Diritto d'autore: Tribunale di Roma, ennesima conferma delle ragioni di SIAE
Sentenza positiva per la SIAE nei confronti di Sky a Roma dopo la decisione del tribunale di Milano che aveva capovolto le tesi dell’antitrust
Diritto d'autore: Tribunale di Roma, ennesima conferma delle ragioni di SIAE nei confronti di Sky
Sentenza positiva per la SIAE a Roma dopo la decisione del tribunale di Milano che, con due ordinanze emesse pochi giorni fa, aveva capovolto le tesi dell’antitrust dando ragione alla Società Italiana degli Autori ed Editori nei confronti di Sky, assegnando a SIAE a titolo di equo compenso cinema oltre 3 milioni di euro, tra l’altro respingendo tutte le eccezioni del gruppo televisivo sulla presunta illegittimità dell'articolo 46 bis della Legge sul diritto d’autore. Il tribunale di Roma, infatti, rimettendo alla Corte di Giustizia europea gli atti del procedimento promosso nel 2014 da SIAE nei confronti di Soundreef, ha confermato che, quantomeno sino al recepimento della Direttiva Barnier (vale a dire il 2017), Soundreef operava in modo illegittimo. Sulla Direttiva il tribunale ha dunque sconfessato l'Agcm rinviando alla Corte di Giustizia europea per chiarire come la Direttiva non fosse di liberalizzazione, trattandosi di materia coperta dall’articolo 167 TFUE che impedisce al legislatore europeo di intervenire in materia di creatività.
Diritto d'autore: Tribunale di Roma, ennesima conferma delle ragioni di SIAE nei confronti di Sky. La nota di Siae
“Siamo fiduciosi che la Corte di giustizia europea stabilirà la verità confermando che le società di gestione collettiva come la SIAE – che sono partecipate dagli stessi autori, non sono organizzate con fini di lucro, promuovono l’interesse collettivo degli autori e quindi lo sviluppo della creatività – sono una cosa ben diversa dagli enti di gestione indipendente come Soundreef, che promuovono forme di gestione opportunistica da parte di società di capitali. Del resto, la stessa Direttiva Barnier distingue nettamente fra organismi di gestione collettiva, come la SIAE, e società di gestione indipendenti, come Soundreef, precisando che gli Stati membri possono prevedere “la gestione collettiva obbligatoria dei diritti”, così “limitando” l’esercizio di tali attività ai soli organismi di gestione collettiva (considerando 19). SIAE ha appunto chiesto il rispetto di queste regole – regole che Soundreef ha cercato di eludere – ed è certa che ora finalmente la Corte di Giustizia europea potrà dire una parola di chiarezza, come ha già fatto in precedenti occasioni, a tutela degli organismi di gestione collettiva e nell’interesse degli autori in Europa. SIAE continua quindi nella sua missione di assicurare agli oltre 80.000 associati autori ed editori la giusta remunerazione del loro lavoro a vantaggio dell'intero settore, promuovendo il diritto alla crescita culturale e svolgendo un'azione fondamentale di controllo del rispetto della legge e di sviluppo del mercato della musica e dell’audiovisivo” si legge nella nota di Siae.
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