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Evoluzione del Piano d’Azione CMU
Il commissario europeo Jonathan Hill, che aveva pubblicato lo scorso anno il “Piano d’Azione” relativo alla CMU (Capital Markets Union) è tornato ora sull’argomento in una conferenza tenuta nel suo Paese natale, la Danimarca.
“Da noi sta tornando la crescita, la disoccupazione è bassa e comunque in calo, e i lavoratori danesi sono tra i più produttivi e meglio pagati in Europa. La Danimarca è, in un certo senso, uno dei più grandi istituti di credito dell'Unione europea. E secondo la Banca Mondiale, è il posto migliore in Europa per fare affari.
Ma come Commissario europeo responsabile dei servizi finanziari sono molto consapevole della necessità di tenere conto della diversa natura delle diverse economie. Nel caso della Danimarca, ho capito l'importanza del mercato dei covered bond come fonte di finanziamento. Voglio mantenere la diversità nel nostro settore finanziario e costruire su di esso. E come parte del nostro lavoro per costruire un mercato unico dei capitali, voglio vedere se siamo in grado di beneficiare di queste competenze sviluppate sui covered bond nel corso degli ultimi duecento anni.
Come un commissario proveniente da un Paese non appartenente all'area dell'euro, sono anche molto consapevole della necessità di bilanciare gli interessi di Euro-in ed Euro-out. Credo che l'accordo tra Cameron e gli altri 27 leader europei aiuti a chiarire i rapporti nel campo della governance”.
Pur riconoscendo la necessità di integrare ulteriormente la zona euro per, si sancisce il principio di non discriminazione nei confronti delle imprese per motivi di valuta. Ma che progressi ha fatto negli ultimi mesi la revisione dei Capital Markets dell'Unione?
In primo luogo si è perseguita la priorità di sostenere la crescita con un'Europa aperta alle imprese e agli investimenti: “legiferare meno per legiferare meglio, per dare alle aziende un periodo di maggiore stabilità in modo da poter pianificare in anticipo e di investire. A livello internazionale stiamo portando avanti tutta una serie di accordi di libero scambio” prosegue Jonathan Hill.
I mercati azionari americani sono due volte la dimensione di quelli della UE, anche se le due economie sono circa della stessa dimensione. Ma le PMI negli USA riescono a ottenere circa cinque volte di più fondi dai mercati dei capitali rispetto all’Europa. L'obiettivo del CMU è quello di aiutare il flusso di denaro attraverso l'UE per giungere dove può essere più produttivo: incanalare gli investimenti a progetti che hanno bisogno di un finanziamento, per dare alle aziende una maggiore scelta di finanziamento, e per aumentare le opzioni di risparmio dei privati a lungo termine.
I primi passi del piano d'azione CMU, avviato lo scorso anno, sono quindi costituiti da una proposta per rivedere la normativa che permette di attingere ai capitali privati per rendere più facile, più economico e più veloce per tutte le aziende europee attingere finanziamenti dai mercati. Poi si è agito per sostenere gli assicuratori che investono in progetti di infrastrutture, riducendo i requisiti di capitale che sono associati a investimenti a lungo termine. Infine è stata portata avanti una proposta per rilanciare le cartolarizzazioni, definendo una tipologia di cartolarizzazione semplice, trasparente e standardizzata, con requisiti patrimoniali ridotti. Ultimamente è stata lanciata anche una consultazione pubblica sulle obbligazioni bancarie garantite, per cercare modi pratici per abbattere le barriere agli investimenti in obbligazioni in tutta Europa, senza perturbare quei mercati che già funzionano bene.
I prossimi passi riguardano il capitale di rischio e i fondi di investimento, fino a giungere ai fondi pensione e alla previdenza integrativa. Obiettivo è cercare di creare il mercato unico dei servizi finanziari per i consumatori. Alcuni temi stanno emergendo dalle risposte alle consultazioni. Le imprese di investimento sono un buon esempio: gli intervistati pensano che si debba distinguere tra i requisiti di capitale imposti alle grandi banche, e agli altri intermediari finanziari di grandi dimensioni, rispetto a quelli imposti alle imprese più piccole.
Al di fuori del settore finanziario, un settore in cui le aziende richiedono un approccio più graduale è la riforma del regolamento sulle infrastrutture del mercato europeo EMIR, perché gli obblighi di segnalazione di Emir sono spesso considerati onerosi e costosi.
Molti intervistati hanno anche sollevato preoccupazioni circa la liquidità del mercato, in particolare nei mercati delle obbligazioni societarie.
L'onere imposto dalla quantità e la duplicazione di obblighi di segnalazione è un'altra denuncia frequente: le aziende si lamentano del fatto di essere costrette a divulgare le stesse informazioni in diversi modi per rispettare diversi atti legislativi. Molte altre aree sono state toccate dagli intervistati, comprese le eventuali lacune nel quadro legislativo.