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Navalny, ovunque proteste anti Putin. Lo zar aspetta le elezioni e poi Trump

Proteste ovunque per la morte di Navalny

Centinaia di persone si sono radunate in tutta Europa e negli Stati Uniti per rendere omaggio all'oppositore numero uno del Cremlino, Alexei Navalny, morto in carcere in Russia.Navalny, che con le sue critiche alla corruzione nella Russia di Vladimir Putin, aveva mobilitato le piazze dell'Occidente è stato omaggiato da quelle stesse folle.A Varsavia davanti all'ambasciata russa in Polonia hanno manifestato un centinaio di persone, soprattutto giovani, molti dei quali sembravano sconvolti. Denislan, un russo di 29 anni che non ha voluto rivelare la sua identità completa, ha spiegato di essere venuto per protestare contro gli "assassinii politici" e di vedere in Navalny un "simbolo della società civile russa".

"Sono qui perché la Russia dovrebbe e potrebbe essere un paese democratico", ha detto con voce tremante. Sono state accese candele e fiori posti contro la recinzione che circonda l'edificio dell'ambasciata, pesantemente sorvegliato.I manifestanti hanno gridato slogan tra cui "Putin, assassino" e "Non dimenticare mai, non perdonare mai".

Diverse centinaia di persone che brandivano i ritratti dei defunti si sono radunate anche in Lituania, un Paese molto critico nei confronti della Russia. La manifestazione si è svolta presso il memoriale delle vittime dell'occupazione sovietica a Vilnius. A centinaia hanno manifestato anche a Berlino davanti all'ambasciata russa. "Putin assassin! Putin all'Aia!" ha scandito la folla radunata sul viale Unter den Linden, nel centro della capitale tedesca. In una folla prevalentemente di lingua russa con mescolanza di tedeschi, molti cartelli riportavano foto o citazioni di Navalny o insulti contro Vladimir Putin.

"È un duro colpo a livello emotivo. Stiamo aspettando la conferma ufficiale da parte della famiglia", ha detto all'AFP Evgeni Syrokin, coordinatore del movimento "FreeNavalny" in Germania. "Questo ci motiva a continuare a lavorare. Stiamo combattendo contro Putin". Dietro di lui, fiori, candele e foto di Alexei Navalny si moltiplicavano sul marciapiede."L'hanno ucciso, non ci sono dubbi. Per me è solo orrore ed è il segno che hanno perso la bussola", ha detto dal canto suo Marat Guelman, 63 anni, noto collezionista russo, critico di Mosca, ora residente a Berlino.

Nei Paesi Bassi diverse centinaia di persone hanno manifestato in piazza Dam, davanti al palazzo reale di Amsterdam e davanti all'ambasciata russa all'Aia, sui cui cancelli era appeso un ritratto del dissidente. I manifestanti ad Amsterdam portavano cartelli con la scritta "Putin è un assassino" e "Non arrenderti".In Svizzera, circa 150 persone si sono riunite presso la Place des Nations a Ginevra, con in mano il ritratto di Navalny o un mazzo di fiori bianchi. Una donna portava un cartello con la scritta “Putin è un assassino”.A Zurigo circa 300 persone si sono radunate spontaneamente per una cerimonia commemorativa accanto alla stazione centrale.

Alcuni avevano portato manifesti con la scritta “Non mollare mai” scritta accanto al ritratto di Alexei Navalny. “Putin ha ucciso Navalny”, diceva un altro manifesto. A Londra, diverse decine di persone si sono radunate davanti all'ambasciata russa, dietro le transenne, portando cartelli in inglese o russo che dicevano "Putin assassino", "Assassini", "Navalny il nostro eroe", "La mia Russia è in prigione", "Non arrenderti", "Noi siamo Navalny" o addirittura "Putin brucia all'inferno".

Putin guarda senza opposizione a elezioni e al Trump bis

Negli Stati Uniti diverse centinaia di manifestanti si sono radunate davanti all’ambasciata russa a Washington, brandendo cartelli tra cui “Vergogna Putin”. Sui muri dell'ambasciata sono state proiettate le parole “Putin” e “assassino”. A New York la gente ha deposto fiori davanti al consolato russo e ha appeso le sue foto ai cancelli dell'edificio.

Repubblica interpreta così la fine di Navalny: "Il messaggio al Paese è chiaro: non c’è speranza. Ora Putin senza voci contrarie guarda alla rielezione e a un eventuale negoziato con il tycoon", in riferimento a un possibile ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump dopo le elezioni del prossimo novembre. “Con lui scompare l’ultima speranza russa non esiste nessuno che possa sostituirlo” dice invece il dissidente Boris Belenkin in un'intervista a La Stampa. “Siamo di fronte a una dittatura opaca, dalle logiche criminali Ma il fatto che abbiano voluto la fine di Alexey è anche un segno di debolezza, si sentono in un angolo”.






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