Auto e Motori
Auto elettriche, ACEA chiede azioni rapide a Bruxelles per la transizione
Durante il terzo dialogo strategico a Bruxelles, ACEA sollecita misure concrete per accelerare la transizione verde e rafforzare la competitività europea

Il futuro dell’automotive europeo si gioca ora.
È il messaggio che emerge dal terzo dialogo strategico organizzato dalla Commissione europea sul futuro dell’industria automobilistica, al quale hanno preso parte i vertici delle principali case e associazioni di settore. L’ACEA, l’Associazione dei costruttori europei, ha accolto con favore la volontà di affrontare apertamente le sfide strutturali che attendono l’Europa, ma ha lanciato un monito chiaro: servono decisioni rapide e coraggiose.
A guidare l’appello è stato Ola Källenius, presidente di ACEA e CEO di Mercedes-Benz. “Nessuno ha più in gioco il successo della mobilità a emissioni zero rispetto ai costruttori europei. Un’Europa fiorente ha bisogno di noi, e noi abbiamo bisogno di un’Europa fiorente”, ha dichiarato. Le sue parole sintetizzano bene il senso di urgenza: la transizione energetica non può più essere rimandata, ma deve essere accompagnata da politiche concrete su CO2, infrastrutture e competitività industriale.
Il quadro europeo, riconoscono i costruttori, resta fragile. Per auto e furgoni, l’elettrificazione è ormai la via principale verso la neutralità climatica, ma senza energia a basso costo e una rete di ricarica capillare il percorso rischia di restare incompiuto. Per questo ACEA chiede un raddoppio delle misure a sostegno della domanda e condizioni favorevoli che permettano al consumatore di scegliere l’auto elettrica con fiducia.
La situazione è ancora più critica nel segmento dei veicoli commerciali leggeri, dove la quota elettrica si ferma all’8,5%. E ancor più nel trasporto pesante, con camion e autobus che oggi rappresentano appena il 3,5% delle immatricolazioni BEV. “I veicoli sono pronti, ma le condizioni di abilitazione non lo sono”, ha avvertito Christian Levin, CEO di Traton Group e Scania. Mancano infrastrutture adeguate, come la ricarica ad alta potenza per i mezzi pesanti, una rete elettrica con capacità sufficiente e incentivi dedicati.
I leader del settore avvertono che non si può attendere il 2027 per rivedere gli standard di CO2 dei veicoli pesanti: servono monitoraggio e azioni urgenti già ora, per mettere il trasporto merci sulla strada della neutralità climatica. Da qui l’appello a Bruxelles: l’Europa deve combinare decarbonizzazione, competitività industriale e resilienza delle catene di fornitura, perché senza questi tre elementi la transizione rischia di rimanere incompleta e socialmente insostenibile.
Un passaggio importante del dialogo è stato la firma di un protocollo d’intesa tra Commissione e stakeholder per rafforzare la collaborazione nei programmi di ricerca e innovazione. ACEA ha accolto positivamente l’iniziativa, sottolineando però l’importanza del coinvolgimento diretto dell’industria nella guida di una nuova impresa congiunta dedicata all’innovazione automobilistica. Solo così, spiegano i costruttori, sarà possibile tradurre la visione in progetti concreti e competitivi a livello globale.
Il confronto a Bruxelles non ha ancora prodotto risposte definitive, ma ha aperto uno spazio di dialogo più costruttivo. “Potremmo non avere ancora tutte le risposte, ma vediamo che lo spazio delle soluzioni si sta ampliando”, ha detto Källenius, con ottimismo cauto. L’Europa si trova davanti a una sfida che non è solo industriale, ma politica e sociale: se saprà coglierla con coraggio, potrà restare protagonista nella corsa globale alla mobilità elettrica.