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Draghi-Di Maio: "Neutralità climatica entro il 2050". Ma l'Italia è poco green

Lo aveva detto Mario Draghi, lo ha ribadito Luigi Di Maio. L'Italia deve raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Un obiettivo da non mancare, e non solo per la volontà del governo italiano, ma anche per quanto appena deciso dall'Unione Europea, con il Consiglio Ue che ha adottato in prima lettura la normativa sul raggiungimento degli obiettivi climatici. Questo significa che in tutta l'Ue è stato fissato nella legislazione l'obiettivo della neutralità climatica dell'Unione europea entro il 2050. L'adozione fa seguito a un accordo politico raggiunto con il Parlamento europeo il 21 aprile e all'adozione della posizione in prima lettura del Parlamento il 24 giugno. 

L'Italia ha solo un decimo di capacità di energia rinnovabile necessaria

Non una scelta dunque, ma una necessità alla quale l'Italia deve attenersi. Eppure, la situazione in materia è tutt'altro che florida. Prendiamo qualche dato. Se l'Italia vuole raggiungere il suo target per il 2030, entro tale data dovrà disporre di circa 70 gigawatt di capacità di generazione di energia rinnovabile. Ciò implica l'aggiunta di 8 Gw all'anno rispetto a quelli odierni, visto che il tasso attuale è un decimo di quello che servirà raggiungere nel giro di nove anni.

L'Italia il paese con più auto in proporzione e meno viaggi coi mezzi pubblici

Il governo Draghi vuole spendere più di 7 miliardi di euro in nuovi e più puliti sistemi di trasporto di massa e per ritirare i vecchi autobus e treni diesel, ma incontra ancora forti resistenze in tal senso. Anche la prevista elettrificazione dei mezzi di trasporto. E' prevista una spesa di 13,2 miliardi di euro per i nuovi collegamenti ferroviari ad alta velocità ma ci sono anche aspetti culturali di cui tenere conto. L'Italia, come ha recentemente ricordato il The Economist, è il paese che in proporzione al numero di abitanti ha il maggior numero di automobili rispetto a qualsiasi altro paese dell'Unione europea. Per l'esattezza, in Italia ci sono 663 automobili ogni mille abitanti, contro le 574 della Germania e le 482 della Francia. In Italia solo un viaggio su dieci avviene con i mezzi pubblici. Pochissimo.

I dubbi sulle semplificazioni della burocrazia per i progetti green

Il governo Draghi ha introdotto delle misure per semplificare la burocrazia che aveva irretito i precedenti progetti energetici. Ma così facendo ha sollevato altre preoccupazioni. Una di queste è che le semplificazioni possano eliminare i controlli necessari per prevenire la corruzione e le infiltrazioni mafiose. Un altro è che senza un controllo dettagliato potrebbero essere approvati progetti che deturperebbero il paesaggio italiano, perforando i suoi orizzonti con parchi eolici e soffocando i suoi fondovalle con pannelli solari.

La fetta di risorse del recovery per Cingolani

La transizione ecologica è un tema fondamentale e alla base della formazione del governo, come dimostra la creazione di un ministro a quello scopo, con la nomina di Roberto Cingolani. Una figura però entrata nel mirino di chi è sempre stato vocale sul tema della sostenibilità e avrebbe voluto quel ruolo per sé, vale a dire il M5s. A Cingolani è stata destinata una cifra pari a 70 miliardi del piano di recovery post Covid di Draghi (in totale 285 miliardi). Ciò significa quasi il 30%.

La quota green dalla cifra del recovery Ue? Bassissima

Una cifra considerevole ma permangono dei dubbi. Green Recovery Tracker, un progetto lanciato da due ONG tedesche per valutare i piani dei membri dell'UE, stima che solo il 16% dell'importo complessivo che l'Italia si aspetta dalla Commissione europea verrà utilizzato per rallentare il cambiamento climatico, la quota più bassa di qualsiasi grande beneficiario. E qualche settimana fa un gruppo di attivisti e associazioni, incluso la Società Metereologica Italiana, hanno annunciato procedimenti legali contro il governo per la sua inerzia in materia di politiche sostenibili ed ecologiche.

La strada da fare per diventare green è ancora tanta.

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