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Esteri
Usa, nella marcia a Washington lo spirito di Marthin Luther King
(fonte Lapresse)

’Non possiamo essere soddisfatti fino a quando il nero sarà vittima degli orrori inspiegabili della polizia, non possiamo essere soddisfatti fino a quando il nero del Mississippi non potrà votare e il nero di New York crederà di non avere nulla per cui votare’ parole storiche pronunciate nel 1963, esattamente il 28 agosto da Marthin Luther King. 

Parole dette ai piedi del monumento a Lincoln durante la gigantesca marcia a Washington per i diritti civili. E fu in quell’occasione che King fece quel discorso ‘Io ho un sogno’ che divenne il simbolo imperituro e mondiale contro la discriminazione razziale. I temi toccati, quasi sessant’anni fa, sono gli stessi che sono stati scanditi, tre giorni fa, nella marcia del 28 agosto del 2020 sulla medesima scalinata della storica marcia a Washington. Temi scanditi da attivisti, reverendi di colore, leaders sindacali che hanno urlato il loro ‘essere contro' la disaffezione, la brutalità della polizia, l’uguaglianza che, nella Great America, non viene interpretata da tutti nello stesso modo. 

Le stesse richieste di 60 anni fa, come se il tempo, dal punto di vista dei diritti per afromericani, asiatici, ispanici, non fosse mai passato. 

Assordanti le parole del più grande cestista di tutti i tempi, Lebron James , playmaker dei Los Angeles Lakers, che ha continuato a ripetere in modi differenti un qualcosa che in sintesi è suonato così ‘noi , gente di colore, siamo terrorizzati da quello che succede con la polizia. Abbiamo paura di come un qualsiasi poliziotto si possa svegliare alla mattina, e su come riverserà le sue inquietudini su qualcuno di noi’.

E per manifestare contro tutto questo migliaia di manifestanti si sono trovati nella capitale degli Stati Uniti , in piena pandemia (6 milioni di casi e 185000 morti) ,cercando di replicare la storica marcia di 57 anni fa.

Certo è mancato il numero sperato dagli organizzatori ( i 250 mila della marcia storica) ma la folla era sufficiente a fare una grande massa critica e di riflessione, ai piedi della statua di Lincoln, soprattutto in un momento in cui la Grande America sta vivendo tre gigantesche crisi: la sanitaria, la sociale e quella economica.

Senza dimenticare che tra tutto questo si muove inesorabile la grande protesta antirazzista che dilaga nel paese sotto l’ombrello di ‘Black Live Matter’.

I motivi attuali della marcia, a ricordo di quella passata, erano fin troppi. A partire dal  brutale assassinio a Minneapolis, a maggio, da parte della polizia dell’afroamericano di 46 anni George Floyd per finire con gli episodi degli ultimi giorni accaduti a Kenosha nel Wisconsin. I sette spari di un agente alle spalle di Jacob Blake, un ragazzo, manco a dirlo, di colore, lasciato paralizzato dalla vita in giù. Ma non è finita perchè, il giorno dopo, un bianco di 17 anni si è messo a sparare contro i manifestanti e, a colpi di fucile, ne ha ammazzati due. 

La sorella di Floyd, Bridget, diventata un punto di riferimento della manifestazione e del movimento ‘Black Live Matter', ha detto che ’57 anni fa Marthin Luther King era qui raccontando quale era il suo sogno e noi ora siamo qui facendo sapere al mondo che possiamo farlo diventare realtà’. 

Ed è stato altrettanto chiaro che la manifestazione, con le elezioni dietro l’angolo, non è stata soltanto una espressione popolare contro il razzismo ma è stata una chiamata al voto per tutti quelli che non accettano più che il razzismo continui a serpeggiare tra gli Stati americani.

‘Law & Order’, legge e ordine, è quello che ha chiesto Trump nel suo discorso di accettazione della nomination. ‘ La scelta del voto-ha detto il tycoon-è fra me e il socialismo. Noi siamo per la legge e l’ordine che devono tornare in questo Paese’. E mai ha nominato, nemmeno una volta, il nome di George Floyd. Anzi, ha accusato i democratici di essere conniventi, con i violenti. Trump ha persino mostrato comprensione verso gruppi di ultradestra e neonazi, ricordando una manifestazione del 2017 dove gruppi di questo tipo(compresi membri del Ku Klux Klan ) si erano confrontati con estremisti della sinistra e dove morì una ragazza bianca ‘C’è gente cattiva da una parte e violenta dall’altra’ha sentenziato il Presidente. 

Sull’ altro versante un democratico come Joe Biden. Il 78 enne senatore ex vicepresidente con Obama vuole fare uscire l’America dall’oscurantismo in cui è caduta, vuole riunire tutti quelli che Trump ha diviso, vuole dare un valore unico alla parola uguaglianza. Afroamericani, ispanici, donne e giovani sembrano, al momento, essere con lui.

Nella marcia di questi giorni è stato chiesta una sostanziale riforma della polizia, che sanzioni gli errori degli agenti e una riforma del sistema della giustizia penale che migliori la riabilitazione soprattutto per quanto riguarda i crimini minori.

Fra quelli che hanno parlato il reverendo Al Sharpton, attivista dei diritti sociali di New York ‘Se cercate un salvatore, alzatevi e guardatevi nello specchio perchè siamo noi gli eroi della storia che stiamo costruendo e noi significa tutti noi’.

E grandi applausi alla piccola, 10 anni, Yolanda de Renee King, la nipote di King che ha concluso un discorso forte con ‘ le grandi sfide fanno grandi le generazioni. Noi adesso siamo esperti di TikTok e selfie. Dobbiamo confrontarci con altre sfide per essere grandi’.

 

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    martin luther kingwashingtontrumpbidenblack live matter





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