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Esteri
Zelensky a Monaco chiede più armi. Accordo con l'Italia per aiuti post bellici
Zelensky

Zelensky in pressing sull'Occidente: "Dateci più armi"

I ministri degli Esteri dei 7 Paesi più industrializzati hanno chiesto "un cessate il fuoco" che faciliti "la liberazione degli ostaggi" detenuti da Hamas e aiuti il popolo palestinese. Lo ha annunciato a Monaco il capo della diplomazia italiana, Antonio Tajani, che a margine della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco ha presieduto la prima riunione della presidenza italiana. "Chiediamo l'immediata sospensione dei combattimenti, sia per garantire la liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, sia per aiutare i civili palestinesi e consentire l'ingresso degli aiuti", ha detto Tajani sottolineando come l'interesse sia la protezione di tutti i civili, "israeliani e palestinesi, in particolare le donne e i bambini".    

Usa, Canada, Francia, Gb, Germania, Giappone e Italia hanno anche rinnovato il loro sostegno militare, economico e finanziario nei confronti dell’Ucraina. Nella capitale bavarese c'era il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha messo in guardia la Nato dal continuare a ritardare la consegna di armi. Poche ore dopo il ritiro dei suoi uomini dalla città di Avdiivka, la città nel Donetsk difesa con le unghie e con i denti per mesi, Zelensky ha detto che mantenere l'Ucraina a corto di armi - in particolare l'artiglieria e quelle a lungo raggio - consentirà a milioni di rifugiati di tornare a casa e alle truppe di Kiev di riconquistare il Paese.

Irritato dal fatto che i repubblicani vicini a Trump, al Congresso Usa, ostacolino l'invio di armi, Zelensky ha invitato il tycoon - che dice che se rieletto metterà fine "in 24 ore" alla guerra in Ucraina - ad andare a Kiev e visitare con lui il fronte, "per vedere la guerra vera, non quella su Instagram". Sulla sua stessa linea, la vicepresidente Usa, Kamala Harris, che ha detto che "c'è solo un piano A"; e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che ha invitato il Congresso Usa a mantenere "ciò che ha promesso" all'Ucraina e decidere "il prima possibile" sugli aiuti militari a Kiev.

E' stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a fare pressing sugli europei: devono fare di più, perchè una vittoria della Russia "incoraggerebbe tutti gli autocrati del mondo". Anche la presidente della commissione, Ursula von der Leyen, ha detto che l'Ue "deve spendere di più, meglio e 'più europeo'": nell'ultimo anno c'è stato un aumento delle spese per la Difesa del 20% "ma non è sufficiente". Ma soprattutto a sorpresa von der Leyen ha reso noto che, se verrà riconfermata nell'incarico dopo le elezioni europee, istituirà un commissario Ue "alla Difesa". Una proposta che ha ricevuto subito il plauso di Tajani. "Senza difesa europea non possiamo essere protagonisti nella Nato in maniera paritaria, non possiamo svolgere una politica estera efficace".    

Tajani, a nome del G7, ha anche sollecitato la Russia a "non oltrepassare certi limiti nello spazio", dopo che Washington ha allertato della "grave minaccia" rappresentata dallo sviluppo da parte della Russia di un'arma nucleare contro i satelliti.

Verso l'accordo con l'Italia per aiuti militari ed economici post guerra

Secondo quanto scrive Repubblica, in conferenza stampa è emerso anche un altro tema. "Zelensky era reduce ieri da due accordi importanti firmati con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, sulla falsariga di quanto sottoscritto già a gennaio con il premier britannico Rishi Sunak. Le tre maggiori potenze europee hanno accordato a Kiev garanzie bilaterali future per la sicurezza e aiuti finanziari a lungo termine. In altre parole, uno scudo militare ed economico che si estenderà anche oltre la fine del conflitto con Mosca".

Come spiega Repubblica, "la domanda emersa ieri in conferenza stampa, rivolta a Tajani, è stata: e l’Italia? Il ministro non ha risposto direttamente ma fonti della Farnesina sostengono che un’intesa sulla sicurezza possa arrivare a breve, forse già in occasione del secondo anniversario dell’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio, quando Giorgia Meloni ha convocato un G7 virtuale".

E ancora prosegue Repubblica: "L’altra questione emersa nel confronto coi cronisti è quella del modesto contributo dell’Italia all’Ucraina dall’inizio del conflitto. Secondo il Kiel Institut fuer Weltwirtschaft che aggiorna regolarmente questi dati, a fronte dei 17,7 miliardi di aiuti garantiti finora dalla Germania o dei 42,22 miliardi degli Usa, l’Italia è in coda con i suoi 670 milioni di euro, per la verità insieme alla Francia, che ne ha garantiti appena 640. Ma che Roma non riveli l’entità vera del suo contributo a Kiev, che secondo fonti diplomatiche è persino il doppio della cifra ufficiale, è il segreto di Pulcinella".






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