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'Grani Futuri' Antonio Cera: 'Il pane libero, semplice e speciale'

“Il pane è libero, semplice e speciale per tutti”. È con queste parole che Antonio Cera, il fondatore del movimento “Grani Futuri” ha chiuso la settima edizione, all’insegna dell’inclusione sociale. La cena dell’ultima serata CUM GRANO SALIS, SI COSTRUISCE ACCOGLIENZA ha unito i talenti di Luigi Nardella (Masseria Montaratro - Lucera), Giovanni Ingletti (XFood Ristorante - San Vito dei Normanni), Nicola Di Lena (Virgola Pasticceria Terapeutica - San Vito dei Normanni) portano in tavola una cucina che accarezza, ascolta, include anche coloro che hanno abilità diverse dalle nostre.

Leonardo Sciascia ed il patrimonio dell’archivio a lui dedicato a San Marco in Lamis, a cura di Antonio Motta che per anni ha intrattenuto un rapporto epistolare e umano con il grande scrittore siciliano, sono stati sotto i riflettori del salotto letterario grazie alla partecipazione del regista e drammaturgo Fabrizio Catalano, nipote di Sciascia.
Dalla letteratura alla goliardia allegra e carnascialesca dell’Accademia delle Corna di Putignano, il salto è stato breve. L’onore di essere “Cornuti” è stato riservato a Grani Futuri, fra gli altri, ad Antonio Cera, al regista Fabrizio Catalano ed al giornalista decano di Telenorba Francesco Persiani. Il nesso fra la Segale che si mette le Corna, con l’allucinogeno rito di iniziazione dell’Accademia delle Corna di Putignano è la segale iermana, ingrediente arrivato fino al Gargano con l’invasione longobarda. Fra cultura e risate, il sorprendente spettacolo ha accompagnato le degustazioni.










“Grani Futuri” ha affascinato scrittori, giornalisti, opinion leader, esperti in marketing che insieme a fornai e pasticcieri fra i più celebri d’Italia vengono in località Stignano a San Marco in Lamis per confrontarsi ogni anno su di un tema diverso, quello del 2025 è stato “Il pane delle speranza”. Intanto, come ha sottolineato il sindaco di San Marco in Lamis, Michele Merla, la realtà è che questo piccolo Comune ricco di storia, tradizioni, prodotti tipici e pani sta riscoprendo - in ogni edizione di Grani Futuri - non solo l’arte bianca dei fornai, ma le sue identità.
Fra queste l’arte orafa e la collana sustma che è stata illustrata nel press tour, che ha fatto seguito alla visita ai monasteri della via Francigena, di Monte Sant’Angelo, di aziende virtuose che producono grani antichi e pasta bio premiata laddove c’era fino a pochi anni fa abbandono: Grani futuri è anche rinascita.
Nel cuore del Tavoliere, dove la terra si fa madre e il grano oro, c’è stata un’immersione nei campi di un’azienda cerealicola, per toccare con mano i grani antichi, osservare le fasi della molitura e ascoltare le storie di chi, ogni giorno, custodisce il ritmo delle stagioni. “Grani Futuri” è anche questo, occasione di incontro e conoscenza partendo dall’ex convento di Stignano ai cui piedi ogni sera, fino a domani lunedì 23 giugno, proseguirà l’evento internazionale del pane ideato dal fornaio economista Antonio Cera.
Al termine dei percorsi mattutini, dopo una degustazione pensata come abbraccio tra elementi della stessa terra: pani fragranti, la ricotta e il caciocavallo di masseria e gli oli extravergini locali c’è stato il sapore pieno, come la fatica di chi semina, raccoglie, trasforma, dell’incontro fra amministratori e fornai e chef di sei Comuni pugliesi. Sono state così gettate le fondamenta per “La Via del Pane”, avviando un dialogo tra territori, pani e visioni. Dai monti del Gargano alle Murge, dal cuore del Salento fino alla Piana di Andria: Comuni diversi si sono incontrati per dare voce alla possibilità concreta di valorizzare le zone interne della Puglia, unendo storie, tecniche e sapori che solo il pane autenticamente artigianale - dal campo alla tavola - può raccontare.

