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Vino, il lockdown per bar e ristoranti ha rafforzato gli acquisti online
Diego Di Sepio, Andrea Nardi Dei, Elisa Scapin, Francesco Limberti

Nella ricerca per denominazione, in Italia al primo posto c’è “Champagne”, seguito da “Prosecco” e in terza posizione “Franciacorta”. Anche in Olanda, Belgio e Germania al primo posto c’è “Champagne”. Al secondo i belgi optano per una delle eccellenze italiane: “Brunello di Montalcino”, gli olandesi cercano vini di un’altra zona: “Alto Adige”; mentre i tedeschi digitano “Prosecco”.

Il settore del vino e degli spumanti è tra quelli più colpiti dai provvedimenti varati dagli ultimi DPCM firmati da Conte. I tradizionali festeggiamenti natalizi in famiglia saranno almeno per il 2020 un ricordo. Addio a pranzi e cenoni che segnano da sempre le festività degli italiani, ma che rappresentano anche il massimo della domanda di spumanti e vino. Oltre al lockdown per ristoranti, bar e e locali pubblici in generale, sono soprattutto il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni ma anche i limiti posti agli spostamenti, dal coprifuoco e l’invito a non ricevere in casa persone non conviventi, a causare un brusco arresto della domanda.  Il risultato è un taglio netto dei consumi rispetto ai circa 74 milioni di tappi di spumante stappati solo in Italia per le feste di fine anno nel 2019. Un danno pesantissimo considerato che quasi 1/3 della spesa turistica nel Belpaese è destinata proprio all’enogastronomia.

Il lockdown di novembre, per molte regioni italiane, rischia così di dare il colpo di grazia ai consumi di vino degli italiani con quasi 4 cantine italiane su 10 (39%) che registrano un deciso calo dell’attività, con un pericoloso l’allarme liquidità che mette a rischio il futuro del vino italiano.  Ad essere danneggiata è soprattutto la vendita di vini di alta qualità che trova però già da alcuni anni uno sbocco sui canali di vendita online con piattaforme di e-commerce. Tra le realtà più dinamiche in Italia c’è Vino75.com, società di vendite online specializzata in etichette di alta qualità, che ha da poco cambiato nome diventando Vino.com, con le sue 4.000 etichette tra vini e distillati, di oltre 1.000 produttori italiani ed esteri.  Vino.com mantiene le stesse promesse sulla qualità del servizio che garantisce una filiera cortissima tra il produttore e l’utente finale; un magazzino rifornito di tutte le etichette adatto alla migliore conservazione delle caratteristiche organolettiche dei prodotti in qualsiasi stagione e spedizioni in 24/48 ore con packaging a prova di urti e sbalzi termici. E ancora un sito con informazioni su vitigni, schede, punteggi dei sommelier e abbinamenti che sono presenti nel nuovo indirizzo online, così come il sommelier virtuale.

La società è stata co-fondata dal fiorentino, Andrea Nardi Dei, CEO di Vino.com, che nel corso degli anni ha accumulato una profonda esperienza del mondo dell’enologia italiana. Nardi Dei, a partire da giugno scorso, con il team di Vino.com ha aperto l’operatività diretta in Germania, Olanda e Belgio. A breve sarà il turno di Gran Bretagna, Francia, Spagna e Svezia, dove anche in questi Paesi sarà possibile effettuare consegne in 48 ore, grazie all’integrazione con le dogane locali. Il dominio VINO75.COM rimarrà attivo e continuerà a portare i quasi 140.000 clienti al suo negozio digitale, successivamente e gradualmente sarà sostituito da Vino.com. Forte di oltre 3 milioni di bottiglie complessivamente vendute dal 2017 a settembre 2020 (1 milione e mezzo delle quali nei primi 9 mesi del 2020, suddivisi in 36% rossi, 28% bollicine, 24% bianchi), ora Vino.com vende direttamente ai clienti stranieri, in base alle regole e alle aliquote delle accise stabilite dalle dogane di ogni Stato. Vino.com continuerà a essere presente in Cina, attraverso l’accordo con Alibaba che ha dato vita nel 2017 a VINO75 China, la piattaforma per esportare e vendere vino in Cina attraverso Tmall Choice e Tmall Global.

“La crescita registrata nei primi mesi dell’anno ci ha permesso di accelerare la strategia di internazionalizzazione. Nonostante il periodo complesso, siamo riusciti a risolvere tutte le difficoltà collegate alla commercializzazione di alcolici sui mercati esteri, che devono rispondere a norme, accise e regole diverse da paese a paese. Assistiamo già a un’accoglienza molto positiva nei mercati in cui siamo presenti direttamente. Un risultato trainato dalla flessibilità organizzativa e infrastrutturale di Vino.com, unita a un’offerta unica nel panorama delle enoteche online”, continua Andrea Nardi Dei. “Ci aspettiamo una crescita importante, basti pensare che a settembre la Germania ha rappresentato il 9,81% delle revenue totali, l’Olanda il 3,2% e il Belgio si è assestato sull’1%, percentuali in crescita costante”.  È’ ancora presto per fare dei confronti tra il mercato italiano e quelli esteri, però i primi dati estivi evidenziano che nella ricerca per denominazione, in Italia al primo posto c’è “Champagne”, seguito da “Prosecco” e in terza posizione “Franciacorta”. Anche in Olanda, Belgio e Germania al primo posto c’è “Champagne”. Al secondo i belgi optano per una delle eccellenze italiane: “Brunello di Montalcino”, gli olandesi cercano vini di un’altra zona: “Alto Adige”; mentre i tedeschi digitano “Prosecco”. Le bollicine italiane vanno in terza posizione nei Paesi Bassi, mentre in Belgio ci sono le etichette alto-atesine e “Lugana” in Germania.

 

 

 


 

 

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