Nord Stream e l’arresto di uno dei sospetti terroristi ucraini. Dietro il caso Kuznietsov c'è l'ombra di un sabotaggio che minaccia l'Ue - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 14:56

Nord Stream e l’arresto di uno dei sospetti terroristi ucraini. Dietro il caso Kuznietsov c'è l'ombra di un sabotaggio che minaccia l'Ue

Il suo arresto, e specialmente la sua estradizione in Germania, potrebbero innescare eventi a cascata che colpirebbero le leadership politiche europee degli stati più importanti.

di Enrico Verga

Nord Stream, ecco che cosa c'è dietro il sabotaggio

Civile, forse ex militare, forse spia dei servizi segreti ucraini. Di certo si sa che l’ucraino Serhii Kuznietsov, 49 anni, era in vacanza con la famiglia in Romagna. La polizia italiana lo ha arrestato su mandato internazionale delle autorità tedesche. Secondo la Germania l’ucraino sarebbe l’ideatore ed esecutore dell’attacco ai gasdotti russo-tedesco Nord Stream 1 e 2. Il suo arresto, e specialmente la sua estradizione in Germania, potrebbero innescare eventi a cascata che colpirebbero le leadership politiche europee degli stati più importanti. O, forse, l’ucraino potrebbe fuggire, o decidere di suicidarsi. C’è molto in gioco. Facciamo il punto.

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Nord Stream 1 e 2: Il cordone ombelicale euro-russo scomodo

Il Nord Stream 1 è un grande progetto energetico voluto dai leader politici tedeschi. La Germania, insieme all’Italia, sono nazioni altamente industrializzate ed energivore. In passato la Germania ha utilizzato il carbone, altamente inquinante. Poi sia la Germania che l’Italia si sono orientate al gas naturale.

Il gas che passava dal NS 1 (e che sarebbe passato nel suo gemello il NS2) avrebbe reso obsoleto il gasdotto in Ucraina. L’ex repubblica sovietica ricavava oltre 1 miliardo di dollari l’anno grazie alla “tassa di passaggio” tramite le sue condutture (costruite durante l’Unione Sovietica).Tutte le amministrazioni (filo americane) che si sono succedute dal colpo di stato ucraino si sono opposte al progetto NS1 e 2. Addirittura negli ultimi anni, sotto la leadership Porošenko prima e Zelensky poi, numerosi gruppi di lobby ucraini avevano investito oltre 5 milioni di dollari (come confermano i documenti del Fara, parte del ministero della giustizia americano) per convincere i politici americani del pericolo di questi gasdotti russo-tedeschi. In particolare nei differenti documenti ottenuti dal ministero di giustizia americano si leggeva come che il NS fosse un pericolo per l’Ucraina (cosa logica), per gli interessi USA (che stavano aumentando la produzione di gas di scisto e cercavano un mercato per il loro gas molto costoso) e l’Europa (tema poco comprensibile, dato che il gas economico russo era un’ottima soluzione per avere una variabile energetica economica per le industrie italiane e tedesche, in particolare).

Lo stesso Biden aveva dichiarato in un'intervista che “se la Russia invaderà di nuovo, allora il Nord Stream 2 finirà. Lo fermeremo.”. Incalzato da un giornalista su come lo avrebbe fermato, ribadì “Ti assicuro che siamo in grado di farlo”.Quando il NS 1 e 2 vennero colpiti, Biden dichiarò, come riportava all’epoca la CNN, che era stato un “atto deliberato di sabotaggio”, accusando la Russia e il presidente Vladimir Putin di “diffondere disinformazione e menzogne”. Putin infatti aveva subito dichiarato che l’attacco era stato cagionato dagli ucraini, mentre allora il leader ucraino si affrettò d negare qualunque partecipazione. All’epoca tutt i media occidentali, specialmente quelli che erano riceventi dei fondi di USAID (agenzia per gli aiuti USA che sponsorizzava differenti testate come la Bbc), avevano accusato Putin. La tesi imperante nel 2022-23 era che Putin avesse deliberatamente distrutto il gasdotto per impedire l’afflusso di gas verso la Germania, mettendo in ginocchio la sua industria energivora. Una tesi poco credibile: Putin avrebbe semplicemente potuto chiudere le stazioni di pompaggio russe che facevano fluire il gas nelle condutture.

Chi ha distrutto il Nord Stream 1 e 2?

La domanda resta ancora valida, ma ci sono luci e ombre che dipingono differenti scenari.

Se appare ormai chiaro che sia stato un tema di militari e terroristi ucraini (i civili che compiono azioni militari contro bersagli civili di norma vengono etichettati come terroristi), resta ancora la domanda di chi siano stati i mandanti e chi sapeva del progetto.

All’inizio, come spiegato, tutti i media occidentali, specialmente quelli anglo-americani, suggerirono fosse stato Putin.In seguito, un giornalista investigativo Seymour Hersh (vincitore del premio Pulitzer per aver reso pubblico lo scandalo del carcere americano di Guantanamo) pubblicò un articolo sulla piattaforma di newsletter Substack, concludendo che gli Stati Uniti avevano condotto l’operazione su ordine del presidente Biden. A sostegno della sua tesi, Hersh citò la minaccia fatta dal presidente prima dell’invasione di “porre fine” al Nord Stream 2, insieme a dichiarazioni simili di altri alti funzionari.

