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Osservatorio ANBI: Italia spaccata tra alluvioni e siccità, serve un Piano Nazionale per l’acqua
Vincenzi (ANBI): "La rassegnazione collettiva alla crisi climatica è un pericolo gravissimo: abbassa la pressione politica e istituzionale. Servono azioni concrete, non solo parole"

Osservatorio ANBI: l’Italia estremizzata tra eventi meteo estremi al Nord e siccità devastante al Sud. Urgente un Piano Straordinario per la gestione delle acque
Ormai non fa più notizia, ma dovrebbe: l’Italia è sempre più vittima di una crisi climatica che la sta trasformando in un Paese spaccato in due, tra un Nord flagellato da eventi meteorologici estremi e un Sud inaridito, quasi desertificato. A dirlo, con preoccupante puntualità, è il nuovo bollettino dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che ancora una volta lancia l’allarme sulla tenuta idrica e idrogeologica del territorio nazionale.
In questi giorni, il Nord Italia è teatro dell’ennesimo scontro tra le fresche correnti atlantiche e le masse d’aria calda provenienti dal Mediterraneo. Il risultato? Una sequela di fenomeni estremi: grandinate fuori stagione al Nord-Est, tornado in Liguria e Lunigiana, nubifragi con oltre 80 millimetri di pioggia caduti in poche ore nel Comasco e nel Savonese, con danni e allagamenti diffusi. “Ogni settimana registriamo fenomeni estremi. Nessun allarmismo, ma la conta dei danni cresce e la fragilità del territorio aumenta", commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. Intanto, mentre al Centro e al Nord le precipitazioni continueranno nei prossimi giorni, anche sotto forma di “bombe d’acqua”, il Sud rimane escluso dalla pioggia e intrappolato in temperature roventi, ben oltre i 30°C, con effetti devastanti per l’agricoltura e le risorse idriche.
Il caso della Puglia è emblematico: nel Foggiano, la coltivazione del pomodoro è stata abbandonata per mancanza d’acqua, mentre la diga di Occhito contiene appena 65 milioni di metri cubi, di cui ben 40 rappresentano il “volume morto” non utilizzabile. La situazione non è migliore negli altri bacini della Capitanata, che trattengono appena il 23% della capacità totale.
In Basilicata, la diga di Monte Cotugno – la più grande d’Europa in terra battuta – è al 39% del volume autorizzato, con un calo di quasi 18 milioni di metri cubi in soli 11 giorni. In Campania, il bacino di Conza ha perso oltre 1 milione di metri cubi rispetto allo scorso anno. In Abruzzo, il lago di Penne perde acqua a ritmi allarmanti: 570.000 metri cubi a settimana. La situazione è altrettanto preoccupante nell’Italia centrale, dove i laghi vulcanici dei Castelli Romani, alimentati solo da sorgenti sotterranee, sono in caduta libera. Il lago di Albano ha perso 27 centimetri in due mesi, 80 in due anni; Nemi si è abbassato di 4 cm in una settimana. Nel Lazio, anche i grandi fiumi, Tevere, Aniene e Velino, sono sotto media.
Anche le grandi riserve d’acqua del Nord cominciano a mostrare segni di sofferenza. Il fiume Po è in costante calo, con portate inferiori anche del 67% nell’Alessandrino e del 66% a Piacenza. In Lombardia, il deficit idrico complessivo è del 9%, aggravato dal confronto con lo scorso anno, quando c’erano ancora oltre 423 milioni di metri cubi di neve in quota. Oggi il deficit tocca quasi 49 milioni di metri cubi. Tra i laghi, resistono il Benaco (78,6%), il Sebino (75%), e il Verbano (73,7%), mentre il Lario è in difficoltà, con appena il 40% della sua capacità. In Veneto, le portate di fiumi fondamentali come Adige, Brenta e Bacchiglione sono in calo tra il 19% e il 40%. In Toscana, pur dopo abbondanti piogge, l’Ombrone è sotto il livello minimo vitale.
“La rassegnazione collettiva alla crisi climatica è un pericolo gravissimo: abbassa la pressione politica e istituzionale. Servono azioni concrete, non solo parole”, ammonisce Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI. ANBI e Coldiretti tornano a proporre un Piano Straordinario di Efficientamento della Rete Idraulica e il Piano Bacini Idrici Multifunzionali, per raccogliere, conservare e redistribuire le acque piovane in modo più efficace.