in questa chiave non è difficile capire che la Dichiarazione Balfour è stata illegale e immorale.
La spregiudicata ambiguità britannica è l’innegabile madre di una catastrofica serie di eventi. Così come innegabile è la sua responsabilità nei conflitti scatenatisi fra i coloni ebrei e gli arabi, ancor prima che il piano per la spartizione della Palestina mandataria in due Stati venisse adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Responsabilità che è alla base del sanguinoso e irrisolto conflitto israelo-palestinese.
In aggiunta alle ambiguità sopra descritte, l'ultimo periodo del mandato britannico è stato all'insegna del disimpegno e, sotto gli occhi complici del suo esercito, in Palestina era già scoppiata una sorta di guerra civile che vedeva da una parte le forze paramilitari ebraiche inquadrate nell'Haganah – milizia creata fin dall’avvio delle prime ondate di emigrazione ebraica in Palestina per proteggere gli insediamenti- e nell'Irgun; dall'altra la popolazione araba che si difendeva dagli attacchi imbracciando i fucili. Per fare solo qualche piccolo esempio: il 18 aprile 1948 le forze britanniche dislocate a Tiberiade costrinsero tutta la popolazione palestinese, cinquemila persone, ad abbandonare la città. Un piccolo contingente di combattenti rimasti a difenderla venne trucidato e subito dopo le milizie ebraiche la occuparono.