Reset post-Brexit in bilico: pesca e tasse universitarie frenano l'accordo Ue-Regno Unito - Affaritaliani.it

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Reset post-Brexit in bilico: pesca e tasse universitarie frenano l'accordo Ue-Regno Unito

Nonostante l'unità sull'Ucraina, le divergenze su diritti di utilizzo delle acque britanniche e costi per gli studenti europei mettono a rischio la nuova fase di collaborazione tra Londra e Bruxelles

di Francesco Crippa

Pesca e tasse universitarie frenano l'accordo Ue-Regno Unito

L’Ucraina li unisce, il mare li dive. In tutti i sensi. Regno Unito e Unione europea, allineati sul sostegno a Kiev, sono al lavoro da mesi per avviare una più stretta collaborazione anche in altri ambiti, dalla sicurezza agli studi universitari. I negoziati si apprestano a entrare nella fase finale, ma su un punto la distanza da colmare rimane molto ampia: la pesca. In breve: Bruxelles chiede che i propri pescherecci possano gettare le reti in acque britanniche, Londra (per ora) risponde negativamente.

Il reset delle relazioni con l’Europa non cancellerà la Brexit, almeno nel breve periodo, ma è uno dei punti principali della politica estera del primo ministro Keir Starmer che, da subito, ha trovato una sponda favorevole tra Bruxelles e Strasburgo. Le trattative, però, sono più difficile del previsto e l’Ue non ha ancora approvato una bozza in vista del summit tra le parti che si terrà lunedì 19 maggio. Il Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti dell’Ue che prepara i negoziati internazionali e coordina le politiche, si riunirà nuovamente domenica per dare a Ursula von der Leyen un base precisa per impostare le trattative con Starmer.

 

L’ostacolo principale è, come si diceva, la pesca. Nel 2026, infatti, scadranno gli accordi che permettono alle imbarcazioni europee di pescare nelle acque britanniche. Già a novembre una bozza di documento Ue aveva sottolineato che il “reset” sarebbe stato credibile solo se, nel rinnovare gli accordi, sarebbe stato mantenuto lo status quo (lo avevamo raccontato qui). Da allora non sono stati fatti passi in avanti. Bruxelles continua a chiedere accesso alle acque di Londra e da questo fa dipendere il proprio via libera ad altri punti del reset.

 

Mercoledì 14 maggio il Coreper ha respinto una bozza presentata dai diplomatici britannici che proponeva un accordo quadriennale (più breve, dunque, di quello firmato da Boris Johnson nel 2020) che avrebbe previsto, da parte europea, un allentamento dei controlli fitosanitari e veterinari e una riduzione della burocrazia per chi esporta prodotti alimentari in Ue. Il “no grazie”, guidato da Francia e Paesi Bassi, è stato motivato proprio con la pesca: o Londra garantisce ai nostri pescherecci un accesso a lungo termine alle proprie acque, oppure non firmiamo. La pesca, ha detto un diplomatico al Guardian, “è uno degli elementi costitutivi di questo accordo. Non è possibile immaginare un vertice di successo senza un risultato positivo su questo tema. Se non si ha un accordo sulla pesca, non si ha un accordo sulla politica di sicurezza e difesa e non si ha un accordo sulla migrazione”.

 

Altro punto dolente, che rischia di far saltare l’intesa, riguarda la mobilità giovanile e in particolare gli studi universitari. L’Ue chiede che i propri giovani paghino le stesse tasse degli omologhi britannici. Di nuovo, Londra dice no: “Non possiamo permettercelo”, ha detto un diplomatico britannico al Financial Times. Per capirci: uno studente inglese paga 9.535 sterline l’anno di tasse universitarie, mentre uno studente straniere potrebbe arrivare addirittura a sborsare 38mila sterline. Nella bozza presentata dal Regno Unito e respinta dai diplomatici europei l’equiparazione delle tasse era stata eliminata. Anche la durata dei visti reciproci per giovani dai 18 ai 30 anni che Londra ha proposto non piace alla controparte, essendo limitata a un solo anno. “I britannici”, è il commento frustrato di un membro del Coreper, “chiedono ampie concessione senza offrire nulla in cambio”.

Nonostante le difficoltà, gli ambasciatori europei sono fiduciosi di trovare un accordo domenica per riuscire a mettere von der Leyen nelle migliori condizioni in vista del vertice di lunedì.