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Esteri
Ucraina test decisivo per Biden e Putin: si cerca il primo passo del disgelo

Usa e Russia tornano a sedersi al tavolo sull'Ucraina

Una telefonata allunga la vita, si sa. In questo caso potrebbe riannodare un filo che sembrava definitivamente spezzato, il filo diplomatico tra Stati Uniti e Russia. Joe Biden e Vladimir Putin si parlano per la seconda volta in meno di un mese e lo fanno su richiesta del Cremlino, che allo stesso tempo ha accettato di sedersi a un tavolo anche a più riprese tra il 10 e il 13 gennaio tra bilaterale Washington-Mosca e vertice Nato-Russia e Organizzazione. Una stretta consultazione con gli alleati e i partner statunitensi è stata "una priorità per l'amministrazione fin dall'inizio", ha detto il funzionario, e Biden lo sottolineerà anche a Putin. 

Lo "zar" non rientra ovviamente nell'elenco di alleati o partner di Washington. Ma non è detto nemmeno che debba restare un nemico per sempre. Al di là di quanto si dirà nella telefonata e soprattutto al di là di quanto si comunicherà all'esterno (come sempre, in queste occasioni, domina la retorica e il messaggio narrativo che si vuole far passare presso il proprio "pubblico" e popolazione di riferimento), il segnale del riavvio del dialogo, per quanto teso, è molto significativo. Secondo le indiscrezioni dei media a stelle e striscce il colloquio sarebbe peraltro stato richiesto da Putin e accettato da Biden nella convinzione che "quando si tratta della Russia non ci sia niente di meglio di un dialogo diretto leader-leader".

Ucraina test per un futuribile potenziale disgelo tra Usa e Russia

Il focus sarà ovviamente l'Ucraina, ma si tratta più di un fine ultimo di un mezzo. Un test per saggiare i rispettivi posizionamenti, in vista di un futuribile potenziale disgelo in ottica anti cinese. Ma partiamo da Kiev. Stando alle anticipazioni dei media americani, il capo della Casa Bianca offrirà al collega russo una "via diplomatica" per allentare le tensioni, ma allo stesso tempo ribadirà il rafforzamento della presenza militare russa al confine con l'Ucraina ed è pronta anche a dure sanzioni contro Mosca in caso di un'aggressione. 

La Russia, da parte sua, vuole "garanzie di sicurezza legalmente vincolanti", che mirano sostanzialmente a evitare un ulteriore allargamento della Nato a est e che Putin ha già definito "inaccettabile". Biden non può farsi vedere troppo morbido, anzi non può farsi vedere in assoluto morbido con Mosca dopo la vicenda dell'Afghanistan. Ma già la disponibilità al dialogo è un segnale che al Cremlino è stato colto.

L'elefante alla cornetta di Biden e Putin: Xi Jinping

I due grandi rivali si studiano, consci dell'implicita presenza di un elefante nella stanza. Vale a dire la Cina. Biden vuole evitare a tutti i costi che si realizzi l'allineamento definitivo tra Mosca e Pechino. Eventualità sottovalutata per lungo tempo, forse troppo, dal Pentagono, ma che non appare più fantascienza. Di recente le forze militari sinorusse hanno partecipato insieme a ripetute esercitazioni militari che hanno coinvolto sia le rispettive flotte navali che quelle aeree, nonché le truppe terrestri. Con il passaggio congiunto, tra le altre cose, delle navi militari nello stretto di Tsugaru, che divide le due principali isole dell'arcipelago giapponese.

Avvertimento a Tokyo, sempre più allineata a Washington, e messaggio diretto agli Usa: "Voi fate l'Aukus, ma noi siamo pronti a muoverci insieme". Non a caso Ucraina e Taiwan vengono vissute e presentate spesso in maniera piuttosto speculare. Di recente Putin e Lavrov hanno appoggiato esplicitamente le rivendicazioni cinesi su Taiwan, così come sono usciti diversi articoli sui media di stato di Pechino che presentano la vicenda ucraina in modo favorevole alla retorica del Cremlino. Il 15 dicembre Putin e Xi Jinping hanno avuto un nuovo colloquio virtuale, l'ennesimo del 2021 "per lo sviluppo del partenariato strategico globale russo-cinese". E si incontreranno di persona ai Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022 a inizio febbraio.

Cina-Russia: cooperazione non solo militare, ma anche finanziaria e spaziale

La cooperazione sinorussa si sta approfondendo a tutti i livelli. Si lavora per esempio al progetto di creazione di una struttura finanziaria indipendente e integrata per relazioni commerciali al di fuori dello SWIFT. Obiettivo limitare il potere del dollaro e creare una piattaforma autarchica che metta al riparo dalle sanzioni degli Stati Uniti. Contestualmente si continua a rafforzare il processo di internazionalizzazione dello yuan digitale. Pechino e Mosca lavorano per integrare i propri ecosistemi digitali, operando in modo congiunto sui sistemi operativi. Una sorta di ricreazione di un mondo a blocchi. Intanto il Moscow Exchange Group invita i sistemi finanziari dei due paesi a integrarsi ancora di più, parlando di potenzialità infinite dall'unione. E viene annunciato un nuovo programma di cooperazione spaziale che includerà anche un progetto per creare una Stazione di Ricerca Lunare Internazionale sulla superficie della luna entro il 2035. 

Biden vuole evitare un allineamento totale tra Russia e Cina, che concretizzerebbe lo scenario peggiore per qualsiasi superpotenza: avere entrambi i possibili sfidanti uniti contro di lei.

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