Esteri
Guerra Israele - "Netanyahu pone ostacoli verso accordo su Gaza". "Hamas rifiuta proposta Qatar e ostacola colloqui'
Medio Oriente, colloqui su cessate fuoco a Gaza bloccati da piani ritiro israeliani

Medio Oriente: media, almeno 30 morti a Rafah dopo spari Idf su folla vicino centro aiuti Ghf
Almeno 30 persone sono state uccise e 130 ferite a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, durante un attacco israeliano contro l’unico centro di distribuzione alimentare ancora attivo della Global Humanitarian Foundation (Ghf). Lo riferisce un inviato di Al Jazeera, che parla di colpi sparati "indiscriminatamente su una folla numerosa". "Molte famiglie disperate dal nord stanno affrontando viaggi pericolosi verso il sud per cercare cibo", ha spiegato l'inviato, aggiungendo che i feriti sono stati trasferiti all’ospedale Nasser di Khan Younis, mentre "molti corpi giacciono ancora a terra". La Ghf, sostenuta da Stati Uniti e Israele, aveva inizialmente aperto quattro centri di distribuzione a maggio, dopo la chiusura di oltre 400 strutture gestite dall’Onu. Con la sospensione delle attività a Khan Younis per lavori di manutenzione, resta operativo solo il punto di Rafah, creando pericolosi ingorghi umanitari.
Mo: fonti israeliane, 'Hamas rifiuta proposta Qatar e ostacola colloqui'
Hamas ha respinto la proposta di mediazione avanzata dal Qatar per una tregua nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito a Ynet una fonte politica israeliana, secondo cui il movimento islamista "ostacola i colloqui, rifiuta di fare concessioni e accompagna i negoziati con una guerra psicologica volta a sabotare il processo, diffondere menzogne tra la popolazione di Gaza e fare pressione sull’opinione pubblica israeliana". Israele avrebbe invece dimostrato "disponibilità a flessibilità nei negoziati", mentre Hamas "mantiene posizioni rigide che impediscono ai mediatori di far avanzare un accordo". La fonte ha sottolineato che se Hamas avesse accettato l’offerta qatariota, si sarebbe potuto giungere a un’intesa e avviare un negoziato di 60 giorni sulla fine della guerra, "in linea con gli obiettivi israeliani". Nonostante il rifiuto, le trattative a Doha proseguono anche nel fine settimana, con il team negoziale israeliano in contatto costante con il primo ministro Netanyahu, agendo "con pieno mandato sulla base della proposta del Qatar, già accettata da Israele".
Gaza, media: negoziati Israele-Hamas "sull'orlo del collasso"
Sarebbero ''sull'orlo del collasso'' i colloqui indiretti tra Israele e Hamas a Doha, con i negoziatori israeliani che avrebbero ''guadagnato tempo'' dopo la missione del premier Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca. A rivelarlo alcuni funzionari palestinesi alla Bbc a condizione di anonimato, secondo cui Netanyahu avrebbe deciso di mandare a Doha una delegazione ''senza un mandato forte'' con lo scopo di rallentare deliberatamente i colloqui su Gaza.
Della delegazione israeliana a Doha, infatti, non fanno parte i funzionari di più alto livello che hanno in precedenza preso parte ai colloqui. Non ci sono, ad esempio, il capo del Mossad David Barnea, il capo ad interim dello Shin Bet "Shin" e il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer, come riportato dalla radio dell'esercito israeliano.
Al momento, ha spiegato un funzionario palestinese all'emittente britannica, i negoziatori stanno ancora discutendo delle richieste di Hamas di ritiro delle Idf dalla Striscia di Gaza e dalla distribuzione di aiuti umanitari affidati alle organizzazioni internazionali e non all'americana Ghf sostenuta da Israele.
Secondo due fonti, i negoziati sarebbero ostacolati dalle proposte israeliane di mantenere truppe nel territorio. "Le trattative a Doha stanno affrontando una battuta d’arresto e gravi difficoltà a causa dell’insistenza di Israele, fino a venerdì, nel presentare una mappa di ritiro che in realtà è una mappa di riposizionamento e ridislocazione dell’esercito israeliano, più che un vero ritiro", ha dichiarato una fonte. Un'altra ha accusato Israele di "prendere tempo e ostacolare l'accordo per poter continuare la guerra di sterminio".
Sia Hamas che Israele hanno dichiarato che 10 ostaggi ancora vivi, rapiti il 7 ottobre 2023 e tuttora in cattività, verrebbero liberati se si raggiungesse un accordo per un cessate il fuoco di 60 giorni. I miliziani palestinesi vorrebbero un ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia, ma la delegazione israeliana avrebbe presentato ai colloqui una mappa che prevede il mantenimento delle forze militari in più del 40% del territorio palestinese.
"La delegazione di Hamas non accetterà le mappe israeliane" poiché "di fatto legittimano la rioccupazione di circa metà della Striscia di Gaza e trasformano Gaza in zone isolate senza valichi né libertà di movimento", ha aggiunto la fonte.
I mediatori hanno chiesto a entrambe le parti di rinviare i colloqui fino all’arrivo a Doha dell’inviato speciale del presidente statunitense Donald Trump, Steve Witkoff. Una seconda fonte palestinese ha detto che "c’è stato qualche progresso" sui piani per la liberazione dei prigionieri palestinesi e l’aumento degli aiuti destinati a Gaza.
Medio Oriente, colloqui su cessate fuoco a Gaza bloccati da piani ritiro israeliani
Tel Aviv intende mantenere truppe nella Striscia - I negoziati indiretti tra Hamas e Israele per un cessate il fuoco a Gaza sono ostacolati dalle proposte israeliane di mantenere truppe nel territorio, secondo due fonti palestinesi a conoscenza delle discussioni.