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Vespa, dalle brutte masserie alla controinformazione. E ora difende La Russa
Bruno Vespa

"Don" Bruno Vespa, un'icona polverosa della televisione 

Ha l’eloquio rassicurante e mieloso di chi si è forgiato e respirato l’odore di tonache e incensi, non parla sussurra, non dice, non si espone, sembra un ologramma che ormai è parte della decorazione dello schermo televisivo, Vespa Bruno di anni ottanta, non è solo un pezzo di storia, non trascurabile della tivvù, è proprio un soprammobile, un pezzo di design “vintage” che non sappiamo più dove mettere.

Quando si sfrega le mani, come un curato di campagna sappiamo che ha pronta la vera narrazione “velinara e democristiana” alla Ugo Zatterin, figlia di equilibrismi elaborati in decenni di frequentazione dei salotti e delle Camere, che gli hanno consentito di essere un caposaldo antichissimo residuale, nei tempi moderni anzi eterni.

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Don Bruno è la quintessenza del giornalismo ecumenico, dell’andreottismo che vorrebbe raccontarci verità annacquate e rassicuranti, un brodino di coltura che serve a metterci a letto con la buonanotte del vecchio zio che anche per oggi ci ha raccontato la fiaba, ma non è disinformazione: è il Cinegiornale dell’EIAR, è un perenne inginocchiarsi al potente o “potentino” di turno.

Quindi non è colpa del povero Presidentissimo La Russa se ha trovato sponda, nell’ennesimo salotto di Barbie, per raccontare il contrario di quello che su un altro canale pubblico era stato raccontato, Rai contro Rai, fuori tutti i rompicoglioni, e dentro quelli che vorrebbero le Kessler con la calzamaglia.

La Rai di Don Bruno è ferma agli anni cinquanta, incapace di raccontare la chiusura dei floridi bordelli, per colpa della Socialista Merlin, e dove ogni scandalo era filtrato soprattutto quando era fonte di rossore sessuale a sfondo politico, il tempo non dura “cinqueminuti” ma bastano al vecchio prelato per smontare le filiere dell’informazione, figurine sbiadite, il vecchio passa ma rimane sempre attuale per le fortune dei nuovi ras assoluti del servizio pubblico.

Virgillito, Sindona, Ligresti, “scomparsi pirati della finanza spericolata”, molto chiacchierati, ma le frequentazioni di parenti amici e sodali vengono nascosti da quella che un tempo si chiamava controinformazione, ma Pecorelli Mino chi se lo ricorda? Ora è possibile far finta di non capire che una famiglia politica importante di Paternò (o di Bolzano), possa aver avuto incontri, collegamenti (questo non comporta alcun reato), con personaggi poco raccomandabili, da generazioni, ma affermare che questo è solo frutto di casualità ci pare surreale, come le tesi scomposte esibite a difesa dell’Irascibile Seconda Carica dello Stato.

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Ma il Parroco Invulnerabile e Inarrestabile continua la sua corsa tra le bottiglie di vino primitivo e brutte masserie pugliesi dove ospitare, facendosi sponsorizzare profumatamente, sa va sans dire, presenze di tutta la compagine governativa, quindi l’anziano è sempre, e non lo nasconde, il Presidente della “Terza Camera”.

Cosa si può fare per rendere sopportabile questo spettacolo indecoroso, con la partecipazione straordinaria dei comprimari Mannoni, Maggioni, Venier, che sull’altro fronte pontificano afoni, insieme agli inutili Iacona e Formigli? Questo è il vero Governo di unità Nazionale, unito nella spartizione di laute prebende, ricchi e famosi, ma senza apparente motivo, senza talento solo tanta, tanta furbizia.

Non si può fare più nulla, basta non guardarli, perché assomigliano a tanti Pinocchio che fanno a gara a chi la spara più grossa, a scapito non dico della verità ma almeno della verosimiglianza, e per chi si è formato e ha trovato spazio in questa “RaiTv degli avanzi”, che ha prodotto l’equazione due notizie vere si elidono ma due notizie false possono diventare credibili, e nel “tutti contro gli sfigati” che guardano ancora lo schermo, vincono sempre loro.

Don Bruno va considerato un erede maturo dell’avanspettacolo, che in mezzo alle bombe e ai regimi riusciva a strappare un sorriso al “popolo bue”, tutto qui, le verità cercatele altrove, non è tempo questo per le inchieste, lasciate libero questo manovratore di farvi capire quello che non avevate capito, non sarà la verità ma finirete per crederci.

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