Quali sono e di cosa parlano i romanzi in finale al Premio Strega Europeo 2025 - Affaritaliani.it

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Quali sono e di cosa parlano i romanzi in finale al Premio Strega Europeo 2025

Il 18 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino si scoprirà il vincitore. Qui ve li raccontiamo

di Chiara Giacobelli

1) La scoperta dell’Olanda di Jan Brokken (Iperborea)

Con La scoperta dell’Olanda Jan Brokken torna a esplorare le pieghe dimenticate della storia europea, questa volta volgendo lo sguardo verso il proprio Paese natale. Con l’eleganza che gli è consueta e l’arte sottile dell’aneddoto come strumento conoscitivo, lo scrittore olandese ricompone, come in un mosaico, il ritratto lirico di un microcosmo sospeso fra luce e acqua, tradizione e cosmopolitismo: il villaggio costiero di Volendam.

Nucleo pulsante del libro è l’Hotel Spaander, sorto nel 1881 su iniziativa di Leendert Spaander, figura visionaria che trasformò una semplice locanda in rifugio per spiriti inquieti e talenti artistici. Situato tra le nebbie e i riflessi marini dello Zuiderzee, il piccolo albergo attirò, fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, più di 1.500 artisti provenienti da ogni angolo d’Europa: da Pissarro a Signac, da Kandinskij a Renoir, passando per voci meno note ma non meno affascinanti come Marianne Stokes o Gari Melchers. Un crogiolo libero e accogliente, dove donne escluse dai cenacoli parigini trovarono ascolto e pari dignità, ben prima che le rivendicazioni femminili si facessero discorso pubblico.


 

Tuttavia, i veri protagonisti del libro sono elementi impalpabili: la luce olandese, diffusa e cangiante, che secondo Brokken “non è mai grigia o azzurra, ma un’inesauribile tavolozza di sfumature”, e l’acqua, onnipresente, che forma e deforma paesaggi e destini. Il mare del Sud – ora prosciugato dalla grande diga dell’Afsluitdijk – offriva allora scorci irripetibili: lavandaie immerse fino alla vita, pescherecci tra le nebbie, reti stese al sole, visi scavati dalla salsedine. L’arte nasceva in simbiosi con la natura: “Qui – ricorda Brokken – la realtà sembrava predisporsi da sé in forma di quadro”.

Con uno stile fluido e avvolgente, che accosta narrazione, saggio e memoir, Brokken ci guida in un affascinante pellegrinaggio nella storia culturale europea pre-Ue, laddove le differenze non separavano ma arricchivano. Il suo racconto è stratificato, mobile, come il paesaggio che descrive. Attraverso le parole, Brokken dipinge una “geografia della memoria” in cui ogni nome – di artista, di piatto tipico, di via o canale – diventa punto di accesso a una vicenda più ampia.

Oltre a celebrare un capitolo dimenticato dell’arte moderna, La scoperta dell’Olanda si fa riflessione sottile sulla tolleranza, sullo spirito comunitario e sull’ospitalità. “Questo libro – ha dichiarato l’autore in un’intervista all’ANSA – è un elogio della convivenza possibile. I pescatori di Volendam, semplici e spesso analfabeti, accolsero gli stranieri con apertura e rispetto: una lezione per il nostro presente smarrito”. L’hotel divenne così non solo un atelier collettivo, ma un laboratorio di Europa ante litteram, dove il dialogo era prassi quotidiana e l’arte un ponte tra culture.

Brokken, classe 1949, è autore di una prolifica produzione che spazia dal reportage al romanzo biografico. Dopo il successo internazionale di Anime baltiche, Il giardino dei cosacchi e La suite di Giava - quest’ultimo incentrato sul passato coloniale olandese –, con La scoperta dell’Olanda affronta per la prima volta una storia profondamente radicata nella terra natale. Come lui stesso osserva: “Forse solo chi ha vissuto a lungo altrove è in grado di cogliere le sfumature della propria patria”. Il risultato è un’opera in cui la narrazione del sé si intreccia alla grande storia dell’arte e della civiltà.

Le Monde lo definisce “uno dei più grandi scrittori olandesi viventi”; il pubblico italiano, attraverso le edizioni Iperborea, ha potuto apprezzarne negli anni la prosa nitida e il rigore documentaristico. La scoperta dell’Olanda è stata accolta con favore tanto dalla critica quanto dai lettori, per la sua capacità di evocare atmosfere perdute e restituire umanità a luoghi ormai turistici. “Tutti questi artisti – ha dichiarato Brokken a MicroMega – fecero l’Europa prima che esistesse l’Unione Europea”.

La scoperta dell’Olanda è molto più di un libro su Volendam. È un’ode alla libertà creativa, una celebrazione della diversità come valore, un esercizio di memoria contro l’omologazione del presente. Lo consiglio a chi ama i racconti che svelano ciò che è nascosto, a chi cerca nella letteratura un varco per comprendere il passato e illuminare il presente. Un libro prezioso, raffinato, che incanta e fa riflettere.