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Esteri
Trump accetta la nomination, lui è il sogno americano, Biden il socialismo

In un’ora di discorso, nel Grand Old Party, Donald Trump ha accettato la nomination per la corsa alla rielezione a Presidente degli Stati Uniti d’America nell’ultima giornata della Convention americana di Charlotteville. Convention che, per la pandemia da Coronavirus, si è svolta a Washington, alla Casa Bianca di fronte ad un migliaio di supporter rigorosamente senza 'social distancing’ (e in video per tutta la nazione), anche se era stato assicurato che tutti sarebbero stati controllati prima.

Quattro giorni di un grande e unico ‘ One Man Show’. In questa quarta giornata è stato supportato, tra gli altri, da Ivanka Trump, dal leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, da quello della minoranza alla Camera Kevin McCarthy, dal Segretario dello Sviluppo Urbano e Abitativo Ben Carson e dall’ex Sindaco di New York Rudy Giuliani.

‘Accetto la candidatura'-ha detto Trump. E, come molte altre volte, ha fatto leva sulla paura ‘la scelta-ha detto-è tra il sogno americano e il socialismo’.

Ha toccato subito i temi del Coronavirus promettendo che ‘il vaccino potrebbe arrivare e prodotto prima della fine dell’anno o anche prima, perchè stiamo sviluppando diverse terapie sicure e nel frattempo lotteremo contro il virus ancora più forte di prima’.

Il riferimento in particolare è per il vaccino di Moderna , l’azienda di biotecnologie californiana che è veramente in dirittura d’arrivo.

’Se avessimo ascoltato Joe centinaia di migliaia di americani sarebbero morti, ma per depressione, alcool, suicidi, attacchi di cuore e crisi economica, perdita del lavoro e molto di più’ ha attaccato il Presidente. ‘Ma la mia Amministrazione ha avuto un differente approccio, salvare il maggior numero di vite possibili, concentrandosi sulla scienza , sui fatti e sui dati’. 

E poi il tycoon è passato a parlare di economia 'in tre anni -ha detto-abbiamo costruito l’economia più solida della storia e presto ritorneremo alla piena occupazione. Biden non è il salvatore ma il distruttore della grandezza americana e dell’occupazione’.

Sulla sicurezza il Presidente ha confermato che ‘mai come adesso i confini dell’America sono stato così sicuri’. E sulle proteste che stanno da mesi sconvolgendo molte città americane ‘Bloccheremo le folle inferocite con la nostra polizia per cui provo amore e rispetto’. 

E nella conclusione si è spinto a dire che 'nessuno, dai tempi di Lincoln, ha fatto quello che io ho fatto per gli afroamericani, che prima del virus erano molto ben occupati, così come asiatici americani e ispanici’.

E su questa affermazione ha chiuso senza aspettare la risposta dei milioni di afro e ispanici ora disoccupati e colpiti duramente nelle famiglie dal Coronavirus perchè indeboliti nel fisico da una carenza di cure mediche. Perchè, vale la pena ricordare che, senza costose assicurazioni mediche, negli Stati Uniti si rischia tanto, in termini di salute. 

 

 

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