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Usa, l’economia americana in crescita nonostante i ripetuti aumenti dei tassi
Biden Twitter

Usa, l'economia americana in discreta salute nonostante i tassi della Fed

L’economia degli Stati Uniti sembra rispondere abbastanza bene alla cura contro l’inflazione portata avanti dalla Federal Reserve. Una cura  a colpi di aumenti dei tassi di interesse, tra i più robusti dai primi anni 80. Tassi pesanti per contenere un trend inflativo al top degli ultimi 40 anni. I risparmi fatti dagli americani durante il Covid e l’inaspettata crescita dei posti di lavoro stanno però dando ossigeno all’economia. In aggiunta si registra un aumento della spesa pubblica, in particolare del Governo federale. Quindi, secondo i dati ufficiali, gli Stati Uniti hanno chiuso il 2022 in crescita seppur in presenza di un’inflazione ancora elevata (al 6,5% dall’oltre il 10% di pochi mesi fa)) e una disoccupazione tornata al 3,5%  di pre-pandemia. Le decisioni della Fed hanno inoltre però fatto rallentare il settore immobiliare in generale, dalle costruzioni di nuovi immobili agli acquisti di usato e nuovo.

Usa, la Fed comincia a rallentare gli aumenti dei tassi

Nonostante questa economia “frizzante” alcuni osservatori sono convinti che, verso la fine dell’anno, il paese potrebbe entrare in una lieve recessione. Recessione che il National Bureau of Economic Research, definisce come "un significativo declino generalizzato dell'attività economica che dura più di qualche mese”. Dal canto suo il portavoce dell'Ufficio di Analisi Economica del Dipartimento del Commercio ha spiegato che “la crescita reale del PIL nasce dalla crescita dei risparmi privati, dalla spesa dei consumatori, da quella del governo federale, statale e locale e dagli investimenti fissi non residenziali, in parte compensati da una diminuzione degli investimenti fissi residenziali, e da cali di export e import”. La Federal Reserve ha già cominciato a rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse,.

Usa, Powell continuerà coi tassi fino alla vittoria sull'inflazione

Il prossimo aumento dovrebbe essere di 0,25 punti, dopo quello di 0,5 punti di dicembre, con un prezzo ufficiale del denaro tra il 4,25%-4,5%. Il presidente della Banca Centrale Jerome Powell ha comunque detto più volte che il nemico da battere è l’inflazione e gli aumenti dei tassi non si fermeranno fino a quando questa non sarà messa sotto controllo. Una tale situazione innegabilmente ha soddisfatto il Presidente Biden alle prese con un sostegno alla guerra in Ucraina sempre più costoso e non del tutto compreso dal popolo americano e con la grande scommessa dell’IRA, (Inflation Reduction Act) prevista nel 2023. Una legge  che con uno stanziamento “monstre” di 400 miliardi di dollari, dovrebbe agevolare imprese e famiglie nella transizione green. Una quantità di sussidi senza precedenti per convincere le imprese a tornare a investire negli Stati Uniti, e le famiglie a comperare americano, in particolare green. Una specie di MAGA (Make America Great Again) di trumpiana memoria ma stavolta improntato al miglioramento ambientale. Un qualcosa che, potrebbe dare dei grattacapi ad un’Europa che, dopo mesi non sembra essere del tutto riuscita a liberarsi dalla dipendenza energetica russa e nemmeno è del tutto unita sugli aiuti all’Ucraina. Ma le partite dei due continenti so stanno giocando con mezzi e protagonisti differenti.  Solo il 2023 potrà dare risposte più esaustive.

 

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