ANBI, piogge nel sud Italia tra benefici e rischi: nei prossimi giorni una nuova perturbazione dal Nord Africa - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 13:13

ANBI, piogge nel sud Italia tra benefici e rischi: nei prossimi giorni una nuova perturbazione dal Nord Africa

Gargano (ANBI): "Insistiamo sulla necessità di varare une Legge sul consumo di suolo e di dare avvio ad un Piano di Manutenzione Straordinaria lungo la Penisola"

di Redazione

ANBI, le piogge nel meridione testimoniano il miglioramento della situazione idrologica meridionale sono i dati di Basilicata e Puglia

Mentre in Oriente il ciclone Senyar, creatosi inaspettatamente nello Stretto di Malacca in una zona quasi immune da questo tipo di fenomeni tropicali, ha devastato il Nord dell’Isola di Sumatra, provocando centinaia di vittime oltre ad un milione di sfollati e l’Iran è flagellato dalla siccità con conseguenze nefaste per popolazioni e territori, anche Novembre 2025 ha conquistato il podio dei mesi più caldi della storia, piazzandosi al terzo posto dietro 2023 e 2024 con una temperatura media globale di 14,02 gradi ed un’anomalia media di 0,65° (fonte: Copernicus; elaborazione: ANBI). “Le piogge di questi giorni si stanno rivelando preziose per le regioni dell’Italia meridionale, fortemente bisognose d’acqua”, commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.

A testimoniare il miglioramento della situazione idrologica meridionale sono i dati di Basilicata e Puglia, regioni simbolo della sofferenza idrica del Sud dello Stivale. Nei prossimi giorni una nuova perturbazione generatasi nel Nord Africa attraverserà il mar Mediterraneo ed investirà il Mezzogiorno, colpendo Calabria, Basilicata, Puglia con maggiore intensità e con precipitazioni, che secondo le previsioni dovrebbero essere molto intense.

La fragilità dei territori italiani è accentuata dal loro abbandono e cementificazione; per questo insistiamo sulla necessità di varare une Legge sul consumo di suolo e di dare avvio ad un Piano di Manutenzione Straordinaria lungo la Penisola, accompagnandolo con le necessarie infrastrutture come quelle del Piano Invasi, da noi proposto insieme a Coldiretti e di cui 400 progetti sono già pronti” aggiunge il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano, audito in Commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico.

Negli scorsi 15 giorni gli invasi lucani hanno registrato un afflusso di quasi 17,5 milioni di metri cubi d’acqua ed ora ne contengono complessivamente quasi 100, colmando quantomeno l’impietoso gap col già siccitosissimo 2024. Certo la strada per la ripresa è ancora lunga e piena di incertezze (basti pensare che i due bacini principali, Monte Cotugno e Pertusillo, da soli potrebbero raccogliere complessivamente oltre 390 milioni di metri cubi d’acqua!), ma questi tardivi incrementi di volumi idrici, in attesa di infrastrutture risolutive per l’efficientamento idrico, consentono quantomeno di sperare che termini finalmente la stagione delle limitazioni nella distribuzione dell’acqua e che torni a scorrere regolarmente nei rubinetti delle case e ad essere utilizzata dal comparto agricolo per una produzione redditizia e di qualità.

Nello stesso lasso di tempo (15 giorni) anche in Puglia, nella Capitanata, vi sono stati progressi nel riempimento dei serbatoi ed in particolare del principale (Occhito), che ha registrato un incremento di quasi 9 milioni e mezzo di metri cubi (ora contiene mln. mc. 47,24). Si spera che anche gli altri bacini foggiani tornino a riempirsi, poiché la disponibilità idrica nella provincia è attualmente pari al 16% della capacità totale, cioè un valore troppo esiguo per garantire un’agricoltura, che nel recente biennio è stata fortemente penalizzata. In Abruzzo i dati pluviometrici del mese di novembre risultano positivi lungo la fascia costiera, mentre decisamente più deficitari sono quelli registrati nelle aree più interne (Aquilano) e sulle colline pescaresi.

Nel Lazio sono in rialzo i livelli idrometrici dei laghi romani e viterbesi (si va dal + cm.1 di Nemi ai + cm. 3 di Vico). La portata del fiume Tevere seppur deficitaria rispetto alla media dello scorso quinquennio è in crescita ed attualmente si attesta, a Roma, intorno a 85 metri cubi al secondo (la media di Dicembre è di quasi il doppio); stabili sono i flussi di Aniene e Velino.

Decrescenti e sotto media sono le altezze idrometriche dei fiumi in Umbria (Chiascio, Topino e Paglia), mentre il lago Trasimeno è al livello più basso di sempre in questo periodo e cm. 87 sotto la media; l’invaso di Maroggia contiene mln.mc. 1,62 d’acqua, cioè un valore inferiore a quanto registrato nello scorso biennio.

Nelle Marche tornano a ridursi i flussi negli alvei dei fiumi dopo le performances positive della scorsa settimana che li avevano rivitalizzati dopo mesi, consentendo ai bacini regionali di incrementare i volumi invasati di oltre 2 milioni di metri cubi.

Sulla Toscana continua a piovere tanto: ad inizio settimana si sono registrate cumulate anche superiori a mm. 100 in 24 ore su alcune località della costa livornese (fonte: SIR Toscana). Il fiume Serchio mantiene una portata (mc/s 145) superiore alla media, così come la Sieve; l’Ombrone cresce, arrivando a toccare mc/s 30 (ancora -34% sulla media).

In Liguria vanno riducendosi i livelli idrometrici dei fiumi Entella, Magra ed Argentina; in aumento è invece la portata della Vara. Al Nord a crescere sono principalmente i livelli idrometrici dei grandi laghi: il Verbano è all’82,5% di riempimento, il Benaco al 76,4%, il Sebino all’80%. In calo è invece il Lario, che scende al 40%.

In Valle d’Aosta si riducono i flussi negli alvei di Dora Baltea e torrente Lys, confermando che i corsi d’acqua alpini, a differenza di quelli appenninici, normalmente vedono le portate ridursi nei mesi invernali. Decrescenti sono anche le portate del fiume Po, che registra un deficit del 57% ad Isola Sant’Antonio, nell’Alessandrino e del 34% in prossimità del delta, a Pontelagoscuro.

In Piemonte, si registrano flussi in ulteriore calo per il fiume Tanaro, la cui portata è attualmente inferiore di quasi il 68% alla media; cresce la Toce, mentre Stura di Lanzo e Stura di Demonte rimangono stabili sui valori della scorsa settimana. La scarsità di neve in quota determina il deficit idrico della Lombardia, che attualmente si attesta intorno al 25% del potenziale; la quantità di riserva d’acqua nella regione è stimabile ora in mln. mc. 1581,5 (fonte: ARPA Lombardia).

Tutti in calo e sotto media sono i flussi nei corsi d’acqua del Veneto: i deficit idrici variano da -16% del fiume Adige a -38% del Bacchiglione ed a - 42% del Brenta; sopra la media, invece, è la portata del Brenta (+52%). In Emilia-Romagna, infine, sono i bacini della fascia centro-occidentale ad incrementare i flussi (Secchia a mc/s 63,26 e +136% sulla media mensile; Enza +155%; Taro +85%); in riduzione, nonché deficitaria, è invece la portata del Reno (-53% sulla media).