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Esteri
Vaccini Covid, sospendere i brevetti alla aziende che li producono

 

170 personalità mondiali, ex leader politici e premi Nobel, hanno chiesto ufficialmente al presidente americano Joe Biden la sospensione temporanea delle licenze sui brevetti dei vaccini contro il Coronavirus. Tra questi gli ex presidenti del governo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero e Felipe González, l'ex presidente francese, François Hollande e l'ex primo ministro britannico Gordon Brown

Uno dei pochissimi studi relativi al finanziamento della ricerca sui vaccini, fatto in particolare su Astra Zeneca, ha rivelato che l'industria farmaceutica ha sostenuto meno del 3% dei costi di ricerca. La maggior parte dei 120 milioni di euro investiti è arrivata dal governo del Regno Unito (45 milioni) e dalla Commissione Europea (30 milioni), e il resto da enti sostenuti da fondi pubblici e fondazioni.

Il peso determinante dell’aiuto pubblico conferma ancora una volta che “ I finanziamenti pubblici e la collaborazione internazionale sono stati determinanti nella scoperta dei vaccini contro il Covid-19”come sostengono i ricercatori dell'organizzazione indipendente Alliance of Universities for Essential Medicines nel Regno Unito.

I risultati del lavoro hanno registrato tutti i contributi che la farmaceutica ha ottenuto. Questi risultati coincidono nella sostanza con le informazioni pubblicate anche su altri vaccini contro il virus, come quello di Moderna.

Gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump avevano stanziato più di 3.400 milioni di euro per lo "sviluppo, le sperimentazioni cliniche e la produzione" del farmaco, basato su una nuova tecnologia chiamata messenger RNA. Un importo superiore di quattro volte l'intero budget di ricerca e sviluppo di Moderna nel 2020.

Ovvio che queste informazioni abbiano alimentato il dibattito sulla abrogazione del sistema dei brevetti che, attualmente, blocca la produzione di vaccini da parte di produttori diversi dai licenziatari.

Questo vincolo sta ritardando la vaccinazione a livello mondiale e soprattutto rende molto discutibile la motivazione principe dell’industria farmaceutica che è quella di poter avere brevetti fino a 20 anni  per poter ammortizzare gli investimenti e i rischi del processo di sviluppo.

Nove dosi su dieci fino ad oggi sono state date ai paesi ricchi, mentre i più poveri dovranno ancora aspettare mesi o anni. Il problema non è solo etico ma anche sanitario dato che potrebbero subentrare nuove varianti resistenti al vaccino.

Nella lettera si legge che “la sospensione sarebbe una tappa vitale e necessaria per porre fine alla pandemia. Speriamo che la Sua  amministrazione possa prendere in considerazione una sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale dell'OMC (Organizzazione mondiale del commercio) durante la pandemia, come proposto da Sud Africa e India".

L'OMC è stata tradizionalmente il forum dei paesi ricchi e l'esenzione dai brevetti è sempre stata bloccata da pochi paesi tra i quali gli Stati Uniti, l'Unione Europea, il Regno Unito, la Svizzera e il Giappone.

Nonostante le pesanti critiche nei confronti di aziende del settore come AstraZeneca  l'Unione L'Europa non ritiene che la carenza di vaccini sia dovuta alle licenze bloccate affermando che “I problemi non vengono risolti sospendendo i brevetti. Sono legati a una capacità produttiva insufficiente.”

Molti osservatori concordano sul fatto che a breve termine, la sospensione dei brevetti non risolverebbe il problema più urgente, che è quello di produrre e fornire vaccini per tutto il mondo nei prossimi mesi. Per garantire dosi anche ai paesi più vulnerabili, è necessario garantire maggiori risorse a Covax (una coalizione guidata dall’OMS) stabilendo meccanismi per cui i vaccini in eccesso vadano ai paesi poveri.

Nel dibattito, in alcuni casi tra sordi, all’interno dell’OMC è emersa una terza opzione sostenuta da paesi come Cile, Colombia, Australia e Canada che sosterrebbe  le cosiddette licenze volontarie, accordi tra aziende farmaceutiche per affidare la produzione di più dosi ad altre aziende.

Questa è, anche per l'UE, la formula migliore per aumentare la produzione nei prossimi mesi.

Farmindustria, dal canto suo, è convinta che "le proiezioni di agenzie indipendenti suggeriscono che gli accordi tra aziende, 263 attualmente, dovrebbero consentire il necessario approvvigionamento delle dosi nel resto dell'anno. Secondo i dati disponibili, la produzione nel 2021 ammonterà tra 9.000 e 12.000 milioni di dosi, che dovrebbero essere sufficienti per immunizzare almeno il 70% della popolazione mondiale prima della fine dell'anno".

Speriamo l’organizzazione italia na abbia ragione perchè il virus non è interessato agli accordi politico/economici.

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