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Ultimo aggiornamento: 11:22

FdI: "Orgogliosi del protagonismo di Giorgia. Da Macron proposte velleitarie. E il Nobel per la Pace a Trump non è un tabù"

Vertice di Washington, intervista a Carlo Fidanza

Di Alberto Maggi

Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia in Europa e uno dei consiglieri più ascoltati da Meloni sulle questioni internazionali


Si è da poco concluso il vertice di Washington tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky e i leader europei, a cui ha partecipato anche la premier italiana Giorgia Meloni. Affaritaliani ne ha parlato con Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia in Europa e uno dei consiglieri più ascoltati da Meloni sulle questioni internazionali. Partiamo proprio da qui, da Meloni e dal ruolo dell’Italia... “Credo che oggi tutti gli italiani possano essere orgogliosi perché l’Italia è protagonista, con Giorgia Meloni seduta al fianco di Donald Trump, con la foto di famiglia dei leader europei insieme al presidente americano, a dimostrazione che aveva ragione la nostra premier nel perseguire ostinatamente l’unità dell’Occidente. E orgogliosi perché la proposta operativa che Meloni ha avanzato da tempo e per prima, ovvero garanzie di sicurezza ispirate all’articolo 5 della NATO, è diventata la proposta centrale discussa dai leader. E poi mi permetta di aggiungere una cosa...”.

Prego. “L’orgoglio è doppio per tutta la comunità della Destra italiana che nelle immagini di ieri sera ritrova, ancora una volta, il senso di uno straordinario percorso di impegno e di coerenza che ci ha consentito di creare un partito dal nulla, portarlo al governo e vedere oggi la nostra leader protagonista tra i grandi del mondo”.

Ce la farà il presidente Usa a mettere al tavolo Putin e Zelensky per chiudere la guerra? “È l’auspicio di tutti. I colloqui di Washington sono stati positivi. L’unità mostrata dall’Occidente è un segnale importante, così come la disponibilità Usa a partecipare alle garanzie di sicurezza per Kiev insieme agli europei. E ho trovato molto positiva anche l’attenzione posta sugli aspetti umanitari, a partire dal dramma delle migliaia di bambini ucraini sottratti dai russi che devono essere restituiti quanto prima”.

Ma Macron insiste sull’invio di truppe europee che Meloni non vuole... “Quella di Macron è una posizione velleitaria, per cercare visibilità e recuperare consenso in patria. Truppe occidentali sul suolo ucraino come forza di rassicurazione, a garanzia della sicurezza di Kiev, non verrebbero accettate dai russi; altro sarebbe se ci fosse una forza di interposizione sotto mandato Onu per garantire l’inviolabilità della linea del fronte e, nel contempo, supporto aereo, navale e satellitare occidentale. Si continuerà a parlarne”.

Anche se il prezzo da pagare fosse la cessione di territori? “È vero che la Russia oggi controlla oltre il 75% delle quattro province orientali autoproclamate annesse, ma il fronte è in fase di sostanziale stallo e la loro conquista definitiva comporterebbe mesi di combattimenti e altre pesanti perdite di soldati. Un conto è cristallizzare la linea del fronte più o meno dove si trova ora, ma ottenere integralmente quei territori in cambio della fine dell’offensiva mi pare una pretesa eccessiva da parte russa e un sacrificio non sostenibile per l’opinione pubblica e per l’esercito ucraini”.

Intanto Trump ha completamente ignorato la proposta di Macron per un vertice a quattro, Europa inclusa, anziché a tre... “Altra proposta velleitaria, inaccettabile per Putin. Peraltro se mai fosse stata accettata si sarebbe posto il problema di chi mandarci, evidenziando le divisioni europee in una fase in cui bisogna sforzarsi di rimanere uniti”.
 
Il ruolo svolto da Trump in questa fase è anche una rivincita per i “trumpiani” come lei? “Non è questione di essere trumpiani. Noi difendiamo l’interesse italiano e crediamo profondamente che l’Italia possa dare il meglio di sé come parte di un Occidente forte, che veda lavorare insieme Europa e Stati Uniti di fronte alle sfide geopolitiche di questo tempo”. Voi sembrate crederci davvero, ma anche Trump ci crede? “La sinistra ha accusato Meloni di lisciare il pelo a Trump dividendo l’Europa e ha accusato Trump di voler abbandonare l’Ucraina. Vedremo come finirà, ma una cosa è certa: se Biden per impedire la guerra avesse messo un decimo dell’impegno che Trump sta mettendo per concluderla forse vivremmo in un tempo migliore e molte vite di innocenti sarebbero state risparmiate. Ma Biden non poteva farlo perché aveva interessi finanziari di famiglia e perché la bufala del ‘Russiagate’ era stata una delle armi per sconfiggere Trump nel 2020. Oggi le anime belle si indignano per il tappeto rosso dell’Alaska ma il loro idolo Obama, nel 2014, non mosse un dito quando Putin si prese la Crimea. Difficile accettare lezioni dalla sinistra internazionale”.

Da come parla do per scontato che lei sia a favore del Nobel per la Pace a Trump... “Se a Obama il Nobel è stato dato sulla fiducia, senza che facesse nulla e prima che combinasse i disastri delle primavere arabe, è legittimo che Trump pensi di meritarlo. I fatti dicono che nei quattro anni del suo primo mandato non ha fatto guerre, ha contenuto con la deterrenza Russia, Cina e Iran e ha realizzato gli storici Accordi di Abramo tra Israele e alcuni Paesi arabi. E ora, nei primi sei mesi di questo mandato, ha posto fine a sei guerre, tra cui un conflitto potenzialmente nucleare e altri addirittura pluridecennali. Una fine dignitosa della guerra in Ucraina sarebbe dal suo punto di vista la ciliegina sulla torta”.

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