Dacia domina il mercato privati: Sandero e Duster al top - Affaritaliani.it

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Dacia domina il mercato privati: Sandero e Duster al top

Per il quinto semestre consecutivo, Dacia è leader tra i privati in Italia con una quota dell’11,2% e modelli best-seller come Sandero, Duster e Jogger.

Redazione Motori

In un mercato automobilistico italiano che nel primo semestre del 2025 ha mostrato segnali di rallentamento,

c’è un marchio che continua a crescere, a sfidare le convenzioni e a imporsi con la forza della concretezza: Dacia. Il brand romeno del gruppo Renault si conferma, per il quinto semestre consecutivo, il più venduto ai clienti privati, consolidando una leadership ormai stabile da due anni e mezzo. Non un exploit momentaneo, ma un trend di lungo periodo che premia una strategia chiara, coerente e, soprattutto, in sintonia con le esigenze reali degli italiani.

I numeri parlano chiaro: 49.749 immatricolazioni nel semestre, pari a una quota dell’11,2% sul mercato privati. In un contesto dove il comparto perde complessivamente il 10% rispetto allo stesso periodo del 2024, Dacia segna un +2,2% in termini di volumi, rafforzando la propria posizione di riferimento nel segmento B, nei B-SUV e nelle familiari compatte. In altre parole, Dacia non solo tiene il passo: corre mentre il mercato rallenta.

A trainare il successo, è prima di tutto la coerenza del posizionamento “Value for Money” che da sempre caratterizza il marchio. Nessuna promessa irrealistica, nessun lusso forzato. Dacia costruisce automobili pensate per la vita reale, con dotazioni essenziali ma complete, motorizzazioni affidabili, costi di gestione ridotti e un’estetica che oggi, pur nella sua semplicità, è riuscita a diventare un segno distintivo.

In questo contesto, Sandero si conferma come l’auto straniera più venduta in Italia, con 26.150 immatricolazioni. Un successo consolidato, che si spiega con il giusto mix tra accessibilità, robustezza e dotazioni aggiornate. Al secondo posto tra i modelli Dacia, Duster, con 18.800 unità vendute, rimane un riferimento tra i SUV compatti. Con questi due modelli, Dacia occupa stabilmente due terzi del podio delle auto straniere più vendute in Italia: un risultato eloquente.

Ma non finisce qui. Guardando i dati per segmento, Dacia si conferma leader nel segmento B con Sandero, leader nei B-SUV con Duster e al vertice nel C-MPV/SW con Jogger, modello che ha saputo coniugare la versatilità di una station wagon con la modularità di un monovolume. Anche sul fronte dell’elettrico, Dacia Spring continua a guidare il segmento A, confermandosi come la city car elettrica più accessibile e diffusa in Italia.

Una delle chiavi del successo è anche l’offerta GPL, storicamente apprezzata nel nostro Paese per i suoi vantaggi economici e pratici. Dacia domina questa motorizzazione con una quota del 54,5%, grazie alla solidità tecnica del suo impianto bifuel e a un rapporto qualità-prezzo quasi imbattibile.

Per Guido Tocci, Managing Director di Dacia Italia, la forza del brand sta nella sua capacità di ascoltare e interpretare un bisogno profondo dei consumatori: «In un periodo di mercato in contrazione – sottolinea – gli italiani preferiscono Dacia perché cercano sempre più soluzioni concrete. Vogliono prodotti che offrano ciò che serve davvero: equipaggiamenti utili, design essenziale ma cool e motorizzazioni efficienti».

In effetti, nell’epoca delle auto iper-tecnologiche e dei prezzi sempre più alti, la proposta Dacia appare come un ritorno all’essenza. Non una rinuncia, ma una scelta. Una scelta di funzionalità, affidabilità e libertà. Perché chi compra una Dacia non cerca status symbol, ma strumenti di mobilità affidabili e accessibili, senza rinunciare al comfort e alla sicurezza.

La strategia funziona, anche in un mercato sempre più competitivo e frammentato. Il risultato è un brand che riesce a unire il pragmatismo dell'acquisto intelligente con un’identità forte e riconoscibile, fatta di onestà, semplicità e coerenza. In tempi incerti, Dacia diventa un punto fermo. E in un mercato che cambia, la sua forza è quella di restare fedele a sé stessa, ma sempre in evoluzione.