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Inflazione, Fed e Bce pronte ai rialzi ma forse siamo alla fine

Inflazione, Fed e Bce pronte al nuovo rialzo dei tassi di maggio

 

La prossima decisione della Federal Reserve americana sui tassi arriverà a metà settimana seguita subito dalla dalla BCE. Quali saranno le loro decisioni per raffreddare l’economia? Decideranno di fermare i rialzi, di rallentarli o di fermarsi in un trend che va avanti dallo scorso anno e che sta mettendo a dura prova le economie dei paesi sviluppati?. La maggioranza degli osservatori economici e degli operatori di Borsa scommette sulla prima ipotesi, quella di nuovi aumenti, che però potrebbero essere gli ultimi o i penultimi.La Fed dovrebbe infatti far crescere i tassi solo di 25 punti tra il 5% e il 5,25%, per porre un freno ad un’economia, americana che, pur continuando a crescere (+1,1% nel primo trimestre) lo sta facendo con il freno a mano.Per l’Europa la situazione è leggermente diversa. Si prevede che la BCE deciderà un aumento forse più consistente, intorno ai 50 punti base con la previsione di altri due aumenti, a giugno e a luglio.

Inflazione, a Powell sono evidenti i rischi di troppa stretta nel credito

Il numero uno della Fed, Jerome Powell, aveva iniziato prima di Christine Lagarde, il trend rialzista ed ha potuto constatare in anticipo i guasti che i tassi alti hanno fatto all’economia a stelle e strisce. La difficile situazione di alcune banche di medie dimensioni, meno controllate dalle regole riservate alle grandi, ne è stata una prova evidente e convincente. Alcuni operatori sostengono che “Probabilmente le conseguenze di una minore crescita e inflazione negli Stati Uniti potrebbero convincere la Fed a terminare di inasprire la politica monetaria. Crediamo che sia vicino il momento dello stop”.

 

Inflazione, la Bce potrebbe fermare i rialzi solo a settembre

 

In molti sono convinti che la Fed disponga di dati economici sufficienti per considerare l’opzione di fermare i rialzi “E’ a tutti evidente come il trend rialzista stia mettendo sotto pressione l'economia statunitense e le recenti turbolenze negli istituti di credito possono essere molto pericolose”. Mentre, al contrario, la BCE non dispone di tutte queste informazioni. Ma il grande flop della svizzera Credit Suisse ha lanciato un forte campanello d’allarme. Per questo gli analisti sono convinti che la Lagarde manterrà il trend più a lungo. La previsione di maggio è di 25/50 punti di rialzo. In Goldman Sachs la previsione più “gettonata” per l’eurozona è di tassi di interesse, ante crack Silicon Valley Bank, e cioè  di un tasso terminale per la deposit facility del 3,75%, dall'attuale 3%. ( cioè un quarto di punto a maggio e altri due aumenti uguali a giugno e luglio).  Per tanti operatori il trend rialzista si fermerebbe in Europa a settembre. Si vedrà , nei prossimi mesi, quanto il fiuto economico degli operatori avrà avuto ragione.

 

 

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