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Esteri
Usa 2020, ecco il piano green di Biden: che cosa cambia su petrolio ed energia

La tanto attesa vittoria è arrivata: Joe Biden è il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Il cambio di passo sulle questioni ambientali è quindi vicino. Anche prima della nomina, ha voluto ribadire il suo sì a una transizione energetica immediata, promettendo il rientro negli accordi di Parigi: “Oggi l'amministrazione Trump ha ufficialmente lasciato l'accordo di Parigi sul clima. E tra 77 giorni esatti, un'amministrazione Biden vi ritornerà".Ciò significherebbe per Washington rimettersi in riga con gli impegni che nel 2015 erano stati presi da Obama: tagliare le emissioni di gas serra dal 26 al 28% sotto i livelli del 2005 entro il 2025. 

Usa 2020: Il piano sul clima dei democratici 

La campagna elettorale di Biden ha puntato molto sulla cosiddetta svolta green, facendone il centro della sua politica ambientale, in netta contrapposizione con le posizioni trumpiane, negazioniste dell’esistenza di una crisi climatica. Il democratico ha cercato di puntare su un programma energetico nuovo, proponendo soluzioni di contrasto. Il piano green è stato frutto di una sintesi tra il disegno originario dell’attuale presidente e quello del radicale democratico Bernie Sanders. Un gruppo di lavoro specifico e congiunto, capeggiato dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez e dall’ex segretario di stato John Kerry,si è dedicato alla redazione di un programma che, tra le altre priorità, ha visto come protagonista il clima. Il rapporto finale ha confermato, infatti, un obiettivo davvero ambizioso: raggiungere la neutralizzazione carbonica, ovvero l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 entro il 2050, così come auspica l'Unione Europea con il Green New Deal. 

400 miliardi di dollari all’anno per combattere il riscaldamento globale: sono queste le cifre stanziate per il nuovo disegno sul clima. Un progetto che mira a creare almeno 10 milioni di posti di lavoro in settori come la produzione di energia pulita, la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie. Inoltre, richiede la riforma delle leggi sul lobbismo per ridurre l’influenza delle industrie dei combustibili fossili. Biden si era dichiarato “profondamente riconoscente” nei confronti del collega democratico, “per aver lavorato insieme con l’obiettivo di unire il partito e infondere un cambiamento reale e sostenibile per le generazioni future”. 

Edifici sostenibili a zero emissioni, pannelli fotovoltaici, pale eoliche terrestri e offshore: sono stati questi i punti principali del nuovo disegno sul clima. Molte sono state anche le misure salvaclima chiamate a far parte del programma. In particolare, il documento fissa alcuni importanti obiettivi: assicurare che gli Stati Uniti raggiungano un’economia a energia pulita e zero emissioni entro e non oltre il 2050. Per riuscire nell’intento Biden dovrebbe appellarsi al Congresso, chiedendo l’emissione di alcune leggi che da un lato fissino importanti target già per il 2025, e dall’altro compiano interventi di portata storica nei settori dell’energia rinnovabile, della ricerca e dell’innovazione tecnologica. Per un Paese fortemente ancorato allo sfruttamento di fonti fossili e che negli ultimi anni ha investito moltissimo nel fracking, è questa una sfida ancora tutta aperta. Inoltre, secondo il disegno di Biden, per concretizzare questa transizione energetica è necessario creare una nazione più forte e consapevole dal punto di vista climatico attraverso interventi sulle infrastrutture che garantiscano edifici, risorse idriche, trasporti e impianti energetici più resistenti all'impatto delcambiamento climatico. Bisognerà ricoprire un ruolo di leader mondiale in questa lotta, spingendo con l'esempio altri Stati a raggiungere obiettivi che vanno ben oltre gli Accordi di Parigi. E infine mettere un freno agli abusi dei grandi inquinatori, che sfruttano comunità e cittadini a basso reddito e garantire a tutti l’accesso a risorse pulite e sicure. 

Usa 2020: le critiche al disegno green di Biden 

“I democratici del Senato parlano bene quando si tratta di giustizia ambientale, diritti dei lavoratori e crisi climatica, ma questo rapporto non passa dalle parole ai fatti”, è l’accusa di Charlie Jiang verso, attivista per il clima di Greenpeace Usa, contro l’amministrazione Biden. Nonostante il netto passo avanti rispetto alle posizioni espresse e messe in pratica da Trump nel corso della sua presidenza, le critiche al nuovo piano green non sono tardate ad arrivare. Alcuni gruppi ambientalisti hanno accusato i democratici di non essere abbastanza ambiziosi, soprattutto per quel che riguarda l’eliminazione dei sussidi per le compagnie petrolifere e del gas. In effetti, alcuni dirigenti dell'economia fossile si sono dichiarati a favore del piano, felici del fatto che il nuovo Presidente, nel vasto mix energetico proposto, suggerisca di investire nella cattura e nel sequestro del carbonio. Impedire che le emissioni di gas serra raggiungano l’atmosfera significa mettere in campo una tecnologia che potrebbe permettere all’industria di continuare a bruciare combustibili fossili per decenni. Ma Stef Feldman, direttore politico della campagna democratica, ha più volte commentato il favore dei dirigenti del settore petrolifero e del gas verso le proposte dell’attuale Presidente, come un segno positivo di apertura verso un cambio di passo: “Sempre più aziende energetiche si stanno rendendo conto della realtà del cambiamento climatico, della direzione in cui si stanno muovendo i consumatori, della direzione in cui si stanno muovendo le altre aziende e stanno apportando cambiamenti di conseguenza”. Ma sull’efficacia dei piani green di Biden incombe un problema di governabilità: se il Senato dovesse restare a maggioranza Repubblicana sarà difficile compiere rivoluzioni.

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