Con grande emozione Antonio Cera, che dopo la laurea alla Bocconi di Milano è tornato a San Marco in Lamis, nel foggiano, ha raccontato la visione di Grani Futuri, dal Manifesto Futurista del Pane fino ad oggi. Con lui, François Imperiale sindaco di Guagnano (LE), Toni Matarrelli sindaco di Mesagne (BR), Giovanna Bruno sindaca di Andria, il vice presidente del Consorzio del Pane di Altamura Nunzio Ninivaggio ed il direttore Michele Saponaro, accolti dal sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla, insieme ad Antonio Cera si sono confrontati sui prossimi passi da compiere per “La Via del Pane”.
Ognuno con il proprio pane identitario, diverso per forma, gusto, rito e significato, ma uniti dalla stessa tensione alla custodia del patrimonio immateriale, agricolo e culturale. Il pane dei Comuni partecipanti come carta geografica dell’anima di una regione intera è stato, quindi, protagonista di una degustazione di pancotto nell’agriturismo di Rignano Garganico “Le Caselle” della famiglia Pignatelli, con piatti a cura dei tre chef Lele Murari di Foggia, Nicola Martella di Peschici e Gaetano Pezzicoli di Lesina.

“Grani Futuri”, l’evento internazionale del pane, è proseguito con il salotto letterario a cura di Lucia Tancredi, scrittrice, in cui sono intervenuti la scrittrice notissima Gabriella Genisi, alla cui arte letteraria è legato fra l’altro il successo della pasta all’assassina, ed Elvio Carrieri, 20 anni, finalista del Premio Strega con il suo primo libro “Poveri a noi”, edito da Ventanas. Gran finale con la cena IL PANE E I SUOI COMPLICI: un rito serale di condivisione e con CUM GRANO SALIS, SI ONORA LA TERRA.

Mentre in località Stignano a San Marco in Lamis, si svolgeva la terza ed ultima giornata di “Grani Futuri”, l’evento internazionale del pane, a Roma il Gambero Rosso ha nuovamente premiato il Forno Sammarco del fornaio economista Antonio Cera, attribuendogli il prestigioso riconoscimento dei “Tre Pani”. Cera, ideatore di “Grani Futuri”, è rimasto a San Marco in Lamis con le furnare che si sono cimentate in una gara informale ma molto sentita.

Il messaggio fatto pervenire da Forno Sammarco, per la Cerimonia Gambero Rosso “Tre Pani” a Roma.
Buongiorno a tutte e a tutti, è per me un grande onore essere qui oggi a nome di Forno Sammarco e del suo fondatore Antonio Cera, che purtroppo non è presente perché in queste stesse ore è impegnato a San Marco in Lamis, dove si sta svolgendo la settimana edizione di Grani Futuri.
Antonio però è qui con noi in spirito, perché questo riconoscimento - i Tre Pani del Gambero Rosso - è il frutto di un percorso collettivo, costruito con passione, ostinazione e visione. Un premio che dedichiamo a tutto il nostro team, a chi lavora ogni giorno con le mani nella farina e il cuore nella terra, e a una comunità che ci sostiene e ci ispira da sempre.

A Grani Futuri, proprio ieri, è stato compiuto un passo importante: sono state poste le basi del primo progetto della Via del Pane. Un’idea che nasce in Puglia, tra i comuni simbolo dell’arte bianca, ma che guarda lontano: vuole essere un itinerario culturale, produttivo e simbolico che unisce territori, panificatori, contadini, ma anche scuole, istituzioni e viaggiatori.
Una Via del Pane che parte dalla nostra regione ma ha l’ambizione di attraversare tutta l’Italia e, perché no, superare anche i confini nazionali. Perché il pane parla un linguaggio universale: racconta il lavoro, la pazienza, l’identità e la speranza. È un alimento, certo, ma è anche un gesto, un tempo, una cura.

Questo premio non è per noi un punto d’arrivo, ma un nuovo stimolo a fare meglio, a fare insieme, a continuare a “impastare il futuro” - proprio come diciamo a Grani Futuri - con grani giusti, mani consapevoli e visioni condivise. A nome di Antonio Cera e di tutta Forno Sammarco: grazie.
Continueremo a fare il pane come lo abbiamo sempre fatto. Con rispetto, con amore, e con lo sguardo rivolto al domani. Grazie di cuore.
(gelormini@gmail.com)