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Esteri
Usa, elezioni a rischio di violenze tra gruppi armati di destra e sinistra
(fonte Lapresse)

Le nubi nere sopra le elezioni americane. Un anno orribile questo, per il mondo ma per l’America in particolare. Non solo è diventato il Paese  con il più alto numero di vittime da Coronavirus al mondo, non solo è stata attraversata da una protesta antirazzista e da violenze per le strade come mai prima d’ora, non solo è stato colpito da tormente di fuoco di una virulenza mai vista ma si sta preparando ad una tornata di elezioni presidenziali dove, molti osservatori, prevedono uno scenario molto complicato.

 Un 'election day’ dove i più pessimisti vedono potenziali colpi di stato, violenza nelle strade e soprattutto un possibile rifiuto della sconfitta nel caso Donald Trump non fosse rieletto. Ma qualcuno ‘sottovoce’ presenta un’altra potenziale minaccia di cui poco si parla ed è quello che potrebbe succedere se due persone armate, una bianca e una di colore, si dovessero scontrare per una diversa ideologia politica. 

Un esempio di questo drammatico potenziale confronto si è visto in US negli ultimi mesi quando le proteste di Black Lives Matter (molte pacifiche ma alcune, poche, dure e violente) si sono intrecciate con gli estremisti bianchi che si sono trovati in strada insieme a chi protestava per la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso da un agente a Minneapolis.

Uno scenario critico e considerato da molti impossibile ma il rischio c’è e soprattutto sta prendendo forma per due tendenze che si stanno sviluppando e di cui si parla poco. La prima è rappresentata da un certo numero di gruppi bianchi armati di estrema destra che, incoraggiati dal messaggio “Law & Order" di Donald Trump, si stanno confrontando con i manifestanti antirazzisti, la maggior parte di colore, in tutta la nazione. Un esempio di cosa potrebbe succedere lo si è visto quando, un diciottenne bianco partecipando armato di un fucile da guerra in difesa della polizia ad una manifestazione antirazzista, si è sentito in dovere di colpire a morte due persone e ferirne una terza.

La seconda è che sta crescendo, in linea con il Secondo Emendamento che garantisce ad ogni cittadino il possesso di armi, un movimento tra gli afroamericani che si sta organizzando in gruppi armati. Uno scenario impossibile? Forse ma se si verificasse che succederebbe? A questo proposito recentemente il Direttore dell’FBI, Chris Way, ha mostrato grande preoccupazione per i violenti scontri che si sono avuti in molte città tra gruppi di estrema destra ed estrema sinistra in occasione delle proteste razziali.

Un duro assaggio di questo confronto è avvenuto nell’estate quando, un gruppo armato composto da un centinaio di uomini di colore NFAC (più o meno Non Scherzare con la Coalizione) si è ritrovato nel Kentucky a Louisville per protestare contro l’omicidio della giovane Breonna Taylor fatto dalla polizia. Polizia che nemmeno è stata accusata per l’accaduto specifico. Il gruppo è stato accolto da un gruppo armato di estremisti bianchi, chiamato ’tre per cento’.

I due gruppi sono stati separati dalla polizia in tenuta antisommossa ma , nonostante ciò, sono scappati da entrambe le fazioni colpi di arma e una persona è stata ferita. In un’altra occasione la NFAC in uniformi militari e munizioni ha marciato a Stone Mountain in Georgia. Una specie di versione dei tempi nostri delle ‘Black Panthers’. Uno dei loro membri ha sfidato i gruppi di vigilanti bianchi ma , fortunatamente, non c’è stato nessuno scontro.

Ma il fuoco sotto la cenere contro il razzismo non si è mai spento nell'America liberale e Donald Trump con le sue continue provocazioni, ultima delle quali la nomina del Giudice conservatore Amy Barrett al Tribunale Supremo, sembra volerlo alimentare. In ogni caso mai come adesso le elezioni americane si presentano sotto auspici non certo tranquilli.

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