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Medicina
Ictus, terza causa di morte in Italia,10 milioni i decessi ogni anno nel mondo

Ictus, terza causa di morte in Italia dopo eventi cardiovascolari e neoplasie

L’Ictus rappresenta la terza causa di morte nel nostro paese, dopo gli eventi cardiovascolari e le neoplasie. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità avvengono ben 200.000 casi ogni anno, di cui l’80% sono nuovi episodi e il 20% recidive. Ma adesso il problema è anche livello mondiale. L’ictus causerà quasi 10 milioni di morti all’anno entro il 2050, la maggior parte nei paesi poveri. Le cause principali sono l’invecchiamento della popolazione e le abitudini di vita tra i giovani non propriamente salutari. E questo trend in crescita ha rilevato un aumento raddoppiato negli ultimi 30 anni e previsto in ulteriore crescita. Secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa “The Lancet Neurology” entro il 2050 ben 10 milioni di persone moriranno di ictus in tutto il mondo. “L’ ictus è in aumento per diversi fattori, tra cui invecchiamento della popolazione mondiale, laumento dei casi di ipertensione, diabete o obesità”, sottolinea Jeyaraj Pandian, numero uno della World Stroke Organization (WSO), partecipante allo studio. Anche in questo caso l’informazione e la prevenzione giocano ruoli fondamentali.

Ictus, maggiori i decessi nei paesi poveri

Nello studio si evidenzia che i decessi nei paesi a basso e medio reddito cresceranno da 5,7 milioni nel 2020 a 8,8 milioni nel 2050, mentre nei paesi ad alto reddito, rimarranno praticamente invariati (il 9% dei decessi globali, contro il 91% nei paesi più poveri). Chiaro che questi numeri sono influenzati dalla bassa qualità dei sistemi sanitari dei paesi in via di sviluppo per mancanza di risorse, cure mediche e prevenzione. Nei paesi del Sud-Est asiatico si è avuta la più alta percentuale di morti per ictus a livello globale nel 2020 (61%, circa 4,1 milioni di decessi), con previsioni in aumento di quasi il 70% entro il 2050. “Senza un’azione urgente, le morti per ictus nel Sud-Est asiatico, Asia orientale e Oceania potrebbero aumentare di quasi 2 milioni, da 3,1 milioni nel 2020 a potenzialmente 4,9 milioni nel 2050”, sottolinea il ricercatore. In Europa l’aumento sarà “solo” del 34% ma, in media una persona su quattro, potrebbe soffrire di ictus per tutta la vita. La prevenzione passa attraverso il controllo dei fattori di rischio. Tra i più importanti l’ipertensione, il diabete, il colesterolo alto, l’obesità, una dieta non sana, lo stile di vita sedentario e il fumo. Anche se al primo posto vi è l’età. Il 60% dei casi si verifica tra gli over 70 anni, e solo il 16% negli under 50. Nello studio si evidenzia però che mentre il tasso di mortalità diminuirà del 36% tra gli over 60, diminuirà soltanto del 25% tra gli under 60.

Ictus, un colpo che arriva all'improvviso. Come fare a riconoscerlo

L’Ictus arriva all’improvviso ed il tempo e le azioni adeguate sono le variabili che possono salvare il paziente e minimizzarne le conseguenze. Occorre educare la gente ad avere uno stile di vita sano ed insegnare a riconoscere i sintomi di un ictus. FAST è il metodo utilizzato per arrivare a capire e agire il più velocemente possibile. Che fare? F) Far sorridere la persona colpita per vedere se muove la bocca da un lato, il che indicherebbe che sta perdendo il tono muscolare; A)chiedere di sollevare ciascun arto insieme o indipendentemente, poiché una persona colpita da ictus può avere un lato del corpo bloccato; S) l'ictus può causare un disturbo del linguaggio, che si manifesta nell'incapacità di parlare in modo coerente o di comprendere ciò che dicono gli altri; T) agire senza perdere tempo. Quando si percepisce uno di questi problemi bisogna chiamare il 112 descrivere i sintomi e aspettare l’ambulanza che saprà dove andare nel centro “Stroke Unit” più vicino. Non andare da soli in un ospedale a caso che magari non è attrezzato per questo intervento. Si perde tempo prezioso e decisivo.

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