Inizialmente i media americani fecero fina di nulla. Poi il New York Times uscì con una storia che ritracciava la versione di Hersh, salvo omettere ogni riferimento a una qualsiasi partecipazione USA (allora guidata da Biden).La versione del New York Times riportava “che le agenzie di intelligence statunitensi ed europee erano a conoscenza di un’operazione militare ucraina pianificata per sabotare i gasdotti Nord Stream tre mesi prima delle esplosioni effettive, avvenute a settembre 2023, ma non era chiara la linea di comando specifica né chi avesse orchestrato l’operazione finale. Le indagini tedesche hanno indicato un gruppo filo-ucraino, e informazioni condivise dalla CIA hanno rivelato dettagli su un’operazione subacquea pianificata.”Secondo la tesi del NYT, il gruppo di civili e militari aveva avvisato l’allora generale dell’esercito ucraino Valerij Fedorovyč Zalužnyj, il quale aveva avvisato il presidente Zelens'kyj che aveva approvato il piano.

Solo in un secondo momento i servizi segreti americani, informati da quelli olandesi, ordinarono a Zelens'kyj di fermare tutto. Tale invito a fermare l’attacco, tuttavia, non sarebbe arrivato in tempo al team di assalto ucraino che avrebbe eseguito l’operazione.Non è chiaro come, nell’epoca moderna, non si riesca a raggiungere un team di spie e sabotatori, dopo tutto i cellulari in Ucraina, Polonia si appoggiano a reti di telecomunicazioni solide. E la presenza di numerosi proxy e VPN può permettere operazioni di comunicazioni criptate.Ad ogni modo, Zelens'kyj allora dichiarò di non aver approvato nulla.La verità, in guerra, è la prima vittima. Non è la prima volta che il leader ucraino nega la responsabilità di un attacco a infrastrutture civili, come il ponte di Kerch, salvo poi confermare la responsabilità di truppe ucraine sotto il suo comando.

Lo stato attuale delle cose: la verità ci renderà liberi?

L’ucraino è entrato in tribunale alzando spavaldo la mano, facendo il simbolo del tridente, riferito al logo dell’esercito ucraino. Ufficialmente ha dichiarato di esser un imprenditore. Sta ora al nostro governo confermare le accuse e inviare il cittadino ucraino in Germania. Tuttavia rimane aperto uno scenario piuttosto complesso. Sono numerose le domande a cui l’ucraino potrebbe dare una risposta, e questo lo pone in una situazione scomoda, sia che parli sia che resti in silenzio.

Prima di tutto sarà necessario comprendere la storia e il curriculum vita, per confermare la sua attività di militare e/o di spia ucraina. La sua linea di comando a chi faceva riferimento, nel caso fosse confermato il suo passato militare e/o di spia? Se era agli ordini dell’esercito, per un progetto del genere, sicuramente l’autorità massima ucraina avrebbe dovuto avvallare l’azione, e il nome di riferimento è il generale Valerij Fedorovyč Zalužnyj, allora capo delle forze armate. Lo stesso generale ovviamente avrà dovuto riportare a Zelens'kyj il piano per un approvazione. Non si parla infatti di un azione militare su territorio conteso, ma una aperta aggressione in acque attigue a territori di membri NATO. Di fatto un attacco deliberato ad assetti strategici degli alleati dell’Ucraina.

Già ottenere queste conferme sarebbe esplosivo, ma esistono implicazioni ancora più preoccupanti. Il New York Times ha scritto che gli Usa, sotto la guida di Biden, erano a conoscenza del futuro attacco e ordinarono (o dissuasero) Zelens'kyj a non procedere. Tuttavia per quale ragione i servizi segreti tedeschi non furono avvisati. Forse le politiche energetiche di Biden, e dei NeoCon, erano tali che un danno economico massiccio ad una nazione come la Germania, locomotiva d’Europa, sarebbe stato di beneficio agli Usa.

In quotidiano atlantista Politico qualche tempo dopo la distruzione del NS, si domandava perché Biden stesse facendo una guerra economica all’Europa, prima di tutto alla Germania, cercando di attrarre le principali aziende tedesche a rilocalizzare le produzioni in Usa. Tra i vantaggi che Biden poteva offrire c’era un costo della variabile energetica basso, se paragonato a quello europeo.

Se fosse confermata l’identità e la responsabilità dell’ucraino per la Germania si potrebbe aprire anche una crisi di stato. AfD, il partito nazionalista, da tempo promuove una politica fortemente isolazionista, soffiando sul fuoco della crescente disoccupazione nei territori del ex DDR. Regioni dove la produzione è stata azzoppata anche dal costo dell’energia che molte aziende han dovuto affrontare dopo la distruzione del NS.

L’Ucraino, potrebbe, con la sua testimonianza, innescare un crescente risentimento tedesco nei confronti degli Ucraini ai quali, ancora oggi, i leader tedeschi al governo han promesso aiuti militari e finanziari. A questo si aggiunga la crescente tensione tra la Polonia, che ora beneficia del gasdotto nordico, di cui è “distributrice” e la Germania. Il tutto in uno scenario energetico dove altre nazioni europee, tra cui l’Italia, sono state egualmente danneggiate dalle scelte della leader europea (ex ministro tedesco) Von Der Leyen, di bloccare l’entrata di gas e altre materie prime economiche russe nei mercati europei.

Per questi motivi, e le potenziali relazioni tra Ucraina e Polonia (dove han risieduto i terroristi ucraini prima e dopo l’attacco) il cittadino ucraino è una figura estremamente pericolosa. Forse la sua incolumità potrebbe essere messa a rischio. In alternativa una sua fuga, imprevista si intende, potrebbe risolvere questo maelstrom politico-militare che si paventa all’orizzonte.